Ma gli “italiani governativi/istituzionali” in Bengala cosa fanno?

A volte (spesso) io stesso mi chiedo che strano “luogo telematico” sia questo Leo Rugens se vi compaiono veri e propri “squarci sul futuro” dove è evidente che filtrino lampi di luce capaci di diradare le tenebre della disinformazione e dell’oscurità usate copiosamente perché i cittadini non sappiano delle cause prime degli avvenimenti.

Diceva, nel lontano novembre 2015, l’acuta e pre-veggente Dionisia, redattrice di questo marginale ed ininfluente blog:

PERCHÉ IN BANGLADESH STANNO DANDO LA CACCIA AGLI ITALIANI?

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19 NOVEMBRE 2015 ORE 15:30 ARRIVA LA RIVENDICAZIONE PER ATTACCO A PIERO PAROLAI E ANCORA UNA VOLTA SI TRATTA DELL’ISIS. SENZA ALCUN FORSE, DIONISIA HA MESSO IN EVIDENZA UN’ANOMALIA CHE VA CAPITA SUBITO ANCHE E SOPRATTUTTO PERCHE’ SI POTREBBE TRATTARE DI UN’ESCALATION O DI UN AVVICINAMENTO A  CERCHI CONCENTRICI DOVE IL PUNTO DI ARRIVO QUESTA VOLTA SI POTREBBE ESSERE ROMA. SOPRATTUTTO SE ALCUNE  IPOTESI VENTILATE DA DIONISIA DOVESSERO RIVELARSI VERE.


Il 28 settembre 2015, Cesare Tavella, veterinario e cooperante italiano impegnato in Bangladesh, uomo di cui nessuno ha intervistato un parente, un amico… solo un vicino di casa ha dichiarato che in paese non lo si vedeva mai, è stato colpito a morte mentre faceva jogging, l’ISIS rivendica l’omicidio ma nessuno ci crede.

Il 19 novembre, poche settimane dopo, viene colpito Piero Parolari, anche lui ferito a colpi di pistola come Tavella.

Due italiani e poi un giapponese, un editore e uno scrittore, questi ultimi due feriti a morte con coltello e machete rispettivamente.

Si parla di intolleranza religiosa mentre le autorità escludono l’ISIS e parlano di destabilizzare il paese. Sarà.

Per l’omicidio Tavella sono state arrestate quattro persone.

Il Bangladesh è un paese poverissimo che sconta la dissennata politica imperiale britannica che, sconfitta dal genio di Gandhi, si ritirò dall’area soffiando sul fuoco del separatismo tra hindu e musulmani. La maggioranza musulmana vive di agricoltura e combatte contro le perenni esondazioni del Gange.

I commercianti europei arrivarono nel tardo XV secolo, e la loro influenza crebbe fino a quando la Compagnia britannica delle Indie orientali acquisì il controllo del Bengala in seguito alla battaglia di Plassey nel 1757.[8] La sanguinosa ribellione del 1857 portò al trasferimento di autorità alla corona, con un viceré britannico.[9] Nel corso della dominazione coloniale la carestia colpì il subcontinente indiano molte volte, compresa la Grande carestia del Bengala del 1943 che affamò più di 3 milioni di persone.[10]

 Tra il 1905 e il 1911, vi fu un fallito tentativo di separare la provincia del Bengala in due zone, con Dacca capitale della regione orientale.[11]

Quando l’India venne divisa nel 1947, il Bengala venne spezzato in due lungo un confine religioso, con la parte occidentale, induista, rimasta sotto il governo dell’India e la parte orientale, musulmana, congiunta al Pakistan come provincia chiamata Bengala orientale (poi ribattezzata Pakistan orientale), con una propria capitale a Dacca.[12]

La divisione del Bengala diede origine ad uno degli esodi numericamente più importanti della storia. Milioni di indù migrarono dal Pakistan orientale mentre migliaia di musulmani vi si trasferirono. L’immigrazione dei rifugiati fu la causa di una crisi abitativa e alimentare in Bengala Occidentale che durò per più di trent’anni. L’emergenza dei rifugiati fu al centro delle politiche bengalesi successive alla divisione del 1947, ma né la destra né la sinistra sono mai riuscite a risolvere completamente i problemi causati dalla divisione, che in alcuni casi hanno dato vita a movimenti politici, socio-economici ed etnici. Wikipedia

Negli anni Settanta terribili carestie flagellarono la popolazione e spinsero George Harrison a organizzare nel 1971 un concerto e un album per raccogliere fondi.

