Ettore Bernabei ha “ceduto” a 95 anni

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È morto Ettore Bernabei, lui sì “militante” dell’Opus Dei e non come troppi chiacchieroni che millantano l’appartenenza alla potente Prelatura o che alimentano su di se voci per apparire potenti.  Aveva “solo” 25 anni più di me (siamo entrambi di maggio) ma avendo avuto uno dei suoi tanti figli (Marco) compagno di liceo (per un periodo anche compagno di banco) ho sempre pensato che fosse molto più anziano. Effetto della suggestione del tempo che passa. È morto quindi “solo”a 95 anni e ancora poco tempo addietro, in pubblico, diceva cose sagge come solo chi ha vissuto una stagione irripetibile come quella della ricostruzione post bellica. In molti lo ricordano come il direttore generale della RAI degli anni del boom economico. Io lo voglio ricordare come quello che pur da cattolico apostolico romano aveva fatto in modo che la RAI fosse soprattutto “laica” capace cioè di favorire la libera ricerca non chiudendosi in un solo credo ideologico prefigurando e condizionando fin dall’origine la formazione delle scelte. Si sarebbe detto il contrario in quanto democristiano (fanfaniano) di ferro. Ma non fu così! Grazie anche a uomini come Bernabei abbiamo potuto vivere una stagione laica e una condizione (nel suo caso una RAI e altre strutture IRI) in cui le decisioni si commisuravano esclusivamente sulla qualità dei fini e sulla coerenza dei mezzi per raggiungerli. Qualità dei fini che si portavano dietro disponibilità al dialogo e alla comprensione dell’altro da se. Per quello ancora adesso si dice che quella RAI fece cultura. Lo dico da repubblicano storico che sempre ha guardato con sospetto gli eccessi dell’Opus Dei. Ma non quello dell’agire di Ettore Bernabei.

Se esistesse il Paradiso in cui credeva, un posto d’onore gli spetterebbe di diritto. Se mai, nella assoluta casualità, dovesse leggermi, mando un saluto affettuoso a suo figlio Marco persona altrettanto onesta e intelligente.

Oreste Grani

L’amico Pompeo De Angelis, firma apprezzatissima di questo blog, ha conosciuto bene Ettore Bernabei. Nel salutarlo affettuosamente e nell’augurargli un buon Ferragosto, gli chiedo di scrivere, se lo ritiene, un ricordo del “Direttore” del Popolo e della RAI.