AAA Offresi assessore al bilancio per il Comune di Roma, “a gratis”, max serietà e riservatezza!!

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Gentile cittadina Virginia Raggi,

le segnalo, da donna a donna,  che un caro amico, mi ha pregato di aiutarlo nel segnalarle la piena disponibilità ad assumere la carica, “a gratis”, di assessore al bilancio del Comune di Roma.

L’amico non ha alcuna competenza in materia economica, bensì una laurea in lettere e filosofia con una tesi in logica.

L’amico suddetto, attonito per le difficoltà nelle quali Lei si sta barcamenando, si offre a assumere un ruolo tanto pericoloso supportato adeguatamente delle intelligenze che lo circondano e forte di un metodo che sta apprendendo leggendo il presente blog e seguendo il lavoro di Davide Barillari incentrato sui principi dell’intelligenza collettiva.

L’amico, che le è grato per avere intuito a tempo debito che M5S si sarebbe affermato nel Paese, è altrettanto spaventato per una certa insicurezza che Lei sta dimostrando nello scegliersi alcuni assessori: come mai?

Secondo l’autorevole giudizio di alcuni, le mancherebbe una struttura di pensiero capace di leggere la realtà che c’è ma non si vede e che pervade la città eterna ed esterna; concordo pienamente con tale analisi, tuttavia ritengo che suddetta struttura contraddirebbe lo spirito di trasparenza del Movimento qualora fossa nominata dall’alto e non scelta con un metodo innovativo. Chi custodirebbe infatti i “suggeritori” delle sue scelte?

Siamo di fronte a un bel dilemma, non c’è dubbio, un dilemma che ebbero un Lenin o un Mitterand quando dovettero mettere mani alle strutture che vegliano, non viste, la sicurezza dello Stato.

L’amico sostiene che data la delicatezza della materia, parliamo delle istituzioni più recondite dello Stato, bisogna trovare un metodo per rinnovarle senza mettere a repentaglio la sicurezza nazionale ovvero evitando di asservirle al vincitore e tuttavia impedendo loro di auto conservarsi  e replicarsi, sfruttando le difficoltà implicite in tale operazione.

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Può darsi che gli strateghi del M5S pensino che alcune istituzioni possano essere migliorate semplicemente applicando le regole o le leggi esistenti, ragionamento analogo a quello fatto riguardo il Paese, al quale, più che le riforme, serve l’applicazione delle leggi, se non ché, Beppe Grillo è stato esplicito nel sostenere che la Repubblica può invertire la rotta solo a patto che la classe politica venga rimossa. Ecco il punto: come fare a invertire la rotta di alcune istituzioni senza che vengano rimossi in blocco i suoi membri?

Una risposta parziale, a mio avviso, consiste nel creare le condizioni perché donne e uomini capaci ed entusiasti all’idea di servire l’Italia e non altro, trovino l’opportunità per accedere a ruoli istituzionali forti di un’adeguata formazione, adeguata in quanto al passo con i tempi. Ma non avete mai pensato al fatto che se non avete un profilo su Facebook oggi come oggi apparireste immediatamente sospetti di nascondere qualche cosa?

L’amico, nella sua semplicità, è consapevole che senza una squadra pronta a tutto, sarà impossibile governare Roma, e quando dice pronta a tutto intende pronta a non offrire l’altra guancia, altrettanto è consapevole che la via del dibattito pubblico è percorribile a patto che si identifichi o si costruisca un luogo in cui ciò possa avvenire e, immaginando che la stampa non sia il luogo adatto, né lo siano le università, quelle maltesi in particolare, né la televisione, né la piazza, né una stanza chiusa, né istituzioni avulse dalla realtà, rimane ciò che ha reso possibile l’impossibile: Matrix o meglio, il web o rete che dir si voglia.

Se riforma deve essere, la riforma deve nascere dal luogo stesso, la rete, con cui è costretta a confrontarsi: “nascere”, non “svilupparsi”, giacché è nelle aule di giurisprudenza e affini che può trovare una forma compiuta.

Mi permetto altresì di osservare che la dicotomia dentro/fuori, non solo è stata travolta dal fenomeno della globalizzazione, bensì, in modo più radicale, da quella infosfera con la quale ci si deve confrontare quotidianamente, predisponendosi a ritenersene più che agenti, agiti.

La strada è stretta e la coperta corta, ma tra fare intelligence collettiva e parlare di intelligence collettiva passa una bella differenza, più o meno la stessa che c’è tra amare e disquisire dell’amore. Nel primo caso si rischia tutto, nel secondo niente.

Che centra tutto ciò con il bilancio del Comune di Roma, si starà chiedendo, ebbene, centra eccome, essendo Roma la capitale di uno stato, la città più famosa del mondo, la sede Francesco, il centro del Mediterraneo e forse il baricentro dell’Europa… sicché ritenere di governarla senza il concorso di uomini pronti a tutto ma intelligenti è a mio avviso un sogno difficilissimo da realizzare.

Per concludere cara cittadina, qualora fosse interessata a raccogliere la candidatura dell’amico del quale non faccio il nome per ovvi motivi, può rivolgersi al suddetto blog che le assicura la massima riservatezza e fedeltà… alla Costituzione e alla verità.

Dionisia

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