Non diciamo cazzate: Cucchi e Regeni non centrano nulla l’uno con l’altro

Schermata 2016-06-09 alle 09.46.07

I cinque medici che ebbero in cura Stefano Cucchi non fornirono corretta assistenza e per questo il pg Eugenio Rubolino ha chiesto di condannarli per omicidio colposo senza attenuante generica, ribaltando la sentenza assolutoria. “Vittima di tortura come Giulio Regeni”, ha detto il procuratore generale nel corso della requisitoria del processo d’appello bis per la vicenda del geometra romano, arrestato il 15 ottobre 2009 perché trovato in possesso di sostanza stupefacente e morto una settimana dopo in ospedale.

È grave davvero che il pg Eugenio Rubolino pensi di mettere sullo stesso piano la morte di Cucchi e quella di Regeni, non fosse altro che al ricercatore italiano sono stati inflitti cinque giorni di sofferenze terminate con la rottura di una vertebra del collo e dopo che per mesi era stato attenzionato dagli apparati di sicurezza egiziani, mentre il povero Cucchi è morto per la assoluta impreparazione e inadeguatezza di alcuni esponenti delle forze dell’ordine sommata alla assoluta impreparazione e inadeguatezza di alcuni esponenti del personale medico dell’Ospedale Pertini di Roma.

Cosa pensa di guadagnare in termini di verità il pg Rubolino accostando il nome di un eroe a quello di un giovane sfortunato? Come può confrontare i due avvenimenti? Perché tanto sciocco inquinamento dell’informazione a sfregio della verità?

Viene da pensare che all’assoluta impreparazione e inadeguatezza degli assassini di Cucchi si sommi quella del procuratore generale Eugenio Rubolino, che per studi e carriera e stipendio e responsabilità si posiziona molti gradini al di sopra dei suddetti. Il che ci preoccupa ancor di più dal momento che siamo costretti a condividerne il contenuto della requisitoria in merito alla richiesta della condanna; in altre parole, perché sporcare la verità giudiziaria con una insulsa considerazione?

E anche qui viene con tremore da pensare: chi custodisce i custodi?

La redazione