Vuoi vedere che a pensar male ci abbiamo preso? Che fine hanno fatto Marra e Scarpellini?

Il 22 dicembre 2016 scrivevo, quasi a motivo di sfogo, il post L’ITALIA È IN GINOCCHIO E CHI NON LO AVESSE CAPITO VA CORTESEMENTE MESSO ALLA PORTA O RICOVERATO, COME SI FACEVA UN TEMPO che, questa mattina, nel mio isolamento, mentale e professionale, mi rileggo e che vi invito a rileggere.

Faccio questo perché qualcuno, più investigatore intelligente di me, deve aver scoperto il brano/sfogo e lo sta facendo girare in rete, evidentemente, condividendo le tesi “investigative” implicite. Perché, sentite a me, una qualche tesi non tanto raffazzonata in queste quattro righe ci deve pure essere e la sciarada che inconsapevolmente avevo scritto forse a qualcuno ha cominciato a dare un vero indizio.

Speriamo che sia così perché il silenzio sepolcrale che circonda gli arresti di Vincenzo Marra e Paolo Scarpellini non ha uguali con niente se si riflette in che ambito sono avvenuti. Ma come, l’improponibile Virginia Raggi sintetizzava tutti i mali del mondo e ora si tace dei suoi “collaterali” arrestati pochi giorni addietro?

Ma allora dobbiamo cominciare a pensare male non tanto sul o del concetto di “bufala” ma di come si alimentano – o meno – le notizie e di come non si “sostengono/reiterano” se non si vuole che diventino reale motivo di crescita della consapevolezza individuale dei cittadini. E come, caro Mentana, il silenzio assoluto che è calato (anche nel tuo telegiornale della La 7) sull’arresto, in Astana, del diplomatico (si fa per dire) Khassen, vero coordinatore, in Italia, del rapimento della signora Shalabayeva.

Per capirsi: sono i 5 stelle che si sono recati ad Astana a difendere l’onore dell’Italia quando il vostro ministro dell’Interno dell’epoca (oggi numero due del Governo Gentiloni) non aveva vigilato (si può dire) su i veri interessi del nostro Paese. Dare le notizie (e non manipolarle gravemente), ad esempio, è raccontare – banalmente – chi aveva torto e chi ragione in quella vicenda. Servendo così il datore di lavoro che dovrebbe essere per tutti i giornalisti l’amica verità. Soprattutto ora che si ha la prova provata di chi avesse ordito il complotto e  discapito di chi fosse stato organizzato. Invece pippa su quella storia plateale e pippissima su chi ha organizzato la messa in mezzo all’ingenuotta di turno. Perché, così come non ci siamo sbagliati su chi fossero i registi del “Caso Shalabayeva”, siamo certi che nulla intorno alla Raggi è avvenuto nella casualità.

Basterebbe per averne la prova cominciare ad esaminare con le macchine autoapprendenti di Gioacchino Genchi le prestazioni obbligatorie di tutti i protagonisti (bei cerchi concentrici allargati) e la verità di chi ha fatto cosa perché il M5S vedesse la panna smontarsi, non potrebbe non essere individuato.

Questo è l’elettronica.  Basta volerle bene e mandare a chiamare i consulenti giusti.

Oreste Grani/Leo Rugens che se la rischia sempre di più.


L’ITALIA È IN GINOCCHIO E CHI NON LO AVESSE CAPITO VA CORTESEMENTE MESSO ALLA PORTA O RICOVERATO, COME SI FACEVA UN TEMPO

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È in ginocchio molto più di quanto (ora bestemmio) nel 1992 la Prima Repubblica sembrò essere al capolinea. Eppure (continuo a bestemmiare) le stragi di quell’anno di sangue vedono cadere, sul fronte della lotta alla grande criminalità e all’intreccio fra Mafia, Stato e Partitocrazia, prima Giovanni Falcone e i suoi scudieri il 25 maggio e poi Paolo Borsellino fatto letteralmente a pezzi il 19 luglio in via d’Amelio.

