Chi sono i 328 coglioni che hanno votato Bobo Maroni nel Comune di Varese?
328 sono i voti di preferenza che Bobo Roberto Maroni ha preso nella città (Varese) dove di fatto è nata la Lega e dove i durocelisti governavano da 21 anni.
328 per un ex Ministro dell’Interno, per uno che nel frattempo fa il Presidente della Regione Lombardia, per uno che determinava chi dovesse andare a presiedere Finmeccanica, mi sembrano un po’ pochini.
O forse troppi! Un mascalzone che si è candidato solo per avere una scusa formale per non rispondere nelle sedi di legge agli interrogatori su questioni infamanti come aver usato il denaro della collettività per farsi pagare la casa dalla Lega, 328 “preferenze” mi sembrano troppe. La prossima volta (se mai ce ne sarà un’altra!) saranno due: una sua, l’altra quello della sua ex segretaria privata.
Provo a ricordare cosa, nel tempo e senza tema di smentite, scritto in questo marginale ed ininfluente blog su quel separatista che la partitocrazia riuscì a piazzare nel ruolo delicatissimo di Ministro dell’Interno. Alcuni esempi:
La Direzione Investigativa Antimafia indaga in Lombardia e Maroni Roberto si stupisce
Bobo Maroni delle mie brame, chi è il più attenzionato del Reame?
Ma non basta per ricordare uno come Maroni (a Bossi ci ha già pensato la Provvidenza) che, non lo dimentichiamo, è responsabile insieme a Formigoni, Moratti, Franceschini ed altri anche del disastro dello scalo di Malpensa diventato, come HUB, uno zero spaccato soprattutto se paragonato alle aspettative. Malpensa, provate a ricordarlo, è stata a lungo la cattedrale velleitaria eretta dalla Lega milano-varesina che ha contribuito, con quella cazzarata al fallimento dell’Alitalia. HUB e spokes, perno e raggi: su questo concetto funziona l’aviazione civile di tutto il mondo. Ma i nostri ignorantoni, Bobo Maroni in testa, sembrava non saperlo quando spingevano per fare di Malpensa qualcosa, rimuovendo il particolare che per fare un HUB ci voleva una compagnia aerea che disponesse di almeno 80 aerei a lungo raggio e che decida di fissare la sua base in quell’aereoporto, che diventa il perno verso il quale i raggi portano il traffico in transito per voli intercontinentali. Ma si dà il caso che Alitalia disponesse di 23 obsoleti aerei di lungo raggio quando Malpensa fu inaugurata, contro i 170 di Klm-Air France, i 134 di Lufthansa e i 130 di British Airways. Per questo gli HUB europei sono Parigi, Londra, Francoforte che avevano volumi di traffico annuali oltre i 50 milioni di passeggeri, contro i 30 di Fiumicino e i 20 di Malpensa. Mentre a Roma imbottivano l’Alitalia di superpagati amministratori spesso incapaci, lottizzati dai partiti di destra e di sinistra e di personale inadeguato, a Milano, per volontà del separatista-leghista, Ministro dell’Interno Bobo Maroni costruivano un aereoporto nel posto sbagliato e nel modo sbagliato, mal collegato e non baricentrico rispetto al nord. Un vero pasticcione questo Maroni, se ben ricordo. Eppure lo hanno fatto Presidente della Regione. Dopo Formigoni, che è tutto dire.
Forse, ma mi potrei sbagliare, Bobo Maroni era anche autorevole esponente della Lega quando giravano, tra la Siram Spa (Gruppo francese Veolia) e il partito duro e puro, fatture false per un milione di euro. Non segretario ma uno dei maggiorenti del partito. Se non sapeva quanto accadeva di illecito dalle sue parti comunque era un bel coglione distratto. Mi sembra che questo si possa affermare con certezza senza temere querele di nessun tipo. Evidentemente (e uno), in Italia, chiunque può fare il Ministro dell’Interno la qualcosa, evidentemente (e due!), da alla testa.
Come altri casi insegnano.
Molto potere, quando si può usare il personale in organico per sapere ciò che si ha interesse (personale) a sapere e pochissimi voti quando si va alla verifica del consenso democratico.
Così, non dimenticate, che anche Claudio Scajola è stato, a suo tempo, Ministro di Polizia.
Non Luigi Di Maio o Alessandro Di Battista ma la ligure sciaboletta. Non Di Maio o Di Battista ma il fissato con la centralità mitteleuropea di Varese, Bobo Maroni. Tutti ministri di polizia. Ma in mano a chi siamo stati prima dell’irruzione sulla scena politica del M5S? Meditate gente, meditate.
Oreste Grani/Leo Rugens che – come è facile dedurre – non “manda in cavalleria” niente che lo abbia interessato!