Il mio Sindaco, Virginia Raggi, right or wrong… ma senza esagerare
A questo punto, il 10 febbraio 2017, ho deciso che Lei, cittadina Virginia Raggi, fosse pure una trafficante di organi, di bambini, di cocaina, di migranti, di scorie nucleari, finanziasse l’ISIS o vendesse armi, è il mio Sindaco.
Ora che tutti abbiamo capito com’è andata e che Lei poteva fare di tutto eccetto il Primo cittadino della Capitale, a fronte del poderoso attacco cui è sottoposta ritengo giusto difenderla, costi quello che costi.
Il danno è fatto e ci scusiamo, non con Lei, se per qualche giorno abbiamo dimenticato che razza di delinquenti si siano organizzati e alleati per farla cadere.
Per un momento ci siamo permessi di suggerire il taglio del braccio in cancrena prima che l’infezione divorasse il resto, ma ora che l’infezione appare per ciò che Lei è, una giovane sventata che si è montata la testa o è banalmente ricattata per un furto di polli senza danno per le casse pubbliche, riteniamo sia giusto fare argine e aspettare a pie’ fermo i nemici della Repubblica. Diamo atto a Giuseppe Grillo di avere messo a rischio perfino la propria autorevolezza, l’unico capitale che dispone oltre l’intelligenza, assumendo da leader tutta la responsabilità di difenderla. Aveva ragione, a patto che non si ripeta l’errore.
I Parnasi, i Caltagirone, i Romeo, gli Orfini, gli osceni Bettini nonché i lecca culo e i venduti assortiti se ne devono fare una ragione, non passeranno.
I mostri che hanno trasformato Roma in una zombie infettata da un debito di oltre una decina di miliardi con la complicità di schiere di funzionari pubblici quali i Marra e i Romeo (quello povero e premuroso accenditore di polizze) meritano solo l’esilio e la galera, lo squartamento purtroppo è passato di moda…
Che brutti pensieri, non consoni a un Movimento che fa della non violenza la cifra del proprio esistere, eppure, considerando i suicidi e la disperazione che i comportamenti delittuosi di una classe dirigente e imprenditoriale hanno determinato, sorge immediato il desiderio di restituire almeno dieci volte tanto il male che essi hanno prodotto.
Poiché, senza volerlo, siamo scivolati su un tema caro a Francesco, il male e la lotta senza quartiere che gli uomini di buona fede intrattengono ogni giorno, mi permetto di rivolgere al Santo Padre un affettuoso pensiero e un invito a persistere nel solco tracciato, ovvero nel mantenere, per quanto possibile, la Chiesa al di fuori dell’agone politico nazionale, condizione necessaria affinché gli innumerevoli ladroni comprendano di non avere più le spalle coperte.
Rimanendo in attesa delle foto eventuali che La ritraessero in atteggiamenti consoni a una Valentina Nappi, beata gioventù, sconsigliamo ai nemici del diritto, del merito e della cultura di puntare un euro scommettendo che questa controffensiva delle forze del Male si possa tramutare nella Waterloo del M5S.
Gli errori fatti siano piuttosto di monito per comprendere che un leader deve essere capace di derogare la propria protezione ai professionisti, a quei guardiani della Repubblica che non smetteranno i loro panni fino all’ultimo giorno di vita, implacabili e letali.
Signora Sindaco, rompa l’accerchiamento, esca dalla fortezza; si rechi nelle periferie che l’hanno eletta novella Giovanna D’Arco, vendicatrice dei soprusi e riscatto dei deboli. Smetta i panni dell’avvocaticchio e indossi la corazza dopo avere umilmente chiesto scusa al popolo, a quei 770.000 che l’hanno eletta e scelta a proprio leader.
Abbia il coraggio di chiedere scusa anche all’integerrimo ingegnere e urbanista Berdini, lo erga a baluardo dello tsunami di cemento che per l’ennesima volta viene lanciato sulla Città.
Chieda consiglio a chi, tempo fa, le ha chiesto conto di Marra e affini e che Lei ha respinto scioccamente; chiami a coorte la cittadinanza, troverà schiere di donne e uomini pronti a donare la propria intelligenza e mettersi a servizio della Città, del Paese.
Cittadina, il tempo è scaduto; le sconsigliamo di ripetere gli errori commessi: avere contro il Leone Ruggente non porta buona sorte.
