Veltroni, i derivati tarocchi comprati a Roma quando era sindaco, le elezioni a Siena del 2011 e il MPS di Gaetano Caltagirone

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“Il grande mistero, in particolare, sono i derivati comprati nel 2002 da Walter Veltroni. Ma non posso dire di più”.

Vittorio Frongia, Vicesindaco di Roma, 19 agosto 2016.

Mistero misterioso o semplicemente “Segreto di Pulcinella”? Segreto di Pulcinella, solo che ora ci sono le condizioni politiche per le quali nulla ormai è impossibile.

Condizione geopolitiche mutate e perché, come dice Giuseppe Grillo da Genova, la parola “impossibile” è stata cancellata dal vocabolario della lingua italiana da quando Casaleggio e lui stesso, 7/8 anni addietro, dopo una lunga e ragionata preparazione, hanno cominciato la lunga marcia per liberare l’Italia dalla dittatura partitocratica.

I derivati di Weltroni a Roma come il MPS di Mussari, Ceccuzzi, Bisi e tutti gli altri (fino agli assassini di David Rossi), sono al capolinea e solo l’affollamento dei troppi procedimenti penali impediranno di capire bene come è andata e chi fossero i pupari.

Ma perché questo non avvenga saremo in prima linea.

Sia a Roma che a Siena, dove i legami (potere imprenditoriale e finanziario a Roma, potere imprenditoriale e finanziario a Siena, stessi anni, stessi nomi, paccchetti azionari dentro il MPS, stessa protervia, stesse alleanze) sono facilmente ricostruibili anche solo pazientemente rileggendo i post di questo marginale ed ininfluente blog. E noi ce lo possiamo permettere di non dimenticare perché c’eravamo a Siena, nella primavera del 2011 e eravamo a Roma, prima e dopo quella stagione disgraziata in cui perdemmo le elezioni contro quell’associazione votata al male dei nostri compatrioti, fatta dei troppi Verdini, dei troppi Mussari, dei troppi Bisi, dei troppi Gaetano Caltagirone e dei troppi Walter Veltroni che abbiamo tollerato, per troppi anni che saccheggiassero l’Italia. A proposito del “per bene” Walterino sappiate che lo ricordiamo a Siena quella sera, nella primavera del 2011, negli ultimi giorni di campagna elettorale, a sbracciarsi a favore di quell’ebete di Franco Ceccuzzi perché vincesse e, vincendo, e divenedo Sindaco di Siena, ritardasse la resa dei conti al MPS? Pensate che non ricordiamo Veltroni argomentare del valore di quel imbarazzante burocratino di partitello che andava sostenuto come soluzione alla catastrofe che in molti ormai sapevamo ci sarebbe stata? Veltroni era a Siena nella sala gremita di Santa Maria della Scala perché, sostenendo Ceccuzzi e gli avanzi della sinistra, in realtà si schierava a difesa degli interessi di Francesco Caltagirone in quel momento maggiore azionista “privato” del mitico saldissimo MPS! Il “Sistema Roma” che si faceva sotto a Siena. O viceversa. Un disastro a Siena, una voragine a Roma. In entrambi i grovigli troviamo Walter Veltroni e Francesco Gaetano Caltagirone. Uniti rizomicamente da Giuseppe Mussari. Noi eravamo in sala a “segnarci” i volti dei complici, a fissare nella memoria le parole di elogio alla banda di malfattori. Noi. E non un nostro cugino, zio, amico. Ce li segnammo e, sconfitti dal loro strapotere e dalla viltà dei traditori, da allora abbiamo saputo aspettare. Altro che Norimberga ci vorrebbe.

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Facebook condiviso da Alessandro Nasetti

Ma questo è un pensiero di noi che siamo stati atlantisti, sinceri amici dell’America e non kennedyani d’accatto dell’ultima ora. Come il vostro amico Walter Veltroni. Con cui, per il Macro e il denaro che, per sentenza definitiva, ci doveva dare, abbiamo una questione di tipo personale. Un po’ come come con Claudia Gioia, mandante dell’omicidio del generale Licio Giorgieri. Ma questa, come al solito e come si dice, è un’altra storia. Che, ormai, è arrivato il tempo di raccontare.

Oreste Grani/Leo Rugens