Ma cosa sapete di Altiero Spinelli e del conte Richard Coudenhove-Kalergi?

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In queste ore, nei telegiornali sento citare Ernesto Rossi, Altiero Spinelli, la resistenza alla dittatura fascista, il confino a Ventotene e rimango sconcertato che di questi riferimenti storici se ne stiano impadronendo personaggi come Attanasio cavallo Vanesio “Matteo Renzi”, o il massimo esponente del nulla organizzato francese cioè il colbaccato François Hollande e la signora Merkel che cresciuta “silente” nella DDR comunista post nazista senza mai emettere un “fiato” resistente a tale dittatura, mi sembra che di lotta ai tiranni sappiano poco. Come penso sappiano pochissimo su Coudenhove-Kalergi e sul silenzio che circonda questo personaggio nei Paesi che lor signori “governanti europeisti” rappresentano.

Parlare di Altiero Spinelli e dell’Europa di Ventotene senza sapere nulla di Cudenhove-Kalergi e della sua Paneuropa, è come parlare di integrazione con i musulmani ignorando che in realtà la loro religione si basa, come quella dei cristiani e degli ebrei, sull’Antico Testamento.

Ignorando tutto dell’Antico Testamento i nostri governanti sono smarriti (comunque disarmati) di fronte a molti dei comportamenti degli immigrati mussulmani che appaiono del tutto incompatibili con la nostra cultura ma che in realtà sono facilmente riconoscibili nei dettami della Genesi e dal Levitico, testi in auge presso gli ebrei al tempo della comparsa di Gesù e che troviamo anche descritti nei Vangeli perché Gesù (provate a ricordarlo) li combatteva: la poligamia, la lapidazione delle adultere, l’impurità delle prostitute, la minorità e il nascondimento delle donne (altro che burka ridotto a questione di costume da bagno), il tabù del sangue, la legge del taglione con la mutilazione proporzionale delle membra, il “sacrificio” degli animali, l’ossessione ritualistica nel rispetto delle preghiere e dei digiuni. Immaginate di quali complessità stiamo parlando se la rinuncia formale al “sacrificio degli animali” gli Ebrei d’Europa lo sanciscono solo nel 1807 al momento della firma dello Statuto di libertà pattuito con Napoleone Bonaparte e che nell’attuale Stato di Israele sono presenti numerosi gruppi di “ortodossi” che lo hanno ripristinato insieme a molti altri precetti inclusi quelli che riguardano la “tabuizzazione” delle donne. Che in ogni sinagoga del mondo sono “separate” dagli uomini.

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Alcuni anni addietro Angela Merkel (la vera capessa dell’Europa che, ignorandone forse l’esistenza, appare consigliata opportunamente perché il programma europeista di Coudenhove-Kalergi venga pedissequamente eseguito) cominciò a stupirsi che esistessero dei tribunali islamici di fatto che emettevano  in Europa e in Germania in particolare, sentenze secondo le leggi dell’Antico Testamento: parlo di quei padri e quei mariti che uccidono le mogli o le figlie, le mutilano del naso e delle labbra, le tengono chiuse in case, le obbligano a portare il corpo e il volto coperto. Altro che burkabikini o andare al mare a mostrar le chiappe chiare, come recita la nostrana spensierata canzonetta. Questi ignorantoni vanno a Ventotene  e parlano di Altiero Spinelli ma è come ritenere che si possa dare sostanza alla “tedeschità” a cui pensava Coudenhove-Kalergifare (era austriaco!) dell’Europa banalmente passando per una moneta unica (cioè il marco camuffato), una “religione unica” (cioè nessuna), un governo unico (cioè quello tedesco). Tutte cose impossibili stando il livello culturale dei nostri governati. Senza conoscenza dell’antropologia, della storia, della psicologia sociale nulla sarà possibile. Non a caso la bandiera europea nessuno sa cosa significhi e il Preludio introduttivo all’Inno alla Gioia di Beethoven non riuscirà a divenire mai un “inno” perché non ha parole in quanto è solo orchestrale. Così non si è discusso sulla lingua e sul poter cantare tutti noi europei il nostro inno. Niente parole, niente inno, niente memoria, niente evocazioni, niente futuro. Come è stato e come sarà.