Ma, venerdì 17 febbraio do quello stesso anno, era stato arrestato il mariuolo del PSI Mario Chiesa dando la stura alla kermesse “Mani Pulite” e le sue migliaia di teste che sembravano rotolare. Tranne quei pochi che si tolsero la vita (non entro nel merito), tutti gli altri, a un certo punto, non solo sono tornati in corsa ma in alcuni casi hanno reiterato i comportamenti.

Dicevo che il Paese è in ginocchio perché non ha neanche più la speranza di una “Mani Pulite” ne, paradossalmente, quella di vedere comparire all’orizzonte (1994) un mascalzone come Silvio Berlusconi e la sua banda intima di criminali, con l’eccezione di Federico Confalonieri, tutti finiti successivamente in galera.   

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Gli arresti (anche numerosi e a ritmo scadenzato quotidiano e per reati gravissimi) non fanno più scalpore. Tantomeno si delineano ipotesi di nuove compagini politiche degne di tale nome, con l’eccezione del M5S. Che sarebbe Movimento risolutivo se i dirigenti, emersi nella semi-spontaneità, avessero studiato un po’ di più e con maggiore umiltà metodologica. Soprattutto se avessero accolto, con intelligenza, i consigli di chi li invitava a muoversi verso la conquista del potere (passatemi l’espressione) ricordando che il potere nessuno te lo cede senza difenderne i privilegi. Come si sia potuto andare a questa “Filippi”, è ancora un mistero. Certo, si capisce da chi è partito l’ordine ma, mi dispiace per il quotidiano La Verità, non è un ordine partito a cose e vittoria ottenuta ma molto, molto, molto tempo prima, in sede locale, quando a Roma anche l’ultimo dei distratti, sapeva che avrebbe vinto il M5S. La mossa è stata fatta evitando che il candidato a sindaco fosse chi, nel M5S, non si sarebbe potuto attaccare in alcun modo e la strategia di questa mossa vincente (maledetti loro e l’ingenuità dei “grillini”) va cercata con l’ingaggio/messa in mezzo, in tempi non sospetti, del Marra Vincenzo e nel aver puntato sulla fragilità della Raggi e delle sue frequentazioni semi-professionali. Nulla di grave ma non per sedersi sulla sedi che fu di Ernesto Nathan e finalmente poter ridere, dopo un secolo, non c’è trippa per i gatti. Oggi sappiamo che non era la corvina Raggi l’erede di Nathan, massone ed ebreo irreprensibile.

Punto. L’operazione, come un giorno lontano (?) riusciremo a dimostrare, che non parte da Palazzo Chigi ma da altri palazzi di Rometta nostra.

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Operazione che non può essere stata fatta senza il supporto di ambienti mercenari (anche di provenienza para-statale) abili nell’ascolto e nei pedinamenti elettronici tanto da saper tracciare una mappa delle frequentazioni che si articolavano intorno alla candidata (in realtà a mio modesto avviso il carotaggio era stato predisposto per la rosa intera) e delle ombre che queste frequentazioni lasciavano.

Ma come chi sa di queste cose sa, nulla, in elettronica, non lascia l’ombra e quindi, con un po’ di pazienza, vuoi vedere che questi pezzi di merda li troviamo e li consegnamo alla cronaca (giudiziaria) e alla storia politica italiana?

Buon Natale a tutti tranne che a quelli che si sono presi soldi per tradire la speranza, la volontà del Popolo Italiano, la Repubblica che sarà.

Oreste Grani/Leo Rugens fiducioso che questi conti (capisci a me!), prima o poi, li regoliamo.

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Conti che sono passati certamente per l’ambiente, l’elettronica, i moventi e i soldi che non possono ad un certo punto e a risultati avvenuti, non passare di mano, fosse anche vecchia maniera in contanti.

Speriamo che ci siano in giro per la Capitale occhi memori a sufficienza per ricordare (e riferire) come questa sporchissima ed eversiva storia, sia andata, perché simpatica o antipatica la Raggi, chi ha tramato ha scelto di sovvertire (!!!) il dettame costituzionale e l’esito delle elezioni.

Non è che siccome la Raggi è “gaggia”, un po’ arrogante, un po’ debole, un po’ fessacchiotta, Gaetano Francesco Caltagirone o Giovanni Malagò, diventano dei chierichetti.