Possibile che in Nigeria non ci sia l’anagrafe organizzata elettronicamente? Che non ci sia l’anagrafe quindi.

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Sento parlare parlare da decine d’anni della minaccia implicita nelle ondate immigratorie fuori controllo generatesi in Paesi coinvolti drammaticamente in conflitti armati e/o “trattati”, da altri paesi, con brutale sfruttamento economico e/o culturale. Torno a dirvi (come ho asserito – mai smentito – in altri post di questo blog) che sono il coautore/ideatore, in accordo con il noto analista di geopolitica Antonio De Martini e con tale Jaro Novak, di un progetto (mai divenuto reale), presentato – quasi venti anni addietro – alle nostre autorità di sicurezza (Ministero dell’Interno nella persona di uno dei suoi massimi dirigenti dell’epoca Ansoino Andreassi) e mai divenuto comportamenti organizzati. Torno a dirvi che il Progetto portava la sottotitolazione esplicita “verranno anche a nuoto”. Chiedevamo, per l’implementazione dell’iniziativa, 620 milioni di lire cioè 300.000 euro di oggi. La somma ci fu rifiutata nonostante ci venisse detto, per scritto a firma di Andreassi, quanto fosse ben pensato e lungimirante il nostro approccio. Tenete conto che 300 mila euro è quanto, a spanne, si spende oggi, al giorno, per non fare nulla di organico e ragionato in questo campo che si prepara a divenire il nodo gordiano della sopravvivenza dell’Europa e del nostro Paese così come lo conosciamo.

Dopo venti anni, leggo, intorno a questo tema, che “nelle linee guida della Cooperazione italiana allo sviluppo per il triennio 2015-2017 (mi sembra che ci siamo) è prevista la definizione di un approccio regionale per tre macro-aree (Nord Africa- Medio Oriente; Africa orientale; Sahel) considerate prioritarie per l’Italia in ragione di motivi storici, politici, di spessore delle relazioni bilaterali nonché di rilevanza per le tematiche dello sviluppo e per le sfide umanitarie”. Ma come parlano e scrivono bene gli addetti ai lavori della “grande papppppppata” che comincia con quando si genera l’orrore a discapito di quelle terre e di quelle genti costrette a fuggire e finisce con Buzzi – Alemanno – Odevaine – Carminati che li aspettano al varco. Plaudente la Camorra e tutti gli inscatolatori di pomodori d’Italia. Per non parlare dei clienti/arrapati attratti dalla giovane carne nera che scelgono di andarsi a sfogare, a bassissimo costo, lungo le strade consolari di mezza Italia.

Leggo inoltre che esiste una “cosa” che si chiama Africa Act (come Job Act!!!), proposta dal gruppo parlamentare della camera del PD e commentato con grande interesse (!!!) dal Governo Italiano e dai responsabili della Cooperazione Italiana.

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È una proposta organica di fare sistema (siamo ancora a queste banalità, amici lettori) tra le diverse entità istituzionali e private italiane interessate (!!!!!!) alla cooperazione con l’Africa per dare un ruolo di protagonista al nostro paese in un continente che, per tanti motivi (ma veramente??????????), deve essere tra le priorità (non posso credere che si possano leggere ancora tante espressioncine rituali e odorosette di santità mentre è in essere un vero massacro per terra e per mare) dell’agenda internazionale.

Mi fermo (ma se mi provocate vi rovescio addosso metri lineari di banalità e pensierini ipocriti  che gli addetti ai lavori sciorinano ovunque gli sia dato modo di parlare e scrivere), inverto la rotta e affermo: mi si dice che nel più popoloso paese africano, la Nigeria, forte di 180/200 milioni di abitanti (in crescita esponenziale), non esista un’anagrafe informatizzata sulla base della quale impostare una qualunque politica di sicurezza di quella nazione specifica e per l’Europa mi sembra sotto invasione costante e permanente. Prima fra tutti l’Italia.

Mi dicono che non solo non c’è di fatto l’anagrafe ma neanche il catasto e la motorizzazione. Direte, ma non lo sapevi?

Non si può sapere tutto ma quello che non avrei voluto sentirmi dire che, da oltre dieci anni, qualcuno, in Nigeria e in Italia, tenta, vanamente, di porre, il problema di tali assenze, suggerendo anche come fare, ma che le autorità nigeriane, in continuo turnover, fanno “spallucce”.

O meglio, annunciano, sembrano avviare, ma non danno sostanza.

