Giuseppe Mussari e altri 15 forse in futuro assolti dalla magistratura ma condannati certamente dalla storia

giustizia

Giuseppe Mussari, avvocaticchio di origini calabresi, è finalmente rinviato a giudizio con altri 15 signorotti, paraculi e parapolitici, per le malefatte nel MPS e, di conseguenza, in Siena e in mezza Italia. Quella centrale certamente tutta. L’ex bel ragazzotto chiamato a rispondere (ripeto, finalmente) fu a lungo amico e alleato di Pier Luigi Piccini quando il filosofo/esteta comunista era Sindaco di Siena. Piccini, a sua volta romano di nascita, fu mandato, giovane e bello, nella terra senese per motivi strategici da chi all’epoca comandava la sinistra italiana e non solo quella. Poi la massoneria, locale prima e successivamente quella francese, fecero il resto. Compreso la fine del sodalizio umano, politico, professionale tra i due. Perché di questo si tratta e mezza Italia ne ha pagato le conseguenze e ancora le pagherà. Milioni di correntisti e azionisti (il MPS era veramente una grande banca prima che Piccini e Mussari si lasciassero) danneggiati da una storia semi-privata. Intrighi di corte in questa sempre uguale Toscana. Guelfi, ghibellini, tradimenti, passioni, (metaforiche e reali), incendi (metaforici e reali), defenestrazioni (metaforiche e reali) che andrebbero investigate da menti all’altezza di tali trame psichiatriche prima che criminali.

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Ci vorrebbe quindi più uno psichiatra, investigatore dell’animo umano e della mente, come Alessandro Meluzzi (esperto di cose senesi in quanto lo ricordo professore in quell’ateneo), un tempo inserito nel comitato tecnico scientifico di Hiram, rivista del GOI,  più che dei semplici magistrati o poliziotti, per legge, non affiliati a niente e votati – doverosamente ed esclusivamente – agli interessi della Repubblica Italiana.

Dicevamo di Mussari che – finalmente – va a giudizio. Dovremmo dire “nuovamente a giudizio” perché, non lo dimenticate, Mussari è già stato condannato e ora si dovrà difendere da nuove (o vecchie?) accuse. In attesa dell’accusa regina in cui alcuni speriamo. Per lui e per il suo sodale e fratello giornalista Stefano Bisi, successore di Gustavo Raffi quale Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (Palazzo Giustiniani), a sua volta avvocaticchio ravennate, per anni in presa diretta con le pratiche del MPS quando era banca ricca e buona pagatrice. Siamo all’Etica della responsabilità, cari fratelli senesi, come ebbe a dire, improvvido e ancora tranquillo della forza di alcuni poteri forti, il 26 marzo 2010, a Rimini, proprio Gustavo Raffi. Che ora sarebbe estremamente interessante sentire a proposito di cosa intendesse dire quando, in quella allocuzione ai fratelli affiliati provenienti da tutta Italia (e non solo), sproloquiava di voler essere, lui e i suoi (anche Mussari e Bisi quindi), Luce (usava la maiuscola) per una società che brancolava nel buio dell’assenza di Etica. Vorrei sentirlo parlare oggi, lui che conosce il dolore che si prova quando i familiari (più di uno negli anni) decidono il suicidio come soluzione alla complessità della vita, pronunciarsi sull’intera vicenda che si svolge intorno a Piazza del Campo e a Rocca Salimbeni, “con voce ferma e chiara che sa chiamare all’ascolto tra i tanti schiamazzi che vogliono solo confondere le coscienze.”

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Mussari e Verdini uniti nella lotta!

Chi schiamazzava e di cosa, verrebbe da chiedere? Quelle le parole, avventate, imprudenti del Gran Maestro prima che scoppiasse lo scandalo MPS e prima che, un anno dopo, Denis Verdini riuscisse a far vincere alle elezioni comunali di Siena (2011) un burattino come Franco Ceccuzzi,  targato PD ma che avrebbe potuto essere presentato parimenti dal PDL. Come Alessandro Nannini (da sempre di famiglia comunista) che fu presentato sotto la falsa bandiera berlusconiana del PDL. È sempre lo stesso gioco che oggi si preparano a fare intorno al SI e al NO. Mascherati da eredi di Giuseppe Mazzini e da massoni che mai sono stati e mai lo saranno. Un tagliatore di fettine, tot al chilo, in Aulla, quello sarà sempre Denis Verdini. E al massimo strafogatori di straccetti i suoi commensali. Sono scatenati intorno al SI perché nulla cambi.  Altro che Etica e Luce amica della chiarezza. Dovete stare all’oscuro delle celle in attesa di essere destinati al buio eterno. Ma come si sa non siamo negli antidemocratici USA dove gente come Mussari si sarebbe buscati 120/150 anni di “non luce”.

Comunque, come mandante morale di un omicidio (reato difficilissimo da prefigurare e ancor di più da dimostrare), se mai dovesse essere che il povero David Rossi da quella finestra non ci si è buttato da solo ….

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Oreste Grani che prima di essere Leo Rugens è stato, inutilmente, il custode di Ipazia alessandrina. Anche in una Siena indifferente fino alla protervia.