Gli state facendo passare il limite del comune senso del pudore!

Il 22 agosto 2014, letto da tre gatti e mezzo, in piena calura, senza un becco di un quattrino in tasca, scrivevo:

Forse, più che porsi il problema, puramente retorico, se il giovane deputato Alessandro Di Battista, eletto nelle fila del M5S, sia “amico” o meno dei boia dell’ISIS, si dovrebbe esaminare, da parte dell’AISE (nella cerchia dirigente di primo livello della nostra intelligence ci sono generali che vantano vasta esperienza in quei teatri operativi), ora che siamo in guerra “guerreggiata e dichiarata” con i decapitatori arruolati nei califfati che sorgono diffusi nel mondo, la posizione di personaggi italiani (loro sì, pericolosi) che, nell’ombra, da anni, intrattengono relazioni d’affari con  paesi  che, certamente, “passano soldi” all’ISIS.

Questo agire affaristico lo chiamerei, vecchia maniera, collaborazionismo con il nemico e, come tale, lo “tratterei”. Ad esempio, mi porrei il problema di chi, italiano, faccia affari con gli emiri del Qatar o, peggio, chi fra i nostri connazionali (si fa per dire!) danno, per soldi o per motivi oscuri, “consigli strategici” a chi finanzia i decapitatori.

Al nostro Ministero degli Esteri dovrebbe essere ben nota la situazione che indichiamo “da mettere sotto stretta sorveglianza”. Diamo infatti per scontato che l’AISE, negli anni, abbia “attenzionato” tali personaggi.

Non sarebbe male, in queste ore drammatiche in cui l’opinione pubblica viene strattonata emotivamente, senza una qualche finalità elaborata nell’interesse nazionale (qual’è, infatti, l’Interesse dell’Italia in questo guazzabuglio geopolitico?) dare almeno segnali che gli affari vengono dopo la salvaguardia della vita della nostra gente e prioritariamente delle nostre ragazze prigioniere e onestamente mosse, nel loro agire, da sentimenti umanitari e votati alla Pace.

Leo Rugens

Non credo che i fatti non mi abbiano dato ragione. Tanto meno a Maurizio Molinari che sulla Stampa di Torino (lui, lettori, ne aveva avuti molti di più!) in quelle stesse ore, con dovizia di particolari, aggiungeva

Schermata 2014-08-22 a 08.19.59
Schermata 2014-08-22 a 08.20.38
Schermata 2014-08-22 a 08.21.15
Schermata 2014-08-22 a 08.21.35

Pensate che, da allora, il groviglio putrescente si sia risolto e abbia assunto forma cristallina? Certamente che no! Guardate cosa è accaduto di tragico da quei giorni e preparatevi mentalmente ad assistere (impotenti?) all’attacco ai nostri compatrioti e ai vostri simboli culturali quando l’ISIS (o chi per essa) lo deciderà. Loro, gli insorgenti “neri”, hanno una strategia pre-pensata, da decenni, “temporale” e geograficamente scelta. Vantarsi di saperla contrastare e ascriversi meriti che non si hanno, potrebbe essere veramente motivo di ulteriore sputtanamento quando gli eventi tragici avverranno, smentendo le millanterie. Questa è gente che potrebbe fare “comunicati”, stampa e video, per spiegare come stanno realmente le cose e quindi … “si consiglia la massima prudenza”. Non si tratterà di aver avallato tutto l’illecito possibile per dare la caccia – prezzolata – al dissidente Ablyazov ed espulso la “puttana russa” Shalabayeva, per poi, cavarsela, dando la colpa al prefetto Procaccini.

