Ma “occhio per occhio” nel caso “Giulio Regeni” sarebbe troppo disdicevole?

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Questi egiziani, fedeli sgherri del dittatore al-Sisi, sono dei veri cialtroni ma agiscono protervi, sicuri, evidentemente, della loro immunità. Se infatti questo orrore, prima e dopo le torture, fosse stato riservato ad un cittadino inglese o statunitense o israeliano o, come si è visto nella vicenda dei Marò (a proposito che fine hanno fatto?) a dei cittadini indiani, la rappresaglia sarebbe scattata. La colpa/sfortuna di Giulio Regeni è stata quella di aver pensato di essere utile alla necessaria attività di comprensione degli avvenimenti geopolitici e di investigazioni intellettuali dedicate alle complessità mediterranee, essendo italiano ed avendo, a guardagli le spalle, gente inadeguata. Prima della cattura e ora nella difesa del suo onore e della sua integrità morale. I risultati della sua autopsia non potevano essere così alterati da spacciarcelo per un assuntore di stupefacenti e quindi i cialtroni egiziani vi hanno servito un “tocco” di fumo a corredo dei suoi documenti. Documenti che, integri come sono stati ritrovati, sono la prova provata di chi lo abbia torturato fino a morte, cioè, senza ombra di dubbio alcuno, i servizi segreti di Al-Sisi. Si chiamano prove logiche e sono, in questo caso, ineccepibili. Ma se gli sgherri egiziani si stanno sottraendo a qualunque comportamento logico, o anche, più semplicemente, un po’ più paraculo, un qualche motivo inconfessabile ci deve pur essere?!?!?! E questo, in tempi di gravissimi pericoli per la Repubblica italiana e il suo popolo, ce lo dobbiamo chiedere con assoluta priorità. Nessuno ci restituirà i servigi silenti di Giulio Regeni, ne, tantomeno, la ricchezza implicita nella interpretazione possibile delle sue corrispondenze ma, almeno, in sua memoria, in ricordo di quelle ore strazianti che lui, in quanto giovane italiano pensante, ha dovuto subire, divenendo oggettivamente martire (o anche questo vigliacchi rappresentanti governativi volete negare?) per gli indispensabili approfondimenti culturali a cui si dedicava (o anche questo volete negare che facesse?) senza i quali nulla sarà possibile capire, prevenire, contrastare di questa guerra atipica ormai dichiarata alla nostra gente e guerreggiata tra le genti di tutto il mondo dagli jiadisti insorgenti, vogliamo promuovere l’attenzione degli altri nostri giovani intelligenti e sensibili, dedicando a Regeni borse di studio, master in intelligence culturale, se non coraggiosamente una scuola di formazione e di comprensione delle complessità mediterranee? Usurpatori di legalità che ci guidate volete per una volta non essere la vergogna della nostra gente ancora ragionante e offensivi della nostra intelligenza? Rompete – oggi stesso – le relazioni, di ogni genere, con l’Egitto e fatelo prima che la deriva naturale degli avvenimenti bellici faccia lei giustizia. La gente non può ricordare che l’Italia ha già perso la Seconda Guerra mondiale anche contro l’Egitto.

