Fuksas e Gratteri, ritengo senza averne consapevolezza piena, dicono cose sinergiche e di cui tenere conto in queste ore drammatiche

olycom - zucchetti -

Fondamentale puntata di “otto e mezzo” a 48 ore dai numerosi arresti nel settore delle Grandi Opere con la presenza di Massimiliano Fuksas che nella mia semplicità di giudizio (sono un ignorantone in materia come in mille altri argomenti) considero un grande architetto e in quanto tale un intellettuale capace di cogliere il senso profondo delle cose complesse.

In particolare di quelle che vanno sotto quella denominazione riassuntiva che è la politica.

Trasmissione importante quindi non tanto quando si è ragionato/argomentato, contro-argomentato sulla Nuvola (bellissima comunque per come finalmente comincia ad apparire) e i suoi costi, ne – tantomeno – quando abbiamo dovuto sentire cose troppo semplici intorno al Sì e al No, risposte al quesito referendario che invece, a quella data (4 dicembre), si porteranno dietro futuri possibili geopolitici che in pochi ad oggi sanno pre-vedere ma, quando Fuksas, cambiando passo/ritmo, ha detto, accompagnando l’affermazione con mimica facciale inequivocabile, che il problema dell’Italia è che sia consentito (aggiungo io agevolato!) ogni tipo di subappalto e, quasi senza limite, il “massimo ribasso” nelle gare d’appalto.

Il “combinato disposto”, come da qualche mese qualunque cazzone che vuol sembrare fico nel suo pensare direbbe, tra il massimo ribasso e il subappalto, è il marchingegno pensato per fare in modo che la corruzione e la criminalità informino ogni atto significativo legato a grandi lavori infrastrutturali.

Le Procure calabresi hanno avuto, in queste ore, ad esempio, le prove documentate che il 70% dei lavori della EXPO 2015 è stato realizzato dalle imprese che in qualche modo possono rizomicamente essere ricondotte alla ‘ndrangheta.

Vedremo cosa scopriranno le indagini sul “cavalcavia assassino” della statale 36! Il massimo ribasso e il subappalto sono il grimaldello della corruzione e della criminalità uniti nella pappata permanente. Finalmente qualcuno di autorevole e conoscitore del meccanismo che muove il denaro pubblico, lo dice, in italiano. E lo dice con tutta la carica emotiva di chi, da troppo tempo, aveva voglia di dirlo.

E a noi che gli vogliamo bene, “a prescindere”, direbbe Totò, ci fa piacere sentirglielo dire.

Uno come Massimiliano Fuksas, simpatico o antipatico che vi possa essere, ma che, da decenni, frequenta il mondo (in tutto il Mondo) del vero fare è “civile” (e politico) che dica una cosa simile, durante la trasmissione della La 7 che ormai è uno spazio televisivo consolidato ed autorevole del Gruppo Cairo, cioè l’editore anche del Corriere della Sera.

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Vediamo se una tale affermazione (esortazione) avrà un seguito.

  • In queste ore gli arresti con nomi (Lunardi e Monorchio tra gli altri) di appartenenti a grandi famiglie del potere italiano devono far pensare;
  • anche a proposito che l’avidità umana è evidentemente un fatto genetico/ereditario;
  • così come Gratteri che, con “Padrini e Padroni” (un libro Importante), non lascia dubbi su come stiano le cose, da un secolo rispetto al vero potere pericoloso in Italia;
  • in ultimo ma non ultimo, Fuksas che dice ciò che ha detto relativamente al massimo ribasso e al subappalto; non lasciando fuori il criminale crollo della statale 36 nella civilissima provincia (ma non erano state abolite?) di Lecco.

Sono tutte “cose e persone serie” che vanno esplorate nella loro gravità.

Tutti ingredienti destinati a questa formula alchemica necessaria alla lettura del presente che sembra confermare di come la “normalità” (a norma quindi) in Italia sia lontana dal vedere la luce. Altro che un SI o un NO!

Ormai in questo Paese di malfattori e incompetenti, il massimo ribasso e il subappalto si usano perfino per le gare per chi deve andare a pulire i cessi dentro i ministeri.

Fermiamo questo errore strategico e soprattutto vietiamo, per legge, tassativamente, ogni forma di subappalto.

Ogni forma.

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Questo, ad esempio, del cambio dei criteri per le “gare”, mi sembra una mossa che ancora si potrebbe fare al Comune di Roma città che, se facesse drastiche scelte culturali in questo senso, inaspettatamente, potrebbe ricandidarsi ad essere Capitale d’Italia. Altro che Olimpiadi.

Ma lo sapete che per il fallimento della candidatura Olimpiadi 2020 (non mi pare che ci fosse Virginia Raggi insediata in Campidoglio!!!!!!!!!!!) qualcuno dei dirigenti “mancati” ha fatto causa – a non so chi – per vedersi riconosciuto un emolumento che, alla fine della fiera, come direbbero dei viaggiatori e piazzisti, nessuno gli aveva corrisposto nella misura evidentemente pattuita?

“Ma mi faccia il piacere, ma quali Olimpiadi 2024!”, direbbe l’insuperato Antonio De Curtis.

Quando leggeremo che si è aperta una indagine “per omicidio” e basta e non “omicidio colposo”, in occasione dei disastri annunciati su cui gli imputati, mentre decorrevano stipendi, liquidazioni, spesso mazzette e si accumulavano versamenti per le pensioni future, non facevano il loro dovere, vorrà dire che qualcosa si sta muovendo e non a favore dell’impunità di questa casta/gentaccia.

Oreste Grani/Leo Rugens