Israeliani e palestinesi accolgono i 5 Stelle, futuri governanti dell’Italia

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Per proseguire il dialogo intrapreso nella prima visita in Palestina effettuata dalla commissione Affari Esteri della Camera nel luglio 2013, una delegazione del Movimento 5 Stelle composta da Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano e Ornella Bertorotta si recherà in Israele e Palestina dal 7 al 12 luglio.
Sono previsti incontri con la società civile e politica dei due popoli, oltre che con la comunità religiosa cristiana. La politica estera del Movimento 5 Stelle segue direttive e coordinate precise: la ricerca del multilateralismo, della cooperazione e del dialogo tra le popolazioni, il rispetto dell’autodeterminazione, della sovranità e della non ingerenza negli affari interni dei singoli Paesi.
Applichiamo gli stessi principi confrontandoci con il conflitto palestinese. Una soluzione della pace – la creazione dei due popoli e due Stati – passa per le scelte che il governo d’Israele saprà prendere nei prossimi anni. E’ chiaro ormai a tutti come lo storico conflitto non ha davanti a sé nessuna soluzione che possa essere militare, né incentrata solo in termini di sicurezza con la costruzione di muri. Si genera solo ulteriore odio e ulteriori circoli viziosi da cui è sempre più complesso uscire.
La soluzione è solo politica e risiede nel rispetto del diritto internazionale, vale a dire nell’applicazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 242 del 22 novembre 1967 che istituisce un ritiro totale dell’esercito israeliano da Gaza, dalla Cisgiordania e da Gerusalemme Est; uno smantellamento di tutte le colonie illegali, il rispetto delle frontiere dei territori occupati nel 1967 e un accordo vero di tutte le parti in causa sul tema del ritorno dei rifugiati palestinesi.
I portavoce del Movimento incontreranno esponenti della società civile israeliana e palestinese, andranno al Museo dell’Olocausto di Gerusalemme. Saranno quindi in visite istituzionali a Ramallah, Betlemme, Hebron e alla Knesset.

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Sembra un secolo fa, era la primavera del 2013, quando non passava giorno che un Volli, un Rights Reporter o alcuni membri della comunità ebraica italiana attaccassero M5S e Giuseppe Grillo tacciandoli di essere una banda di antisemiti e rovesciando insulti gravissimi e lesivi dell’onore di milioni di persone che con il nazismo o il fascismo non hanno mai avuto a che fare; con rabbiosa modestia mi ci metto anch’io tra esse.

Oggi 7 luglio leggo con piacere doppio che una delegazione di deputati del Movimento si recheranno in visita in Israele e ai Territori palestinesi, divisi più che mai. È il secondo viaggio ufficiale che vede M5S impegnato in una delle aree più complessa del pianeta e se penso che un Tony Blair, “l’uomo che si è sbagliato a fare una guerra”, fu chiamato a presiedere una commissione che mettesse pace nell’area, viene da piangere.

Pur non ritenendo i deputati del M5S all’altezza della complessità del luogo, sono altresì certo della loro onestà intellettuale, merce rara presso gli attori del gioco mediorientale. Suddetta onestà è quindi un’arma a doppio taglio giacché manipolabile dai malandrini mestatori che facessero leva sull’impreparazione dei “grillini”, viceversa un’opportunità imperdibile giacché alla base dell’onestà dei deputati si trova il principio aureo del “nessuno deve rimanere indietro” corollario al più generale principio per cui tutti gli individui hanno gli stessi diritti.

Pensando all’uguaglianza dei diritti degli individui, relativamente al conflitto israelo-palestinese, intendo che l’evidente disparità politico-economica dei due popoli sarà un’eterna fonte di conflitto proprio in quanto radice della disuguaglianza. Dalla povertà nasceranno sempre e inevitabilmente disperati pronti a tutto, altrettanto dalla paura sorgeranno atteggiamenti bellicosi e intransigenti.

Si perdoni la semplificazione del ragionamento ma si tenga presente che questo secondo viaggio, unito alla rinuncia di Fiamma Nirenstein di essere la futura ambasciatrice israeliana in Italia, unito al silenzio del web sul presunto antisemitismo del M5S, indica che il mutamento politico in atto in Italia sia preso molto seriamente a Gerusalemme, più di quanto lo sia da molti italiani. Una buona notizia.

Osservando infine il maldestro tentativo di renzi Matteo e del Carrai Marco di impadronirsi delle chiavi della sicurezza informatica italiana grazie alle intelligenze israeliane, non ci scommetterei un centesimo sulla possibilità di successo, forse non mi sbaglio nel valutare che a molti sia venuto in mente che sia ora di smetterla di fare la guerra e di cominciare a parlare con i futuri vincitori e governanti del nostro Paese.

Dionisia