Disinformate, disinformate, qualcosa rimarrà!

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La Stampa di Torino scopre che a Roma si paga quattro volte (400% in più) quanto si paga a Milano per la raccolta dei rifiuti. Senza che si faccia sostanzialmente come andrebbe fatta. Lo scopre solo oggi e “sbatte” tale “mostruosità” in prima pagina.

Come 47 anni addietro quando i giornali, e fra questi La Stampa, scoprirono e sbatterono in prima pagina il Mostro Valpreda come autore dell’attentato di Piazza Fontana a Milano.

Ci furono addirittura testate come la Notte di Milano che arrivarono a scrivere in un vero delirio: ” Ci si meraviglia che quattro (i numeri tornano! ndr)ragazzini omosessuali (siamo al top del top! ndr) buttino le bombe e compiano le stragi. Per forza: era bloccata la forza pubblica, era bloccata la magistratura, i ribelli erano sicuri dell’immunità e si consideravano padroni della piazza. In queste mani è l’Italia. È il centro-sinistra (!!!!!!!!) che ve l’ha portata nel giro di un quinquennio”.

Come a dire oggi  che “è tuta colpa dei grillini se a Roma c’è la monnezza”.

Lo schema del diagramma della febbre emotiva indotta dal fuoco incrociato degli informatori (alimentati – all’epoca – in Questura in quanto presi tra i criminali e parallelamente tra i giornalisti di nera e di bianca) segue sempre lo stesso arco: dal particolare (le persone destinate ad essere considerate i colpevoli del fatto), si sale allo strato intermedio degli ispiratori del malfatto (i Beppe Grillo e i Casaleggio della situazione) poi a termini generali cari a chi ha ispirato la misura attiva, l’operazione sotto falsa bandiera, il becchime per i polli (in questo caso i grilli più che i polli) o altro, per poi scivolare di soppiatto e tornare al particolare (le olimpiadi del 2024) che alla fine va a coincidere con l’obiettivo finale ma anche e soprattutto con il potere che va di pari passo con il denaro e il “rispetto” di chi ha denaro e potere.

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Come si usa e si pensa nelle Mafie. Questo è sempre lo stesso stucchevole schema, il traliccio della manipolazione informativa risultato di annosi servizi resi a chi di dovere nei servizi (ricordate i vari Renato Farina, o Guglielmo Sasinini?) o di reazione istintiva dei subalterni a chi si ritiene che sarà il vincitore o il futuro datore di lavoro.

Naturalmente stile e tecniche dell’imbastitura della notizia si intersecano continuamente, nel taglio, nel frasario, nell’uso dei titoli e degli articoli, nella collocazione dei pezzi o negli atteggiamenti e nei toni di voce per chi va in video.   

Per cui un tempo il mostro era Pietro Valpreda e oggi Virginia Raggi ma la leccata di culo è sempre la stessa e il maleodorante sfintere del potere sempre quell’olezzo diffonde. Ma ci sono gli affezionati del genere e noi, come si sa, non neghiamo a nessuno la sua perversione di turno. Basta che rimangono ad un palmo dal nostro lato B.

Era tempo che non si sentivano vibrazioni stucchevoli – quasi indignate – della voce o della scrittura di chi sente che i “grillini” hanno passato la misura e la difesa della Nazione urge.

Pena la fine della civiltà della corruzione e del malaffare.

Il mosaico della manipolazione informativa è una scienza un tempo per pochi; oggi alla portata di ogni ufficetto di disinformatio.

Già nel lontano 1990 avevo dato vita ad una ricerca automatica da fonti aperte (trenta testate tra le più autorevoli del mondo in quattro lingue venivano lette da “sintetizzatori” umani) che prevedeva ad esempio la classificazione e la catalogazione anche per collocazione del pezzo nella testata. La rassegna ragionata (Arthemis) veniva consegnata ai vertici dell’IRI, a mezzo governo, a La Repubblica o a uomini quali Lorenzo Necci, dominus delle Ferrovie o a Raul Gardini stesso. E ad altre decine di personalità dell’epoca. Penso di sapere quanta attività “spintanea” è in corso perché il messaggio che “i grillini sono come tutti gli altri se non peggio”  si radichi nella mente di quanti più elettori possibili. Non  vedete che gente che non si è accorta di nulla per anni oggi infarcisce i pezzi o gli interventi di misure precisate come fossero oggettivamente autentiche? “Dati sciiiiiiiiiientifici”, direbbe l’indimenticato Vittorio Gassman nei Mostri appunto. Ogni dato, oggi telefonata, ogni commento, viene riferito con toni per poter nella apparente spontaneità essere attribuito a quei delinquenti ipocriti dei grillini fino ad arrivare a chiederne la morte politica.