Un solo cenno a Richard Coudenhove-Kalergi e alla sua invenzione della Federazione degli Stati Uniti d’Europa.

Nel 1923 Coudenhove-Kalergi pubblica il saggio “Paneuropa” dove espone i motivi per i quali è necessario realizzare una federazione degli Stati d’Europa.

Sulla copertina del libro compare il simbolo scelto per la costituenda unione europea: una croce rossa che sovrasta il sole dorato, simbolo che era stato l’insegna dei Rosacroce o di quella “setta” che così si è sempre chiamata. Che sia esistita o meno (vedi in calce).

“La croce rossa delle crociate del Medioevo è il simbolo più antico dell’unione europea sovranazionale. Oggi essa è diventata il simbolo dell’umanesimo internazionale:il sole rappresenta lo spirito europeo il cui irragiamento ha illuminato il mondo intero. La civiltà greca e la civiltà cristiana (chissà perché rimosse Roma e la costruzione giuridica repubblicana prima e imperiale poi? ndr) – la croce di Cristo sul sole di apollo – formano il fondamento durevole della cultura europea”. Questo è un passo tratto dal saggio di Coudenhove-Kalergi “J’ai choisi l’Europe” che certamente i consiglieri culturali del Califfo hanno letto e che i nostri tre cavalieri senza macchia e senza colpa, oggi presenti a Ventotene, ignorano che sia mai stato scritto. Dal vero ispiratore dell’europa farlocca come oggi la conoscete e a cui si ispirarono malamente i fondatori di quell’aborto che oggi è sotto gli occhi onesti di chi vuol vedere.

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Coudenhove-Kalergi era nato a Tokyo nel 1894 dove il padre era – semplicemente – ambasciatore di Francia, e dopo aver sposato – semplicemente -una principessa giapponese era vissuto a Vienna in una atmosfera cosmopolita dove vivevano anche semplicemente Wagner, Bismark e compagnia cantando. Cominciò da giovanissimo ad interessarsi al progetto di un Nuovo Ordine Internazionale Mondiale basato su una Federazione di nazioni guidata dagli Stati Uniti d’America. Quando si dice che ci sia un disegno e gli anticomplottisti rispondono che sono tutte cazzate, sarebbe importante mordersi la lingua ed approfondire quale sia il disegno di cui si parla e chi, appartenendo a quei mondi elitari (quali ad esempio re, regine, miliardari che hanno fondato e difendono questa Europa dell’Euro!!!!!!!), lo ha accolto e coltivato pedissequamente.

La mondializzazione fu indicata come il vero obiettivo del Movimento e da allora, come vedete, siamo di fronte ad una “globalizzazione” del mercato e della circolazione delle merci (anche umane!) ma certamente senza alcuna soluzione del problema della convivenza pacifica e dello sviluppo umanistico nel rispetto di madre natura. Anzi guerre, guerre e consumo del pianeta datoci in prestito. Altiero Spinelli si forma culturalmente in ambienti che ereditano la visione del Conte Richard Coudenhove-Kalergi e di una massoneria (semplifico con questa espressione cose che vedevano essere ammiratori del pensiero elaborato nel Movimento Paneuropa figure tra di loro – apparentemente – diverse) di tipo globalizzante e destinate, come accade a generare solo ed esclusivamente sopraffazione dell’Uomo sull’Uomo.

Siamo parlando di aristocratici (in tutti i sensi) che dei popoli non gliene mai fregato un ben amato….

Tornerò appena è possibile su chi aveva amato subito e sostenuto, con grandi finanziamenti, il pensiero di Coudenhove-Kalergi. Vi prometto che rimarrete stupiti. Cose complesse che poco si addicono a uno come Matteo Renzi che pensa che la Massoneria sia quella del suo fratellino Denis Verdini o del cattomassone Giancarlo Elia Valori.

Oreste Grani/Leo Rugens


LA CONFRATERNITA DEI ROSA CROCE NON È MAI ESISTITA! AFFERMAZIONE VERA, FALSA O “AUTENTICA”?

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“Il mondo è una rosa, respirane il profumo e passala al tuo amico”.
Proverbio arabo.

