La mente vaga e passando per Brescia arriva a via Aleardo Aleardi 20 e a Simona che ancora ringrazio
Qualche anno addietro (molti) ho avuto un tumore che mi ha cambiato la vita. O meglio, il modo di vivere la vita.
Da paziente sopravvissuto un giorno ho rincontrato (ci eravamo frequentati, da giovani, negli anni ’80/’90) uno degli uomini più intelligenti che la vita mi ha consentito di conoscere e frequentare di cui, lo dico, mi sono sentito a lungo amico. Spero nella reciprocità. Parlo di Nadio Delai che oggi mi auguro stia bene, capace di dividersi un po’ nella sua Trento, un po’ in giro per l’Italia e per il mondo, a dire cose sagge e ben ragionate. Sagge e ben dette, ad esempio, sul cancro e le persone anziane come l’ultima vota che ci siamo visti diceva (e scriveva) facendomi riflettere che più che la malattia andava curato l’uomo. Certo la malattia ma anche, se non soprattutto la persona. Specialmente se era anziana. Da Delai a Simona Salvi. Anche lei che la vita mi ha fatto incontrare ed apprezzare, scopro si interessa professionalmente di malati e della loro condizione. Di malati di cancro. Trovate di seguito un video che la mostra mentre spiega. E spiega con fermezza e pacatezza facendomi insorgere nostalgia di quando (era la primavere del 2011) la coinvolsi colpevolmente nella sconfitta di Siena e nella stagione irripetibile dell’attacco che, come sapete, non ebbe successo a Giuseppe Mussari, Stefano Bisi, Alessandro Nannini, Denis Verdini, Franco Ceccuzzi, associati nel PD-PDL, per vedere di bloccarli elettoralmente e non far succedere tutto quanto poi drammaticamente è accaduto (parlo del tracollo del MPS e di tutta la bellissima città del Palio), morte compresa del David Rossi di cui spero nessuno si stia dimenticando, soprattutto dalle parti della Procura della Repubblica di Siena.
Fummo sconfitti per mia responsabilità (pensai che Pierluigi Puccini e Claudio Martelli potessero arrivare a stimarsi) e una delle persone che pagarono successivamente i miei errori fu proprio Simona Salvi a cui ancora oggi pubblicamente chiedo scusa per gli eventi che la condizionarono.
Comunque, un saluto memore glielo mando se per un qualche motivo mi leggesse.
Un saluto a lei, a suo figlio e a suo marito, intelligente servitore dello Stato. Un saluto infine, da Leone Ruggente, alla Leonessa Brescia che per quattro anni fu la mia città e dove abitai, felice, a via Aleardo Aleardi 20.
Oreste Grani/Leo Rugens