In Bangladesh vive anche Muhammad Yunus, economista formatosi negli USA e inventore del microcredito, una idea grandiosa.

Oggi le cose devono essere decisamente migliorate se il settimo paese al mondo per popolazione ha deciso di comprare un po’ di pattugliatori da Fincantieri. Incrociamo le dita, visto com’è andata con gli elicotteri venduti all’India…

Fincantieri fornirà 4 pattugliatori al Bangladesh – Analisi Difesa
di Redazione 4 luglio 2015, pubblicato in News
Fincantieri si è aggiudicata un contratto con la Guardia Costiera del Bangladesh (BCG), per la fornitura di quattro corvette della Classe “Minerva” della Marina Militare Italiana da ammodernare e trasformare in Offshore Patrol Vessels (OPV) e del relativo supporto logistico integrato. Queste unità, destinate ad essere dismesse dalla Marina Militare Italiana per essere sostituite da nuove navi nell’ambito del programma di rinnovamento della flotta, sono state cedute dalla Marina Militare Italiana con un contratto di retrovendita sottoscritto dalla Direzione degli Armamenti Navali e dalla stessa Fincantieri.

Per la prima coppia di navi, “Minerva” e “Sibilla”, ha avuto luogo lo scorso 14 maggio ad Augusta, alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio De Giorgi, l’ultimo ammaina bandiera delle unità. Il 29 giugno scorso le due unità sono giunte presso il bacino Fincantieri di Genova, dove hanno preso avvio i lavori di ammodernamento e conversione che verranno completati presso l’arsenale militare di La Spezia. Al termine di queste attività le unità saranno consegnate da Fincantieri alla Guardia Costiera del Bangladesh.

A firmare il contratto sono stati Paolo Frino, Direttore Post Vendita e Servizi della Direzione navi militari di Fincantieri, e Mohammad Majedul Haque, Direttore della pianificazione e delle acquisizioni della BCG, durante una cerimonia avvenuta alla presenza di Mario Palma, Ambasciatore d’Italia a Dacca, Mozammel Haque Khan, Senior Secretary del Ministero degli Affari Interni (da cui la BCG dipende), Massimo De Benedictis, Regional Commercial Manager di Fincantieri, e del Rear Admiral Mohammad Makbul Hossain, Direttore Generale della BCG.

Al termine degli interventi di ammodernamento, che saranno effettuati in Italia e dureranno circa 2 anni, le unità “Minerva”, “Sibilla”, “Urania” e “Danaide” andranno a costituire l’ossatura portante della flotta della Guardia Costiera del Bangladesh con un prolungamento della vita operativa superiore a vent’anni.

Le unità saranno utilizzate con finalità di pattugliamento per il controllo dei traffici della Zona Economica Esclusiva e dei confini marittimi, con capacità anche di contenimento dell’inquinamento ambientale e di recupero e assistenza ai civili in caso di emergenze umanitarie.

Nell’ambito dello sviluppo delle proprie attività nel Far East, questo contratto riveste particolare importanza per Fincantieri nel segmento di mercato della fornitura di servizi post vendita su navi militari, in quanto consente di offrire tutta la gamma di servizi proponibili, sia per la piattaforma che per il sistema di combattimento: da quelli industriali di “Maintenance, Repair, Overhall and Conversions” a quelli legati al “Life Cycle Management” delle unità attraverso sia la fornitura di servizi logistici, “Integrated Logistic Support”, tipicamente sviluppati durante la costruzione o la conversione, sia quelli manutentivi di “In Service Support”, sviluppati post consegna, durante l’esercizio della nave.

Fonte: Comunicato Fincantieri

Tra il morto Tavella, il ferito Parolari e le armi non ci sarà alcun legame e del resto di cose da indagare in Bangladesh ce ne sono tante altre. Chissà se qualcuno ci farà il piacere di raccontare cosa sta accadendo da quelle parti.

