“Ben scavato, vecchia talpa” – In fondo al tunnel della Metro C l’auspicata galera

Intanto si fa sempre più consistente il pressing di chi chiede di interrompere i lavori della tratta T3, San Giovanni Colosseo. “Concentriamo le energie per ultimare i lavori della Pantano San Giovanni, almeno ci sarà un tratto che funziona  dichiara il consigliere Pd Athos De Luca  Per la T3 ancora non ci sono certezze. La Via, la valutazione di impatto ambientale, è stata rilasciata nel 2003, sul progetto preliminare, ma il definitivo del 2010 e l’esecutivo del 2013 sono completamente diversi”.

Dello stesso parere l’architetto Paolo Gelsomini, del comitato Celio e del coordinamento di associazioni “Carte in regola”, che ha presentato una relazione all’assessore alla Mobilità Guido Improta. “In attesa che si stabilisca se tutto il procedimento sia conforme alla legge  recita il documento  chiediamo una moratoria delle cantierizzazioni della tratta T3, quindi anche del taglio degli alberi, almeno finché non sarà consentito alla cittadinanza di conoscere e approfondire tutte le questioni”.

(04 ottobre 2013)©

Improta è indagato, Incalza idem e con loro una decina di funzionari; c’è poco da gioire. L’aspetto positivo della vicenda è che stia avvenendo quanto auspicato qualche tempo fa, ossia che la magistratura agisse in modo preventivo a protezione del voto espresso dai cittadini, oltre 770.000 a favore di una offerta politica diversa, quella proposta dal M5S e dalla cittadina Virginia Raggi.

Mentre la spazzatura si accumula, come previsto nel blog giorni il 7 giugno (by Virginia) e i topi impazzano sulle strade e in Campidoglio, le forze dell’ordine cominciano a fare piazza pulita delle sacche di malaffare annidate nell’amministrazione, bonificando la palude in consonanza delle speranze dei centinaia di migliaia di elettori umiliati e offesi.

Siamo solo all’inizio.

Faccio presente che dei cittadini onesti e da sinistra da sette anni si battevano per avere chiarezza sulla Metro C, Paolo Gelsomini, per esempio, architetto e urbanista per bene, così come Paolo Berdini, nuovo assessore all’urbanistica, indicato dallo stesso Gelsomini quale persona onesta e competente.

Se leggete il documento del 2010 capirete quanto grave sia stato il comportamento degli amministratori della città e chi vuole accusare di incompetenza M5S sappia che sotto i piedi del PD non c’era solo la talpa della Metro C a scavare…

Metro C, soldi e grane. Il Celio dichiara guerra

Venerdì, 30 luglio 2010 – 19:00:00
Così il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici si era pronunciato lo scorso 18 dicembre 2009: “Sono possibili cedimenti differenziati dei terreni fortemente disomogenei con possibili rischi idrogeologici per l’estrema difficoltà a prevedere e controllare i comportamenti dei terreni”.

A sette mesi di distanza dal pronunciamenti, per la tratta centrale delle Metro C arrivano i soldi e pure le grane. A preparare l’offensiva d’autunno è un manipolo di romani, riunito nella potentissima Associazione progetto Celio, decisa a dare battaglia contro la tratta centrale T3, quella finanziata la scorsa settimana dal Cipe e che dovrebbe unire San Giovanni con il Colosseo, lambendo l’Esquilino e appunto il Celio per spuntare proprio davanti all’Anfiteatro Flavio… continua

Ora, è un appello alla magistratura e alle forze dell’ordine, bisogna scavare anche nel parcheggio di via Giulia… chiedere a Gelsomini per delucidazioni: Parcheggio e piazza di via Giulia: quello che non vi dicono.

Dionisia

PS Il libro di Enrico Nocera, Metro C. Roma, Capitale degli sprechi contiene tutta la verità sulla oscena vicenda:

Metro C. Era stata pensata per il Giubileo del 2000. Quindici anni dopo, durante quello straordinario indetto da Papa Francesco, la Metro C di Roma è completa appena per metà. La promessa di viaggiare in pochi minuti dalla periferia di Tor Bella Monaca e Pantano al centro dei fori Imperiali, si è incagliata nei ritardi progettuali, nei costi aumentati a dismisura, nelle pastoie delle inchieste contabili. A tutto danno dei cittadini contribuenti. Il nostro viaggio nel più grande cantiere pubblico d’Italia, parte dalla storia di un progetto nato in embrione nel 1990; passa per i fondi pubblici che scorrono come acqua corrente e si dirige verso un finale che è ancora tutto da scrivere. Al capolinea ci si arriverà mai? Nel contratto d’appalto c’era scritto di sì. Ma i fatti raccontano tutt’altra cosa.