Tra Hollande e Bollorè c’è un abisso! Di statura e di pensiero geopolitico. Qualcuno dice che, viceversa, potrebbero essere associati d’impresa
Il barboncino Hollande (a volte colbaccato come quando si recava in visita, ossequiosa ed interessata, da Nazarbayev), dall’Iraq sempre più insanguinato, ci spiega che bisogna combattere l’ISIS, in quelle terre, per evitare di avere morti innocenti in Francia e nel resto del Mondo.
Ma dove li trovano delle teste di carota/cipolla/zucchina di questa portata? Un uomo finito, almeno quanto Sarkosy (un altro che ci spiegava come si doveva gestire la complessità mediterranea, a partire dalla Libia, passando per tutte le ex colonie francesi dove, aver torturato, angariato, sfruttato per decenni, si vede ancora che bei risultati abbia prodotto), ancora gira per il mondo a sentenziare e a spiegarci cosa si deve fare per mettere pace!
Ma io, come al solito, la faccio troppo seria: Hollande è andato semplicemente a procurarsi un po’ di continuità per affrontare ciò che lo aspetta dopo la fine imminente della sua carriera politica! Punto. Hollande è andato, certamente e esclusivamente, a sancire un’altro po’ di vendita di armi prodotte in Francia in un paese armi-dipendente come l’Iraq. Poi, per non far vedere troppo di che si trattava, sproloquia su cosa si deve fare o non fare. Se avesse saputo cosa fare, si sarebbe visto in Francia dove, viceversa, le difficoltà si presentano niente male. Quasi come in Italia. Il che è tutto dire.
A Parigi stanno messi male ma non Vincente Bollorè che dispone ed agisce confortato da ben altre realtà planetarie. E quelle si, sanno cosa si deve fare.
Almeno, dal loro punto di vista.
A tal proposito trovo interessante (sia pur condizionata da un approccio specialistico) la lettura che Raffaele Barberio (uno che se ne intende di questo tipo di vicende) fa di quanto Vincent Bollorè sta dispiegando in chiave geopolitica andandosi a prendere strumenti strategici per dare informazioni a milioni di europei. L’analisi compare sulla testata telematica più autorevole (Ky4Biz) tra quelle che si occupano, da oltre un decennio/ventennio, di telecomunicazioni e media tra loro interagenti (scusate la semplificazione) per cui vale la pena – decisamente – di soffermarcisi.
Altrimenti si può pensare che lo scontro Bollorè-Berlusconi, sia una storia di B&B. Ma dietro a quella sigla, per rimanere in Francia, c’era la bella BB, cioè l’indimenticabile Brigitte Bardot. Oggi, la questione, per noi confusi italia-nini (che fa rima con Bassa-nini, ad esempio), temo sia ben altra. Storie avvincenti che riguarderanno il futuro dell’area mediterranea ormai fuori – per molto tempo – dagli interessi USA.
Bollorè, e il mondo che lo conforta e che in parte, fraternamente, lo condiziona, a giudizio del marginale, ininfluente (spesso millantatore e un po’ truffatore) animatore di questo blog, si prepara a coordinare una manovra che ha il suo fascino avendo come oggetto del contendere la “sete” di informazioni (è quanto oggi si vede in trasparenza nell’operazione “contro” il Gruppo Berlusconi) e, la “sete” d’acqua da bere (e questa è la parte che ancora non si vede) avendo Vincent Bollorè interessi strettissimi con il Gruppo Veolia che, se non sbaglio, è il più grande del mondo (o uno dei più) per quanto riguarda il mercato del “dar da bere agli assetati”. Certamente nel Mediterraneo e nei paesi rivieraschi. Aqua e informazione, due materie prime scarse e vitali (quelle di qualità) che, combinate, saranno alla base del potere futuro di chi volesse trattare il tema di chi guida le genti con intelligenza e con bassi livelli di violenza, platealmente esercitata. Direi quindi che la partita (lo scontro B&B) si fa delicata per vecchi signori alla Gianni Letta, Fedele Confalonieri, Silvio Berlusconi e per tutta la sua tribù di familiari improbabili. Mi sembra più una storia per intelligenze che, provenienti dallo SDECE o dall’odierno DGSE, si siano messi a lavorare a questa strategia di Stato. Francese.
Oreste Grani/Leo Rugens