Il ministro (mafiosamente?) dice: “Se cado io, capisci a me, cade anche Matteo Renzi”. E a voi sembra normale?

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Il Ministro di Polizia (dell’Interno) Angelino Alfano: “Con me cade Matteo Renzi”. E sti’ cazzi? Ci mancherebbe pure che non cadesse Renzi e che, con la sua caduta non si stoppasse la gravissima offesa alla nostra “intelligenza” svilita ancor più del solito dal tentativo di sottrarci gli ultimi brandelli di sovranità nel settore della sicurezza nazionale ed internazionale (vedi Carrai a Palazzo Chigi). L’uomo che doveva dimettersi quando Procaccini, Improta e tanti altri pagarono per lui nel “Caso Ablyazov-Shalabayeva” con la scusa che non ne sapeva nulla degli ordini che lo staff dell’ambasciata del Kazakhstan impartiva al personale del suo Ministero per far catturare ed espellere illecitamente le cittadine centroafricane/kazake ora ci vuol fare credere che non sapeva che i “Pizza” erano associati a delinquere, da sempre, e sodali frequentatori di Totò Cuffaro, e come dice ormai la stampa nazionale dava ordini al ministro stesso. Che I pizza fossero intimi di Cuffaro è cosa di cui, per ora, non sento parlare da nessuno. Un ministro di Polizia consapevole o (peggio?) “babbo” non è certo quello di cui necessità la Repubblica che ha già i suoi pesci/cetrioli/uccelli che volano anche e non solo dalle parti della capitale immorale (intendendo Milano) d’Italia. Santa Ilda Boccassini e santissime intercettazioni. Guai a chi ce le tocca.

Oreste Grani/Leo Rugens