Questa storia dell’ing. Occhionero parte con il piede giusto. Che nessuno fermi la ricerca della verità. Massone o meno che sia.
Interessante questa vicenda “paramassonica” che vede alcuni (in realtà, moltissimi/quasi tutti) i massoni italiani che contano, attenzionati dall’ing. Giulio Occhionero è dalla sua atletica sorella Francesca Maria. Lui, prudentemente, residente a Londra, lei, direttamente negli USA. Come una qualunque famiglia italiana media!
Interessante e, se devo rapportarla a qualcosa di già visto, la riporterei alla vicenda Tom Ponzi-Walter Beneforti quando si scoprì un vasto sistema di intercettazioni (all’epoca quello si faceva) ma che nel tempo si capì essere una tessera di un mosaico che arrivava fino all’Anello o struttura di Intelligence denominata genericamente l’Altro Servizio.
In quel “altro” risiedeva (o risiede?) la complessità di un qualcosa che non dovrebbe esistere ma che è sempre esistito e che, se non si cambiano radicalmente i paradigmi culturali delle nostre Agenzie, esisterà sempre.
Vediamo perché, perfino il nome della Loggia a cui Occhionero dovrebbe appartenere (la “Paolo Ungari”) da il segno di una complessità da non sottovalutare. Paolo Ungari è stato un massone molto stimato per la sua sensibilità e raffinatezza culturale: esiste un Fondo Ungari presso la biblioteca del GOI, costituito da pezzi molto importanti e da volumi rarissimi che Ungari aveva collezionato prima di morire tragicamente e aggiungo anche misteriosamente essendo caduto nella “tromba dell’ascensore di casa” e ivi rimasto, non soccorso, un intero fine settimana. Se ben ricordo.
Comunque questa è una storia di complotti e di guerre massoniche con buona pace di quel ingenuotto (?) di Paolo Mieli. Si tratta di massoni facenti riferimento a quel luogo imbarazzante (Il Grande Oriente d’Italia) soprattutto in questi frangenti se si pensa che il GOI è guidato da uno come Stefano Bisi, a sua volta guidato, per anni, da gente come Gustavo Raffi (da Ravenna), a sua volta, per anni, foraggiato dal MPS e da Giuseppe Mussari. Sempre, ovviamente, utilizzando la Direzione comunicazione diretta dal povero David Rossi. Fino a quando non lo hanno defenestrato. Ci sono tra i primi nomi spiati che vengono resi pubblici, alcuni importanti Ur-logisti come Mario Draghi, Mario Monti, Fabrizio Saccomanni. Colpisce che tutti e tre siano considerati tra i massoni di peso “certificati” dalla copiosa documentazione che sostiene le affermazioni di quello specialista in materia di appartenenza o meno alla massoneria quale è Giole Magaldi. Vedremo gli altri così dai nomi potremo anche capire fin dove questa storia ci porterà. Se devo giudicare dal “pomeriggio”, penso che ci troviamo di fronte a qualcosa di atipico, grosso, ramificato, internazionale ma molto utile ad aprire gli occhi ai finti tondi anti complottisti alla Paolo Mieli.
Vediamo se almeno a questo servirà la mole “mostruosa” (se stampate, si parla di decine di stanze da riempire) di intimità colte.
Soprattutto vediamo se, come fu per i 147.000 dossier del SIFAR che Renzo Trionfera contribuì a far trovare (e non quel furbo di Eugenio Scalfari), solo ad alcuni sarà dato di sapere i contenuti, escludendo dalla conoscenza il popolo italiano che, viceversa, dovrebbe essere il primo ad essere reso edotto dei contenuti di queste conversazioni oggetto del dossieraggio. Non credo che si tampinava gente come Draghi, Monti, Saccomanni senza avere la finalità di carpire informazioni, ad esempio, finalizzate al business prioritariamente finanziario.
Comunque mi sembra che il barometro segni tempesta nel mare di per se già procelloso della rete.
Oreste Grani/Leo Rugens