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Un sussulto di sovranità e rifiuto di un opportunismo calcolato intorno a qualche miliardozzo di metri cubi di gas e quindi delle vostre ville, le vostre scorte, le vostre barche, le vostre puttane di lusso, i vostri metri lineari di cocaina, i vostri ragazzetti da sodomizzare o da cui farvi sollazzare, lo volete mostrare prima di essere spazzati via dall’onda lunga dello tzunami pentastellato che si prepara “a rialzare l’onda” partendo da Roma Capitale? Altro che il “fumo” di Giulio Regeni artatamente fatto comparire tra i documenti onestamente comprovanti la sua cittadinanza italiana. Chi ha ordinato tanto scempio di una giovane vita ed ora della verità deliberatamente attaccando il nostro Paese o i suoi alleati? Chi ci sta dando nuovamente degli scolaretti indisciplinati? Chi per noi ha deciso che dopo Enrico Mattei, Aldo Moro, Ustica, Bologna, Giovanni Paolo II , Graziella De Palo e Italo Toni, Ilaria Alpi e Nicola Calipari, o l’azzeramento dell’equipaggio dell’Argo 16, o l’impiccagione di Mario Ferraro, passando per Franco Lamolinara, arrivando al sacrificio di Failla e Piano colpevoli solo di andare a lavorare dove Berlusconi e il suo complice in affari Gheddafi avevano tracciato il solco, nessun giovane italiano intelligente potesse agire “ficcando il naso” nelle questioni mediterranee? Figurasi se questa è la fine che hanno fatto fare a quello che continuate a dire che non era nessuno, che destino è riservato ai nostri giovani laureati in intelligence che formalmente avete reclutato (i famosi 30) in ottemperanza dell’accordo quadro con le università siglato il 7 luglio del 2011? Ci fanno a pezzi letteralmente da decenni e perché dovrebbe essere cambiato qualcosa? Renzi è uno “scartino” come tanti altri in mano ad un paese terzo e a quattro massoncelli sfigati di zona. L’on. Marco Minniti è ciò che è. Gianni Letta è stato per anni la brutta maschera di quel genio di Paolo Poli testé deceduto. Luigi Bisignani scribacchia dalle colonne del Tempo. L’unico che ragiona (non certo per l’Italia) è, mi infastidisce dirlo, Gian Carlo Elia Valori. Buon ultimo dopo altri (tra i quali noi), ma ragiona sull’Intelligence culturale quale ultima spiaggia.

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Ci fanno a pezzi quando e come vogliono. Una volta da destra, una volta da sinistra. Una volta a Fiumicino e una volta a bordo della Achille Lauro.  O vogliamo negare anche queste circostanze pregresse che ci relegavano fuori dalle “stanze” dove si decidevano le sorti del Mare Nostrum? Che, evidentemente, ormai è esclusivamente di altri. Trivellatori o meno che siano. Pescatori di frodo o meno che siano. Ci lasciano l’aglietto del turismo che, saltate le spiagge greche, tunisine, egiziane, turche dovrebbe rigonfiare nuovamente i vostri portafogli di operatori turistici. Fino a quando l’ISIS ve lo consentirà decidendo di attaccare anche le coste italiane e spagnole. Gli albergatori sono avvertiti. Se pensano di spartirsi l’osso mediterraneo si sbrighino a farlo tra italiani e spagnoli perché la prossima stagione non ci sarà niente per nessuno. Se non si inverte la rotta. Ma non si capisce chi sia il “comandante” capace di mettersi al timone sia in Italia che in Europa a meno che non consideriate “comandante” il solito banchiere Mario Draghi e le sue ripetitive mosse contabili.  Amici miei italiani, è Pasqua e vi vedo male; anzi, malissimo.

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Stiamo parlando di voi come un popolo che non sente ribollire il sangue pur immaginando il dolore patito da un suo figlio fatto prigioniero – deliberatamente – in quanto italiano. Stiamo parlando di voi come mercanti nel tempio o ovunque sia possibile fare due euro. Così vi hanno ridotto. Non so se sono peggio gli egiziani carnefici di Giulio Regeni o voi che fate finta di protestare con al-Sisi ma gli sbottonate, proni, la patta dei pantaloni. Quella trascorsa è stata una brutta notte, certamente imputabile alla mia malattia ma ritengo anche e soprattutto alla rabbia che provo di fronte a questa prevedibile “oscena messa in scena” del vassoio argentato, dei documenti confermanti le frequentazioni internazionali e il vizio segreto degli spinelli. Pezzi di “fumo” nero come lo sterco di suino quali voi siete. Voi e i vostri complici silenti.  Rabbia e impotenza. In altri tempi, ricordando la mia gioventù e la specializzazione che i miei detrattori dicono avessi, mi “sarei suggerito” qualcosa di diverso che le amebiche protestine di questi smidollati che vi governano. Maledetta vecchiaia e stramaledetta saggezza.  Ma oggi (scusate ma non mi sono sentito di pubblicare) è Pasqua e i pensieri di vendetta non sono leciti. Soprattutto sono appannaggio di altri popoli.  “Occhio per occhio” non è previsto desiderarlo essendo italiani ancora non pentastellati.

Dopo, cioè tra poco, chissà. Che sia una Pasqua di “passare oltre” come originariamente era o di resurrezione. Ma che sia qualcosa di diverso di ciò che è stato.

Oreste Grani che è pienamente consapevole di quello che rischia a dire e scrivere ciò che dice e scrive ma che non ha alcuna intenzione di “passare oltre”.