Dionisia
Premetto che non ho a che fare con Grillo (che pero’ rispetto con riserva) mi chiedo come si possa scrivere “ricattata per un furto di polli”: stranamente quel genere di polizze si incassano solo quando il titolare muore in circostanze previste dalla polizza (sempre che non abbia cambiato idea) e senza che il beneficiario possa saperlo a meno il titolare non lo riveli. Ve bene che il mondo delle “porte girevoli” anglosassoni serve a saldare il dovuto ma aspettare 30.000€ tra 30/40 anni con molti forse mi sembra esagerato. Il furto e’ ben altra cosa: sembra piu’ una trappola ben congeniata.
il metodo usato, non e’ molto dissimile ai trappoloni che alcune donnine (e per sua e loro fortuna) hanno fatto a Berlusconi.
Faccio una facile profezia: non si liberera’ facilmente da magistratura e giornalisti a meno che non capitoli. Ovviamente spero che non capitoli negli interessi del paese almeno fino a quando ci saremo liberati dalla morsa franco-tedesca che ci tiene per le palle da tangentopoli in poi.
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Oggi provoco SC che so essere anagraficamente uomo che ha vissuto certamente la stagione di Mani Pulite.
Tangentopoli fu preceduta da una sequenza di interventi della magistratura un po’ ovunque chiamata da fatti eclatanti (e sfacciati) che accadevano in giro per l’Italia e quasi sempre con esponenti politici come protagonisti arroganti.
Se SC lo vuole (e quando posso) mi metto a ricostruire i vent’anni che precedono il 17 febbraio 1992. Non ne esce bene nessuno. Tenga conto, amico SC, che ho sposato in prime nozze una dirigente socialista di quegli anni. Difficile convincermi che si è fatto male quello che andava fatto meglio e con la determinazione necessaria perché 25 anni dopo non si dicessero cose inesatte di quella stagione. Mani Pulite ha solo la responsabilità di non aver saputo/potuto affondare il bisturi e di aver lasciando le metastasi diffondersi e infettare tutta la Repubblica. Ho settanta anni e c’ero. Difficile raccontarmi storie al riguardo. Troppo poco quindi.
Le palle ce le tenevano da prima perché ai “nostri” piaceva farsele strizzare. Non tutti nella sessualità non a caso siamo uguali.
O.G.
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L’ho vissuta da ragazzino (avevo 14 anni), quindi un po’ piu’ candidamente di lei.
Il fatto, che non mi e’ mai andato giu’, e che le schifezze inenarrabili le fecero un po’ tutti, ma solo alcuni furono castigati, altri uscirono dalla vita politica in attesa della prescrizioni, altri ancora si avvantaggiarono per mettere le mani su di un paese florido per strozzarlo (nel termine bancario del termine).
Non metto in dubbio le abitudini sessuali altrui, non metto in dubbio che le palle dei nostri potentoni venissero strizzate da prima, ma gradirei evitare di farmele strizzare almeno fino a quando non scelgo io di farmele strizzare.
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Alla sua età (14 anni) avevo già perso l’innocenza e non solo in senso sessuale e – ancora con i pantaloni all’inglese – mi era dato di cominciare a sapere che esistevano realtà che c’erano ma non tutti le sapevano vedere o gli era dato di poterle vedere. Mi hanno fatto saltare l’adolescenza a piè pari e quando è arrivato Davigo ero già un ultra quarantenne che poteva dire alla madre di suo figlio “te lo avevo detto che arrestavano tutti”.
Immagini che stanchezza che provo dopo aver già assistito a quando Mazzanti veniva arrestato, Scaroni veniva arrestato, Necci veniva arrestato, Greganti venir inutilmente arrestato (per cominciare a rispondere all’amico SC) e centinai/migliaia di altri galantuomi venivano inutilmente arrestati . A cinquant’anni suonati ero un signore ormai anziano (vado per 71) quando decisi che valeva la pena di non mollare e da allora, zitto – zitto ,ho moltiplicato per dieci lo spirito di ribellione con cui ho deciso di vivere la vita fino all’ultimo giorno che mi sarà dato di vivere. E se prima vivevo una doppia vita da quel momento in poi ne ho vissuta una sola ma centomila volte più emozionante. Ma questa è un’altra storia come si è soliti dire.
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