Oggi, sperando di non recare offesa a nessuno, dedico un post ai ” Cavalieri di Rosa-Croce”. Lo faccio per dare un ulteriore contributo alla tesi che “l’affidabilità di una fonte, è tutto”.
Fu in Germania che, agli inizi del sec. XVII, si cominciò a parlare di questa associazione a carattere teosofico.
Essa sarebbe stata collegata ad un certo Rosenkreutz che, secondo l’anonimo scritto “Fama fraternitatis Rosae Crucis” (1614), sarebbe vissuto nel sec. XV e, viaggiando in Egitto e in Palestina, sarebbe stato iniziato alle scienze occulte. Ritornato in Germania, con sette compagni, avrebbe fondato la “Confraternita dei Rosa Croce” che sarebbe dovuta rimanere segreta per 100 anni e che si prefiggeva la riforma del Mondo.
Questa dei Rosa Croce, pare che si tratti (è qui emerge in tutta la sua complessità, la questione dell’attendibilità di una fonte e di quanto sia difficile risolvere la “triplice” possibilità di ciò che è vero, falso o autentico) d’una leggenda, inventata, “di sana pianta”, dal teologo luterano Johann Valentin Andrea (1586 – 1654) con l’intento di mettere in ridicolo le pratiche dell’occultismo e indicare altre strade ai luterani per la loro eventuale elevazione spirituale.
L’ipotesi quindi è che tutto quello che da quella data in poi si determina intorno al “pianeta rosa crociano”, sia frutto di una “misura attiva”, di un fatto costruito ad arte per “sfottere” e denigrare alcuni ambienti di cui si è avversari e che, viceversa, da quel momento, innesca un groviglio di suggestioni culturali che è ancora sono in essere.
Il teologo luterano, non venne capito; anzi, dopo la comparsa dello scritto citato, una schiera di alchimisti, astrologi, occultisti si pose alla ricerca dell’Ordine dei Rosa Croce, dando vita ad un movimento che dalla Germania si estese all’Europa.
Gli adepti, accanto alle pratiche occulte, professavano oscure dottrine (badate bene, tutte basate su una “bufala/burla”) credendo, tra l’altro, che il Mondo, ormai vicino alla fine, sotto la loro direzione avrebbe subìto un completo rinnovamento. Passano gli anni e l’inattendibilità, figlia di altre inattendibilità, genera altre “bufale”, fine ad arrivare ad indicare, in alcuni ambienti, col nome di “rosa-crociani”, coloro che asserivano di avere rapporti con il mondo invisibile.
In altri ambienti ancora o, a volte, negli stessi, il termine verrà usato per indicare un grado di iniziazione massonica e, in particolare , nel sec. XIX fu riservato a “dignitari” della Massoneria.
Che Valentinus Andreae, con altri “intellettuali” suoi amici, scrivendo (da anonimi!) “Fama fraternitatis Rosae Crucis”, volessero indicare ai luterani una via di perfezionamento religioso che mutuava molti contenuti dai mistici fiamminghi del XIV è ormai, grazie al lavoro scientifico di Paul Arnold, certo.
Per disgrazia del gruppo (e di tutti noi) il testo venne preso alla lettera e interpretato secondo una chiave alchemica del tutto diversa da quella mistica che era stata nelle intenzioni dei redattori. Ne nacque una gran confusione (che ancora dura e dentro la quale molti “furbacchioni” ci sguazzano per turlupinare i “fratelli” creduloni) a cui Johann Valenti Andrea tentò di mettere fine scrivendo “Le nozze chimiche di Cristian Rosenkreutz, terzo dei manifesti resi pubblici dalla misteriosa “Confraternita dei Rosa Croce”, in cui cercava di chiarire, una volta per tutte, che la Confraternita non era mai esistita e che il lavoro letterario fino a quel momento svolto sotto anonimato voleva essere solo un incitamento ai cristiani riformati a migliorarsi mediante la penitenza e la contemplazione. Peggio che andar di notte! Nessuno credette alle smentite e…ancora si parla dei Rosa Croce. Peggio di quando si tenta, oggigiorno, di smentire una affermazione “falsa”, postata in “rete”.

Oreste Grani