Il vostro Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, invece di imbrodarsi raccontando agli smarriti italiani che la nostra intelligence è diventata, da un giorno all’altro (dal momento che, viceversa, era stata cieca, sorda e muta all’approssimarsi della caduta di Ben Ali, Mubarak e, ricordiamolo, Gheddafi) intelligente e puntualmente informata (ma veramente pensate che questo sia il motivo che fino ad ora ha risparmiato l’Italia e il Vaticano dagli attacchi?), ci potrebbe fornire l’elenco dei fatturati, dei bonifici, corredandolo di descrizioni sullo stile di vita, di quelli che fanno affari con l’Arabia Saudita e il Qatar? Ci dia carne e non fumo autocelebrativo! I “collaborazionisti” vanno individuati prima perché, come diciamo da queste parti, “prima è prima e, dopo è dopo”. Renzi è alla frutta, secondo Mario Draghi e gli ur-lodgisti che fanno il bello e cattivo tempo in Europa e, con lui, ovviamente, si dice verrà sbucciato (e sbugiardato) il suo fido AAA “Alfiere Angelino Alfano”. Siete talmente alla frutta che il ben servito ve lo da anche una vecchia cariatide (lui, viceversa, dice che gli si drizza più volte a settimana!) quale Lamberto Dini. Se non ci fossero in gioco la vita di tanti innocenti e anni di sacrifici futuri per tutti i veri italiani, sarebbe da sbellicarsi (parlo dell’ombelico che ci tiene uniti!) dalle risate! Se si potessero mostrare al pubblico, sia il quadro sinottico temporale che gli organigrammi di questi sapientoni, improvvisamente, illuminati(si) sulla via di Damasco (sapete, ad esempio, dov’è Damasco?), ritengo, presumo, puto (che vuole sempre l’infinito futuro non è vero ma mi andava di scherzare!) che tutto queste chiacchiere a chi è bravo e a chi, viceversa, è semplicemente “protetto” da Santa Pupa, cesserebbero d’incanto perché si scoprirebbe che non pochi di quei cazzoni che solo pochi anni addietro ci dicevano, a poche settimane dall’inizio dell’Inferno ancora in atto, che andava tutto bene, non solo sono in servizio ma nessuno, per quei Ritaglia E Incolla (REI) fuorvianti inviati al Parlamento, li ha “puniti”, degradati, sanzionati nella tasca. Anzi, potremmo scoprire che alcuni hanno fatto carriera proprio perché sono delle mezze cartucce utili, ancora di più, a disarmare il Paese che non doveva avere tassativamente alcuna speranza di esercitare una qualche sovranità. Nei servizi si dice che la meritocrazia sia a zero e, senza meritocrazia, a nostro modestissimo avviso sicurezza “zero spaccato”. Questo della meritocrazia è, insieme ad altri punti debolissimi, il cuore della inadeguatezza dell’occidente nei confronti degli “emergenti neri”. Senza meritocrazia nell’Intelligence, saremo certamente sconfitti. L’assenza della meritocrazia rende infido e incontrollabile l’ambiente che più dovrebbe essere capace di custodire i custodi e questo malessere si genera quando si ha un’intelligence che non risponde a chi di dovere (cioè il Presidente della Repubblica) ma al “capo banda” di turno, cioè il Presidente del Consiglio, espressione – ad oggi – della peggiore partitocrazia imperante. Signor ministro, ma mi faccia il piacere, direbbe l’insuperabile Antonio De Curtis, in arte, Totò! Aggiunge Leo Rugens: sa come si diceva in un certo “ambiente” (intendendo proprio quell’ambiente) qualche anno addietro? Scherzi con i fanti, ma lasci stare i santi. Non è cosa per lei, ne per i suoi. Anche perché, staccata la spina a Renzi, state per rimanere all’oscuro. A meno che non pensiate di poter brillare di luce propria con il 2.5% dei voti espressi cioè, ad oggi, 1.25% degli aventi diritto al voto. Un po’ pochi per ritenere di aver il privilegio di proteggere la Repubblica e il suo Popolo sovrano dagli attacchi dei mercenari ingaggiati da perversi, sanguinari sauditi. E dai loro complici. Anche italiani. Anche quelli che con quelli ci fanno affari. Insanguinati.

Oreste Grani/Leo Rugens che sa di rischiare il collo a scrivere queste cose ma, ormai, vecchio e stanco, preferisce continuare così fino all’ultimo giorno che gli sarà dato di vivere. Non potrei, comunque, mai stare dalla sua parte perché io sarei stato sempre contrario a quanto il suo organico ha fatto contro Ablyazov e Shalabayeva. Tant’è vero che ho fatto, per libera ed autonoma scelta e in spirito di servizio, tutt’altro. Come sono, in ogni momento, in grado di dimostrare.