L’arresto di Sandro Principe, se capito e investigato ulteriormente, porta lontano. Come aveva ben visto il servitore dello Stato Gioacchino Genchi

“La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile.E questa disperazione avvolge il mio paese da molto tempo”. Corrado Alvaro

In Calabria, da molti anni, i confini dei partiti e delle coalizioni si confondono. Destra, centro e sinistra ricevono voti fortemente inquinati, senza soluzione di continuità dai primi anni settanta. Un groviglio tra ambientacci pseudomassonici e criminalità che non ha paragoni con nulla e con nessun altra realtà italiana che pure da questo punto di vista è nave-scuola dell’intero Pianeta. Oggi venite a sapere che il politico di lungo corso Sandro Principe (del PD e non del M5S di Beppe Grillo) è stato arrestato per aver inquinato da decenni e per decenni il voto in Calabria. In realtà, per chi ha memoria, Sandro Principe è sempre stato socialista del PSI. E che socialista! Dire Sandro Principe e ricordare che tutto questo poteva essere evitato è per pochi addetti ai lavori. Agli altri consiglio di leggere, con una santissima pazienza, le pagine che solo il 20 novembre 2009 sono potute andare in stampa grazie all’opera indefessa, sia nei ranghi dello Stato, che successivamente quando decise di raccontare la sua storia di uomo in balia dello Stato, di Gioacchino Genchi.

Penso che oggi sia una giornata importante per il “poliziotto” tecnologicamente più attendibile d’Italia eppure, proprio per questo, vessato e perseguitato indegnamente per anni dai veri nemici della Repubblica che provate a ricordarlo sono più trasversali e diffusi di quanto si possa lontanamente immaginare.

Ho spesso parlato del libro “Il Caso Genchi -Storia di un uomo in balia dello Stato” scritto a quattro mani con Edoardo Montolli e prefazione di Marco Travaglio che ancora una volta mostra di sapere a chi fare prefazioni e a chi conferire la propria fiducia. Ho recentemente intravisto nello studio professionale di un ineccepibile servitore dello Stato (un altro genio delle tecnologie investigative!) questo libro che considero la Bibbia per provare ad avvicinarsi ai grovigli bituminosi di questo nostro ormai sofferente e fragilissimo Paese. Ho provato quasi un forma di orgoglio nel vedere il testo di Genchi appoggiato sul tavolo di lavoro di un mago delle investigazioni forensi. Ho pensato che la cultura, la documentazione, la curiosità intellettuale ci salveranno e che fino a quando si potranno diffondere i libri, nulla sarà perduto. Grazie, anche per questo, amico M. Non posso, questa mattina, riprodurre tutte le pagine estratte dal libro di Genchi che andrebbero lette per capire chi sia Sandro Principe e quanto questa operazione appena conclusasi non vada considerata una delle tante. Se si avesse coraggio e volontà, da quei dieci anni investigati, si potrebbe arrivare a capire cose terribili che riguardano le notti sofferenti della Repubblica e della nostra gente. Parliamo di veri grovigli bituminosi soprattutto se si pensa che in altro post di questo marginale e ininfluente blog vi abbiamo detto che “i voti dei massoni calabresi”, fortissimi all’interno del GOI (Grande Oriente d’Italia) hanno concorso, in modo determinante, ad eleggere il Gran Maestro, Stefano Bisi, cioè il grandissimo amico di Giuseppe Mussari (MPS e ABI), calabrese accolto e sgrezzato politicamente da Pier Luigi Piccini, e del povero (ad ore riesumato!) David Rossi.

Cose rizomiche, latomistiche, carsiche che solo apparecchiature autoapprendenti e tecnologicamente molto, molto, molto sofisticate consentirebbero di far comprendere nella loro complessità. O, semplicemente, un po’ di onesta e lucida memoria. Che in questo blog non manca. Viva la Memoria e abbasso, sempre, il nemico Oblio.  Onore a Gioacchino Genchi e alle sue illuminanti e preveggenti pagine 166, 167, 168, 169, 170, 171, 172, 173, 174, 175, 176, 177, 178, 179, 180, 181, 182, 183. Se non avete il volume, andatevelo a comprare perché, nei prossimi mesi, le 983 pagine saranno strumento interpretativo per non pochi avvenimenti giudiziari, criminali, pseudo-politici, pseudo-massonici. Se ancora capiamo “qualcosa”, finalmente “qualcosa” si muove e non a favore delle Tenebre. Comunque, domani, sarà mia cura riprodurre le pagine citate, per i pigri o per i tirchi. O per i tirchi pigri.

Oreste Grani che oggi sente forte ma superabile il pensiero di Corrado Alvaro.

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