Tutto il resto è noia
Qualche sera fa ho sognato di essere scesa all’Inferno per incontrare quel bardo, si fa per dire, amatissimo dalle popolane romane e non solo, al secolo Franco Califano detto il Califfo. Sapendo che ai morti è data la proprietà di conoscere il futuro gli ho chiesto cose pensasse del M5S e lui pronto mi ha risposto: arriverà oltre il 50% (anche Pagnoncelli finalmente se ne accorge). Confortato dalla risposta che dopo alcuni giorni trova conferma anche sui giornali, dopo avergli fatto osservare che non conosco altri uomini più “scopati” di lui – mi è apparso un po’ turbato all’idea – gli ho posto un ultimo quesito su Virginia Raggi. La risposta, piuttosto articolata, la riporto nel seguito del post, evocava schiaffoni, mazzate e calci in culo a chi s’è mangiato la città. Alla fine, salutandoci, gli ho chiesto cosa pensasse, da uomo, di Virginia e lui, con un velo di tristezza: “…tutto il resto è noia”.
A ore, è mercoledì 6 luglio, una giornata bollente come tante altre, sapremo i nomi della squadra che la cittadina Virginia Raggi ha composto per guidare Roma Capitale…
Il compito che la signora ha assunto, bonificare la più grande fogna a cielo aperto d’Europa, è affascinante, pericoloso, difficile e chi più ne ha più ne metta. Oltre 770.000 cittadini, mai nella storia della città in tanti hanno votato un partito, hanno consegnato alla signora un potere immenso derivante dalla forza che solo le masse disperate possiedono. Sì, “masse”, parola in disuso presso una sinistra chiusa in salotti e bande di ladri, anzi, proletari che compongono masse di disperati residenti in ghetti nelle periferie dalla Città E(s)terna.
Mentre una banda di toscani capitanata dai Verdini-Renzi-Carrai e compagni assortiti tentano di occupare ogni spazio pubblico, i cittadini senza futuro guardano alla signora Raggi come al Messia anzi come alla Madonna dei Poveri.
Sappiamo che bande di delinquenti si stanno organizzando per sabotare le speranze di tanti onesti cittadini; ebbene, guai a voi, perché questa volta rischiate davvero di scottarvi. Ormai, tra astenuti e votanti (l’82% in alcune zone periferiche) appare chiaro anche agli scemi che M5S è oltre la soglia del 50% e a quel punto nessuno potrà arginare il furore di un popolo che si accorgesse delle vostre malefatte. Individuarvi non è difficile.
La lista unica
Le due nuove simulazioni ipotizzano la presenza di una lista unica di centrosinistra comprendente Pd, Sel, Sinistra Italiana, Verdi, Psi e Partito radicale. Nel confronto con il Movimento 5stelle i risultati non cambierebbero molto: vincerebbe il M5S con uno scarto di 9 punti, di poco inferiori ai 13 fatti registrare nel confronto con il Pd. Il centrosinistra in questo caso guadagnerebbe i voti degli elettori di sinistra che nella prima simulazione avrebbero votato M5S contro il Pd. Infine, nel confronto diretto tra centrodestra e centrosinistra coalizzati, vincerebbe quest’ultimo ma con uno scarto ridotto, di meno di tre punti. In questo caso gli elettori pentastellati per metà circa si asterrebbero, mentre la restante metà si dividerebbe tra le due coalizioni con una lieve prevalenza del centrodestra. Viceversa gli elettori centristi (Nuovo centrodestra + Udc) voterebberomassicciamente per la lista di centrodestra, in una sorta di ritorno al bacino di provenienza. Nello scenario attuale, caratterizzato dal consolidamento del M5s e dall’appannamento del Pd, l’ipotesi di una possibile modifica dell’Italicum che assegni il premio di maggioranza alla coalizione anziché al partito non sembrerebbe quindi modificare in misura significativa gli orientamenti di voto: il M5s, infatti, al momento prevarrebbe sul Pd sia che il partito di Renzi si presenti da solo, sia in una coalizione di centrosinistra. Nonostante il dibattito sia molto acceso, verrebbe da dire «tanto rumore per nulla».
Pagnoncelli dixit
Dionisia