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Con sommo gaudio di Boko Haram e di tutti i suoi amici tagliatori di gole. Mi dicono anche che nonostante da oltre dieci anni la National Planning Commission, massimo organo istituzionale della popolosissima nazione, abbia firmato un “accordo di servizio” (di fatto un contratto) affidando la realizzazione del lavoro al gruppo (costituito da cittadini consapevoli e lungimiranti italiani e nigeriani) che lo aveva ideato e sollecitato indicando nel testo del documento la volontà di avvalersi delle conoscenze e competenze di organizzazioni e aziende italiane esperte del settore, alla fine tutto tace e nessuno sembra muovere un dito. Eppure Gentiloni, Ministro degli esteri e della Cooperazione, in Nigeria c’è stato anche recentemente e avrebbe dovuto capire che un Paese senza anagrafe “informatica” è un Paese sostanzialmente “senza” anagrafe per cui, si direbbe dalle nostre parti, che le chiacchiere stanno a zero e che ogni iniziativa di contrasto all’illegalità pesta acqua in un mortaio. Nel Grande Mortaio Mediterraneo, dove acqua e morti (vedi mortaio) se ne trovano in abbondanza. Moltissimi sono nigeriani. Ma a che gioco giochiamo? Altro che quei dilettanti del Comune di Roma organizzazione pseudo mafiosa! Forse qualcuno intorno alla questione nigeriana sta semplicemente giocando al Grande Gioco e per primi quegli inglesi (le Sbs unità di forze speciali della Royal Navy) che, non lo dimentichiamo, in modo maldestro, provocarono la morte del nostro compatriota ing. Franco Lamolinara, dipendente della compagnia Stabilini Visioni Limited. Era il non lontano 8 marzo 2012 e ci trovavamo a Sokoto. L’ingegnere era stato sequestrato il 12 maggio del 2011 dal gruppo terrorista denominato Boko Haram espressione che dovrebbe voler dire in italiano  “l’educazione occidentale è peccato”. Come in altro post abbiamo detto il Grande gioco è per pochi. Forse, se le notizie in mio possesso fossero vere, non è per le nostre autorità competenti.

Torniamo alla Nigeria 4 anni dopo quel bruttissimo episodio.

Qualcuno asserisce quindi, non smentito, anche recentemente e neanche dalla Farnesina, che siamo destinatari, come Paese affamato (mi sembra giustamente!) di lavori importanti (parliamo di decine di miliardi di dollari di possibile fatturato oltre al valore geopolitico nell’eventualità di essere i prescelti) e di questa opportunità strategica e che nessuno, in realtà, stia muovendo un dito.

Non posso credere che sia vero!

Mi dicono addirittura che il 14 maggio 2016 si sia tenuta una cerimonia ufficiale (!!!!), alla presenza del Ministro della NPC Dr. Abubakar Sulaiman e che il ministro abbia annunciato l’avvio del progetto ma che la nostra Ambasciata abbia ritenuto di non inviare un rappresentante alla cerimonia.

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Io dico semplicemente che queste cose non è credibile che possano avvenire!!!!!! Anzi, dico che la cosa è talmente incredibile che delle due o i nigeriani (ministro compreso) non sanno come passare il tempo e inventano di sana pianta problematiche di questa dimensione e complessità, oppure, nel nostro Paese, qualcuno, preso dall’organizzazione del prossimo incontro previsto ad ottobre in Polonia con all’ordine del giorno “Frontex dedicato alla Nigeria”, si è talmente distratto da farsi passare sotto il naso la questione, piccola-piccola, che senza anagrafe elettronica le chiacchiere, in termini di sicurezza, stanno a zero.

Senza anagrafe e senza PRA Pubblico registro automobilistico in Nigeria, non capisco di cosa stiano discutendo Renzi e compagni o/e quali e quanti vostri soldi continuino a spendere. Inutilmente. Nella speranza di sbagliarmi, pronto quindi a scusarmi con la Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana, la Farnesina e soprattutto con l’AISE, qualora il sottoscritto sia stato disinformato e invece in Nigeria funzioni, da anni, la più moderna delle anagrafi, supporto indispensabile dell’Intelligence, loro e nostra, impegnata nella lotta alla criminalità organizzata, al terrorismo islamico, alle spinte sempre crescenti di quelli che “verranno anche a nuoto” come, nella mia capacità predittiva, dicevo venti anni addietro.

Così come adesso dico che se i nigeriani non si possono neanche “contare” (difficile farlo senza anagrafe!) non “conteranno” mai niente in Africa e nel Mondo.

E noi italiani che avremmo potuto ricavare onesto lavoro e vantaggi senza imiti intorno a questo “appaltone” strategico (parlate della vera sicurezza cioè quella informatica), continueremo a pestare acqua del Mediterraneo e a lamentarci di tutti gli africani che vengono anche a nuoto a romperci le scatole.

Spero veramente di sbagliarmi e che mi sia stato organizzato un set di “Scherzi a parte”, invece di scoprire che di cosa vera/autentica si tratti.

Oreste Grani/Leo Rugens