“LÌ DENTRO CERTAMENTE C’È UN DIO”. TOMMASO APOSTOLO IN INDIA INCONTRA I RE MAGI-2
Il 16 dicembre 2012, pensando a Tommy (Tommaso) e alla vicenda affascinante dei Magi, scrissi il post che trovate di seguito. E’ bello constatare che sono ancora qui a rileggermi e a scoprire che tanti di voi hanno letto le mie stupidaggini. In questi anni e in queste ore.
Roma 6/1/2017
Oreste Grani/Leo Rugens
“LÌ DENTRO CERTAMENTE C’È UN DIO”. TOMMASO APOSTOLO IN INDIA INCONTRA I RE MAGI
Dedico questo post ai Re Magi di cui tra pochi giorni si riparlerà (spesso a sproposito) per la loro “presenza” nei presepi della Natività cristiana.
In realtà, le parole e le immagini sono offerte al mio tenero amore segreto Tommaso.
Oreste Grani
“Nell’insieme di tradizioni che caratterizzano la storia dei Magi dopo il loro ritorno in patria, può capitare di incontrare un personaggio intorno al quale le fonti storiche e quelle leggendarie si intrecciano indissolubilmente. Ci riferiamo a san Tommaso evangelizzatore dell’India e battezzatore dei tre testimoni della nascita divina.
Nelle varie tradizioni cristiane, san Tommaso affiancò i Magi nel loro impegno di evangelizzazione, svolgendo un importante ruolo apostolico nell’«Oriente», in cui Gaspare, Melchiorre e Baldassarre portarono la Buona Novella.
Tommaso, «uno dei Dodici», l’uomo che non credette fino a quando vide, si trasformò nel portavoce ufficiale della venuta del Messia, narrata con la testimonianza di quanti ebbero modo di assistere alla sua nascita. Ma il ruolo principale di Tommaso sta proprio nella sua presenza come testimone nel tempo del miracolo più grande: la risurrezione. Inoltre, con la sua esperienza si esprime la necessità di credere alla Parola attraverso una fede che non conosce i cedimenti tipici delle umane incertezze: «Perché mi hai visto hai creduto? Beati coloro che hanno creduto senza vedere».
In più occasioni il nome di Tommaso è collegato al Vicino e Medio Oriente (Persia e Partia in particolare), dove rivelò la sua santità e compì numerosi miracoli. Condusse molti pagani ad abbracciare il Cristianesimo e la documentazione agiografica ci dice che fu poi martirizzato dal re Mazdai, dopo avergli convertito il figlio.
Le sue spoglie – oggi conservate nella cattedrale di San Thome a Madras e a Ortona in Abruzzo erano custodite nel IV secolo a Edessa (il 3 luglio la Chiesa orientale celebra la traslazione delle reliquie di san Tommaso a Edessa), che divenne il centro del culto del santo. Nella città turca probabilmente fu scritta la Cronaca di Zuqnin, che enfatizza appunto l’incontro tra Tommaso e i Magi, sottolineando il ruolo evangelizzatore dell’apostolo incredulo.
Un altro documento apocrifo posto in relazione all’apostolo dell’India è il Vangelo di Tommaso, un’opera del III-IV secolo la cui redazione originale sarebbe però più antica. Questo documento apocrifo proviene dalla biblioteca copta di Nag Hammadi, scoperta nel 1945, ed è caratterizzato da contenuti molto simili a quelli dei Vangeli canonici, in particolare Matteo e Luca; ma deve la sua origine alle influenze gnostiche in esso rilevabili.
Un contributo importante alla diffusione del legame tra i Magi e san Tommaso giunge ancora da Giovanni da Hildesheim. Il carmelitano tedesco sottolinea infatti che san Tommaso compì una profonda opera di evangelizzazione: dopo aver abbattuto gli idoli, consacrò i templi a Cristo, si dedicò alla predicazione e operò molte guarigioni miracolose.
Fu in India che incontrò i Magi. I tre, «ancora viventi nella carne sani e vecchi», conobbero da san Tommaso le altre vicende della vita di Cristo, in particolare la passione e la risurrezione. Inoltre l’evangelizzatore li battezzò con tutto il loro popolo. E così i tre, «con fedeltà e umiltà, esposero a tutte le tribù e lingue e popoli che ivi erano convenuti, le cose che erano loro accadute, che avevano visto ed udite, quando, con la guida della stella erano andati cercando Gesù e lo avevano trovato ed adorato, e quando, poi, erano ritornati».
Insieme con Tommaso, i Magi salirono sul Monte Vittoriale (che a questo punto l’Hildesheim pone in India ) dove l’apostolo consacrò la cappella fatta costruire dai tre per ricordare la loro missione a Betlemme. San Tommaso consacrò quindi vescovi i tre Magi, che a loro volta scelsero tra il popolo «persone senza macchia e le ordinarono preti».
In seguito, l’evangelizzatore partì per la sua missione «nelle parti superiori dell’India» compiendo molti miracoli e convertendo molte persone, passando per terre misteriose in cui «tutti gli Indiani che nascono in tali terre hanno la faccia come quella dei cani, ma non irsuta».
Rimasti senza la guida spirituale, i Magi «peregrinarono per tutte le città e tutti i villaggi, e vi costruirono molte chiese, ordinandovi preti e ministri di Dio. E, messa da parte ogni mondana vanità, elessero come loro perpetua dimora la città di Seuva, e, con l’ausilio di Dio e degli altri vescovi e preti, da lì governarono le terre e i regni loro, nello spirituale e nel temporale. E tutti i popoli obbedirono loro non per timore, ma per amore, non come signori, ma come padri, e li amarono di amore non apparente».
Brani saccheggiati da “La vera storia dei Re Magi” di Massimo Centini