Dionisia

Ancora una volta, alla luce di avvenimenti che non si possono rimuovere/nascondere/semplificare quando accadono con tali dinamiche efferate, ci dobbiamo chiedere quali siano le direttrici (se mai dovessero esistere) di politica estera del nostro Paese. Siamo noti nel mondo che ci contrasta con tale chirurgica spietatezza per qualche motivo che a noi, comuni cittadini, sfugge? Oltre le lacrime delle autorità, vorremmo, di fronte a tale “Nuova Nassyria” sapere se l’Intelligence dell’ISIS (scusate le semplificazioni) ne sa più del nostro Parlamento, dei nostri giornalisti, dei nostri cittadini su come e perché l’Italia (cioè gli italiani e non Matteo Renzi) viene punita. A chi si stanno mandando violentissimi segnali quando si colpiscono gli innocenti, attivi, abili imprenditori italiani radicati da decenni da quelle parti? Gentile e a noi caro Angelo Tofalo che ti stai, grazie ai voti dei cittadini affidati al M5S, specializzando in una materia tanto delicata quale è l’Intelligence e la Sicurezza dello Stato Repubblicano, potresti, anche a nostro nome, chiedere che cosa si sa di queste forniture e perché quei “cattivoni” così lontani geograficamente ci prendono di mira?

Soprattutto, quando dicono alla Umma (e non solo) che è arrivato il tempo di scrollarsi di dosso la polvere dell’umiliazione così che un nuovo califfato possa nascere dal caos, dalla disperazione del moderno Medio Oriente, cosa stanno dicendo d’altro e a chi se non quello che poi sanno coerentemente attuare?

E soprattutto quando dicono che la democrazia non esiste e che l’Occidente è governato dalle banche e non dai parlamenti, voi pensate che non sappiano fare contro-informazione o, più onestamente, informazione?

Che non vi vengano letti integralmente i comunicati non vuol dire che questi tagliatori di gole non pensino, scrivano, divulghino questo tipo di ragionamento politico. E lo fanno allargando al Gran teatro del Mondo  le loro attività. Siamo noi provincialotti con le nostre semplificazioni. Loro stanno giocando a tutto campo che si tratti di droga (ma chi la usa?), di armi (ma chi le fabbrica e le “traffica”?), di finanza usuraia (ma chi specula affamando i popoli?), o disinformando (ma chi informa con trasparenza?).

Quando dicono che i parlamenti, espressioni della volontà popolare, non governano ci “prendono” e in quanto “analisti abili” sono pericolosissimi se non proviamo a ridare funzione e centralità ai nostri parlamenti. Altro che riformette paraculette referendariette renzianette! Questi assassini intelligenti hanno dei complici oggettivi negli oligarchi truffaldini nostrani. Quando mandano a dire ai loro correligionari (ma anche a noi tutti) che sono delle pedine senza coraggio in quanto marionette che pensano (anche male) solo al proprio lavoro, alla propria casa, al proprio particolare, si preparano ad una azione politica ad ampio raggio che continuiamo, da queste parti, a sottovalutare. Loro mandano a dire al mondo intero che l’Islam porterà la libertà ovunque e se nel Mondo intero non c’è libertà sostanziale le cose si potrebbero mettere molto, molto, molto male. Anche se in Siria e in Iraq sembrano in fuga. Gli resta, per generare il Caos, il resto del Mondo. Che non mi sembra area ristretta. Ricordando inoltre che di tutto si può dire meno che non siano riusciti a togliere l’identità e il sonno sia alla Siria che all’Iraq, sia ai siriani che agli iracheni. Che è quello che, nei loro piani originali, volevano fare. Starei attento, quindi, prima di cantare vittoria per qualche migliaio di loro uccisi. Era calcolato. Sono le nostre di perdite a cui dobbiamo fare caso. E anche rapidamente. Anche nel lontano ma vicinissimo Bengala, soprattutto se gli forniamo armi mentre la gente pensa che andiamo a comprare tessuti. Quello lo facevano le vittime che ora ipocritamente piangiamo.

Oreste Grani/Leo Rugens che si chiede sinceramente incuriosito “chi mai siano” i redattori di questo blog per “vedere così lontano”.