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Come quei pezzenti che chiedevano la pena di morte per Valpreda o Pinelli.

A Pinelli gliela comminarono addirittura. De Luca, il delinquente salernitano, senza pudori, quasi fosse uno di quelli che definivano Valpreda mostro-pederasta, belva oscena e ripugnante, penetrata fino al midollo della lue comunista, ieri ha chiesto che Di Maio, Fico, Di Battista venissero passati per le armi per la sola colpa di essere esponenti del M5S!

Colpevoli come la belva umana (il ballerino Valpreda) che gettava rettili nei teatri per odio alla borghesia. Sembra di risentire e rileggere la prosa di quegli anni che ci riferiva come nel circolo degli anarchici, frequentato da Pino Pinelli, circolavano (che si fa in circolo se non circolare? ndr) ragazzine di quattordici anni in minigonna e uomini maturi con barba e capelli lunghi.

Poi abbiamo scoperto, negli anni, che le ragazzine di 14 anni se le scopano, ai Parioli, quelli tipo il marito della dottoressa Alessandra Mussolini che capelli lunghi e barbe incolte non mi sembrano portarne. Se dovessimo andare per testate, Il Messaggero di Roma (oggi nelle disponibilità di Francesco Gaetano Caltagirone) arrivò a dire che Valpreda sarebbe passato alla storia come il massacratore di innocenti di piazza Fontana. Stiamo ancora aspettando!

Tenete conto che con il denaro pubblico per anni camuffato sotto mille furbizie e cavilli una fogna come Il Messaggero ha ricevuto tonnellate di denaro pubblico e i contributi alla CASAGIT di questi pezzenti di contro-informatori perché andassero in pensione belli grassi grassi li avete anche e non in piccola parte pagati voi tutti.

Mi fermo, stanco di ricordare quanta miseria umana c’era in quei “per bene” giornalisti e disinformatori di professione.

Mi voglio concentrare sui miserabili contemporanei, forte del fatto che c’ero allora e che ci sono ancora oggi e che riconosco la canaglia e il suo olezzo.

Chiudo con una nota di speranza: ritengo che i consiglieri strategici di questa operazione “Caccia ai Grilli” abbiano fatto i loro errori di calcolo applicando schemi datati e rimuoventi (anche se ad un esame superficiale così potrebbe non sembrare) il dato sovrano dell’esistenza della rete.

La cosa eversiva e destabilizzante (continuo a sostenere che la Sindaca Raggi è espressione della volontà popolare e ogni complotto contro di lei potrebbe configurarsi come un reato gravissimo se non un vero e proprio attentato alla Costituzione) è solo apparentemente ben fatta (e vincente) tanto che ho il dubbio che sia il padrone stesso (ormai un signore troppo avanti negli anni e con troppi chili addosso e culturalmente, sin dai tempi dell’Università, i fatto un mediocre) che la guida confortato da un quasi suo coetaneo forse un po’ meglio ma solo poco, poco, poco meglio.

Pezzenti miliardari (non più!!!!!) vi stiamo aspettando a Filippi.

Così come i vostri piccoli sorci lecca culo. Scusandomi con i ratti molto molto più intelligenti e lungimiranti di questa teppaglia. Altro che pena di morte invocata da De Luca il gaglioffo salernitano.

Sarete travolti nei vostri beni e questa volta non ci sarà nessun “pompiere pentastellato” a soccorrervi, troppo preoccupato per le sorti della democrazia. Questa volta nessuno vi salverà, neanche e tantomeno Beppe Grillo a cui dovete, cretini, di essere ancora dove siete. Nessuno vi salverà, se sarete ancora vivi. Perché, come chi crede veramente sa, le vie del Signore sono infinite.

E un bell’arresto cardiaco non si nega a nessuno.

Il top sarebbe se l’arresto cardiaco uno lo se lo beccasse alla vista delle Fiamme Oro o Gialle che dir si voglia. Ad esempio vedendole sfrecciare a Corso Francia dalle parti di un ex albergo fatto diventare a suo tempo uffici.

Oreste Grani/Leo Rugens che continua a rischiarsela ma che non può tacere davanti a tanto scempio di verità.