Cittadini del M5S: la politica estera è tutto!

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David Ben-Gurion e Randolfo Pacciardi a Sde Boker nel 1958

CONDANNIAMO HAMAS E LA SUA POLITICA DI VIOLENZA HA DETTO SOSTANZIALMENTE LUIGI DI MAIO NELLA  RECENTE VISITA INTELLIGENTE, OPPORTUNA E PREVIDENTE, IN ISRAELE. E PRIMA DEL PSEUDO GOLPE TURCO.

FORZA, PENTASTELLATO NOSTRO, DOPO AVER OPERATO CON LEALTÀ NELLA TERRA DELLA STELLA DI DAVID A SMENTITA DEFINITIVA DI TUTTE LE AFFERMAZIONI CALUNNIOSE CHE IN TROPPI – PER TROPPO TEMPO – HANNO VOLUTO FARE NEL TENTATIVO VANO DI FERMARE GIUSEPPE GRILLO DA GENOVA E LA CRESCITA CONSAPEVOLE ED ESPONENZIALE DEL MOVIMENTO A CINQUE STELLE. CINQUE LE NOSTRE PIÙ QUELLA DI UNO STATO ISRAELIANO PACIFICATO E IL MEDITERRANEO – A SEI STELLE – VERDRÀ UNA STAGIONE DI PACE E BENESSERE IRRIPERìTIBILE.

VICEVERSA, SE NON SI INAUGURA SUBITO UNA VERA OFFENSIVA DIPLOMATICA, NON CI SARÀ NEL FUTURO PROSSIMO NULLA DA GOVERNARE. ITALIA COMPRESA.

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Durante la troppo breve visita in Israele, Luigi di Maio, nella sua duplice veste di cittadino e di uno dei possibili futuri governanti di questa travagliata Italia, non ha avuto certamente tempo e modi di andare a fare visita alla residenza dove ha vissuto David Ben Gurion, uno dei padri fondatori dello Stato di Israele. Certamente sarebbe rimasto colpito dalla sobrietà degli ambienti e dalla presenza, in una delle stanze della casa del creatore di Israele, di un grande ritratto del massimo teorico della non violenza e stratega indiano, il Mathama Gandhi.

Nel kibbutz di Sde Boqer, a pochi chilometri da Beersheba, David Ben Gurion, condottiero militare, ha voluto lasciare in eredità del suo travagliato e guerriero (per necessità) popolo, un testamento spirituale elevatissimo appendendo quel ritratto. È sembrato dire che lui stesso riteneva la strada vincente del futuro quella del “non violenza”  in cui finalmente il genio che è in ogni uomo troverà modo di esprimersi. Non poteva sapere (così come nessuno ad oggi sembra saperlo) che il punto di partenza di questo lungo percorso di pacificazione sarebbe stata quella casa nella sua oasi.

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Casa in cui si deve tornare a riflettere che l’unica strategia vincente è quella che anticipa nei mezzi il fine dimenticando il fuorviante “il fine giustifica i mezzi”. E questo “dettaglio” dei mezzi che si devono scegliere e adottare in coerenza con le finalità superiori è l’elemento che più caratterizza i cittadini che si sono organizzati nel M5S. E questo tassativamente al di là delle stupidaggini che per troppo tempo si sono fatte artatamente girare nella Comunità Ebraica Italiana/Romana preferendo agli onesti “grillini”, dei gaglioffi neo nazisti alla Gianni Alemanno.

Ben Gurion ha vissuto la sua vita mentre di sviluppava in tutta la sua forza “creativa” l’era delle scienze informatiche che, a loro volta, hanno inaugurato l’ “era dell’intelligenza” i cui strumenti operativi oggi sono a disposizione di ogni giovane. Su questo terreno tecnologico si basa la forza intelligente di Israele, compresa la sua difesa militare e le attività dei suoi servizi di intelligence; sul governo e l’uso sapiente di questo tessuto connettivo elettronico si è basata la vittoria del M5S. Grazie a questa condivisione strategica (che è prioritariamente culturale) si deve dare vita ad una relazione intelligente, costante e permanente, tra intellettuali ebrei e quei previdenti cittadini italiani, organizzatisi nel (e grazie) al M5S. I temi trattati devono essere tutti attinenti al fine ultimo superiore che è quello di fare scoppiare la pace. Prioritariamente nel Mediterraneo. Gli scambi epistolari, ad esempio (oggi favoriti dalla posta elettronica che certifica i contenuti e, se si vuole, rende pubblica ogni affermazione impegnativa) furono intensissimi tra David Ben Gurion e Gandhi e, da anni, il professore Ilan Troen li ha “religiosamente” classificati e conservati. Non c’è nulla di male ad organizzare una lettura, anche a distanza, di tale  corrispondenza e ispirarsi nei ragionamenti politici e diplomatici a quella offensiva di pace che mi permetto di suggerire e che ritengo essere indispensabile. Questa sarebbe l’inizio di una politica estera sofisticata ma “concretissima” nel significato etimologico profondo del termine: con-creto = cum crescere, cioè crescere insieme. Senza un’Israele colta e responsabile non ci sarà Pace nel Mediterraneo. Amici pentastellati, il vostro dovere di futuri (imminenti!) governanti del nostro popolo è quello di lavorare, con anticipo, all’amicizia tra l’Italia e Israele, legame saldo basato prioritariamente su certezze culturali.

Ispirandosi ai pensieri di quei due grandi, Gurion e Gandhi, G&G, ci si può ritrovare a scrivere di letterature, medicina, arte, filosofia, scienze e soprattuto di agricoltura e di acqua. E scrivendo e confrontandosi su tali temi, creare i presupposti di una “diplomazia intelligente” senza la quale nulla sarà possibile. Che l’emozione certamente provata durante la fugace visita da Luigi Di Maio non rimanga “lettera morta”. Che di morti ammazzati da quelle parti se ne contano anche troppi. Che tacciano gli esplosivi e che “scoppi” la Pace.

Anticipando il fine nei mezzi, cominciamo a mettere in un cantuccio i troppi Marco Carrai che di dialogo e cum crescita sembrano sapere troppo poco. Ci sembrano più ferrati nel “tornaconto personale”.

Oreste Grani/Leo Rugens