Caso Regeni: tanta violenza e codardia farebbero prudere le mani anche al Mahatma Gandhi

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Durante la conferenza stampa indetta dalla famiglia Regeni, chi aveva orecchie per udire e capire ha sentito una madre fiera di suo figlio, addolorata ma coraggiosa come solo le “madri coraggio” sanno essere. Che abbiano perso i loro figli per mano degli aguzzini cileni, argentini, brasiliani o prima franchisti, salazaristi, nazifascisti come li ha chiamati la signora Regeni dando una lezione di chiarezza e di storia a tutti gli smidollati che da troppi anni si aggirano nel Bel Paese e che, da usurpatori, ne reggono le sorti. Smidollati e codardi. La frase che riproduco è pensata e pronunciata dal Mahatma Gandhi. Se il massimo esponente della “non violenza” si esprime in quei termini capite perché da mesi pubblico tutto il mio disprezzo personale e quello della redazione nei confronti dei nostri politici. Così facendo siamo certi di interpretare il sentire di milioni di Italiani attoniti di fronte a tanta codardia e vocazione al disonore.

Continueremo a difendere l’onore di Giulio Regeni come abbiamo fatto dal primo giorno. Da oggi ancora più onorati di farlo in presenza di una madre tanto coraggiosa e leale nei confronti della memoria di suo figlio. In questo blog considerato un italiano intelligente coraggiosamente schierato contro quel Male assoluto che giustamente sua madre ritiene essere l’autore di tanto crimine efferato. Crimine politico senza alcun dubbio, quindi, eseguito con la certezza di colpire, torturando Giulio Regeni, un analista di intelligence culturale italiano. Gli assassini questo pensavano e questo a noi basta. Forti di questo convincimento continuiamo a chiamare codardia e disonore quella di chi vuole considerare Regeni uno che passava per Il Cairo.

Oreste Grani/Leo Rugens e la redazione