L’ANED dell’Umbria tramonta, ma basterà far passare la notte – Pompeo De Angelis
Oggi, 16.10.2016, si è chiuso un libro la cui lettura mi è parsa insopportabile fin dalle prime pagine. Il libro è intitolato ANED UMBRIA la cui trama racconta la storia di una associazione di emodializzati diretta dalla signora Verzini, in cui i malati hanno sempre disturbato quando sono intervenuti nell’esame e nella discussione dei problemi che li riguardavano. La signora Verzini ha diretto l’ANED dell’Umbria come strumento della burocrazia della Sanità dell’Ente Regione, a zittire i malati, detti pazienti.
Io mi sono iscritto all’ANED tre anni fa e ho conosciuto la signora Verzini all’assemblea del 2014 a Castiglion del Lago (PG). Fui l’unico dializzato a prendere la parola per denunciare lo stato fatiscente della struttura edilizia in cui erano collocati i reni artificiali, a Terni. La Regione Umbria aveva stanziato la cifra per la ristrutturazione dell’edificio e delle attrezzature, ma i soldi erano da sette anni rimasti inutilizzati. Il mio intervento disturbò la signora Verzini perché il caso Terni doveva rimanere nel cassetto e i soldi nella casse. Ma io avevo ragione. Durante l’inverno di quell’anno il reparto di emodialisi ternano crollò con la rottura della pompa dell’osmosi dell’acqua, per cui gli emodializzati furono portati a Foligno e a Pantalla. Infatti non si può interrompere il legame del malato al rene artificiale, pena la morte. Quindi le emigrazioni. Cominciai una campagna sulla stampa e sulla rete, che mosse la direzione sanitaria dell’ospedale di Terni a convocarmi. Ebbi il sostegno pieno dei medici del reparto di emodialisi, ma non quello dell’ANED. Ci fu un accordo per la collocazione immediata delle pompe dell’acqua e per l’apertura a gennaio 2015 dei lavori di riedificazione del centro dialisi. Nel 2015, si svolse l’assemblea annuale dell’ANED, a Perugia. Fui come l’apparizione del diavolo per la signora Verzini. Come disturbavo un’altra volta? Alla fine dei saluti e degli interventi dei burocrati e dei medici della Regione, poco prima della chiusura, la parola mi fu data dalla signora Verdini, che presiedeva, con l’avvertimento che ero un rompiscatole. Denunciai la l’Opera Pia Pubblica Assistenza (OPPA) di Terni che aveva, nel territorio, il monopolio del trasporto in autoambulanza “protetta” dei malati di ogni tipo, che adoperava una autolettiga per trasportare tre malati alla volta, che sfruttava il lavoro del volontariato. Uno scandalo! Ancora una volta ebbi il sostegno della stampa locale, della rete e, stavolta, anche dell’ANED. Non l’ANED Umbria, ma della presidenza nazionale, che a gennaio 2016 svolse il congresso a Roma. Partecipai a quella riunione e qui apro una parentesi. Sto per iniziare il mio 84esimo anno di vita, non deambulo, mi è necessaria l’assistenza di una persona per gli atti quotidiani della vita, vengo trasportato in carrozzella. Cioè non sono un ragazzo pimpante. Partecipare a riunioni in luoghi lontani mi aggrava lo stato fisico per una settimana, devo assumere antidolorifici forti, e in più mi sposto a mie spese. Chiusa la parentesi. Anche andare in audizione nella Commissione Sanità del Comune di Terni è un fatica enorme, eppure ho portato in quella sede la mia denuncia delle irregolarità dell’OPPA e ho ottenuto l’unanimità del Consiglio comunale sulla decisione di chiedere alla Asl di indire la gara di appalto per il trasporto dei malati in autolettiga, a cui la OPPA non si era sottoposta. Sono in attesa che si passi alla gara e alla messa in regola della OPPA. Nel frattempo ho scoperto che il malato gravemente invalido può essere trasportato in viaggio “protetto” in auto a cinque porte, cioè in un veicolo piccolo debitamente attrezzato con seggiola, sollevatore e che questo tipo di trasporto costa alle ASL cento euro in meno a viaggio. Ho iniziato una campagna a favore dell’adozione delle vetture attrezzate per disabili gravi in luogo dell’autolettiga da riservare ai malati estremi, che non si sollevano dal letto. A Terni esistono solo le autolettighe, rotte e vecchie, però con esse la OPPA ci guadagna cento euro di più a viaggio trasportandoci pazienti da seggiola, non da letto. Sono centinaia di migliaia di euro, sottratti alla Cassa della Salute dei Cittadini.
Siamo arrivati all’ultima pagina del libro insopportabile della signora Verzini, ossia all’assemblea di oggi, a Foligno. Ho chiesto la parola, che mi è stata concessa in zona Cesarini e sono stato ancora una volta costretto a parlare a una platea semivuota. Nel mio intervento ho cercato di descrivere il caso dei malati d’insufficienza renale della zona Cascia-Norcia che devono andare a Spoleto per dializzarsi impiegando tre ore andata e ritorno da aggiungere alle quattro di degenza, per tre volte a settimana. Disagi enormi e aggravamento della salute. Ho proposto la creazione a Norcia o a Cascia (zona pre appenninica) di un CAL (Centro Assistenza Limitata) che eviterebbe, per i cronicizzati di quei luoghi distanti, l’odissea a Spoleto. Ne è nato un breve dibattito con i medici, volutamente confuso, di cui riferirò in un prossimo post. Nel dibattito si è inserita la signora Verzini che mi ha attaccato dicendo che io avevo chiesto di essere trasportato in autoambulanza invece che in pulmino e che questo dimostrava che io cercavo privilegi personali. Ho risposto che il direttore dell’ANED non deve mai attaccare un malato, inoltre con accuse false, ignorando che il trasporto protetto può essere stabilito solo dal nefrologo in base alla cartella clinica. Così è stato per me, che soffro oltre che di insufficienza renale totale, in dialisi da sei anni, anche di cardiopatia grave, di una sistema cardiovascolare fragilissimo, di ischemie cerebrali notevoli e di colonna vertebrale lesa in 7 vertebre, per non parlare della prostata, del diabete e delle ossa, malanni che guariranno con la fine. Intanto, aspetto la prossima assemblea annuale dell’ANED UMBRIA, dove spero di non incontrare ancora la signora Verzini, la capataz che ha cercato di essere VIP frequentando i salotti buoni di Perugia, che sono quelli brutti dei burocrati regionali alla sanità con relativa frequentazioni di medici ad altissimo stipendio. Poiché mi ha insultato e, in me, ha denigrato i malati che deve difendere, la sottopongo al pubblico della rete per quello che è stata. Adesso, l’ANED cerchi di scrivere un libro meno deprimente. Non farete a meno di me.
Pompeo De Angelis