A Belfast nelle Chiese Cattoliche Apostoliche Romane qualcuno raccoglieva fondi per i terroristi dell’IRA

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Un ricordo autobiografico: nel maggio del 1981 ero a Belfast a cercare di capire in che cosa consistesse la capacità di una caparbia gioventù nord irlandese di lasciarsi morire di fame in detenzione per provare al Mondo che i britannici di Elisabetta II erano usurpatori che occupavano la Patria di altri senza diritto alcuno se non quello delle armi. Parlo di Bobby Sand e di “eroici” giovani combattenti che si lasciavano morire dopo – mediamente – 44/45 giorni di digiuno assoluto, coperti solo, nelle celle in cui erano detenuti, da una coperta a cui era stata praticato un buco per infilarci la testa. Ma questo è ciò che in molti sanno e alcuni ricordano.

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Non tutti sanno e ricordano che nelle chiese cattoliche nord irlandesi i “preti” (gli imam?) raccoglievano fondi a sostegno dei terroristi e delle loro famiglie e lo facevano lanciando prediche infuocate. Io mi sono sentito, nei luoghi di culto (moschee?) chiedere soldi per l’IRA mentre l’IRA impugnava le armi e usava gli esplosivi. Ecco perché non mi meraviglio che oggi, nelle moschee italiane, qualcuno pensi alla guerra da portare tra la gente cristiana. Mentre ero a Belfast e moriva il cattolico Sand, a Roma un turco musulmano cercava di uccidere il Papa cattolico. Nulla di nuovo sotto il sole. Meditate gente, meditate.

Oreste Grani/Leo Rugens che a Belfast, durante la rivolta, c’era.

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