Cosa pensate di questi rompicoglioni che devono per forza consumare prodotti dell’industria bellica?

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Nel 1966, ai mondiali di calcio, il goal di tale Pak Tu’ik, nord coreano, trafisse la Nazionale di Mazzola e Rivera e la fece ritornare ingloriosamente e prematuramente sconfitta a casa. Per questa debolezza la Nazionale fu accolta letteralmente con i pomodori.

Questo, per tanti anni, sono stati i nordcoreani per gli Italiani. Qualcuno forse, oltre all’infortunio calcistico, ricordava che intorno al 38° parallelo, sin dal 1953, si giocava, tra sovietici, cinesi e statunitensi, una cazzuta partita geopolitica e non con la palla sferica da prendere a calci.

Da allora in molti si sono misurati con questa storia della divisione in due della Terra dei tre regni. Nessuno ha trovato una soluzione. Ora, capo supremo da pochi mesi, il vostro amico Donald Trump, ha deciso di passare alla Storia come quello che ha risolto la questione. In un modo o nell’altro. Anzi, in queste ore, dopo aver sganciato in Afghanistan la super bomba (vedete che non ci sbagliamo quando diciamo che se uno le costruisce, prima o poi, le armi le usa?) come test dal vero, l’ipotesi della guerra (ma si chiama così una tale cosa?) si è fatta concretissima.

E proprio l’inizio potrebbe esserci nell’anniversario, domani,15 aprile, che, come forse sapete, è la festa nazionale nord-coreana. Come se qualcuno scegliesse il 2 giugno per bombardare (con delle super bombone) l’Italia e la sua Roma. Quelli, guidati da gente determinata come, se richiesto anche il nostro senatore Antonio Razzi potrebbe confermarlo (Razzi lo porto come esempio di come si dovrebbe sapere che stiamo tutti, da alcune ore, sul filo di un rasoio a mano libera), non si tireranno indietro. Anzi. Ci mancava questo consumatore di materiale bellico per rendere ancora più incerta la vita di tanta povera gente. Se ne sentiva la mancanza di un mostratore di muscoli come questo, democraticamente eletto negli USA. Un giovane psicopatico come Kim Jong-un e un vecchio esaltato come Trump.

Una miscela alla nitroglicerina che come sapete è un “esplosivo” veramente instabile.

Che Dio ve la mandi buona.

Oreste Grani/Leo Rugens che il 16 maggio 2016, tra i pochissimi, disse che poteva vincere Trump e che se fosse successo sarebbero stati cazzi amari.

L’idea me l’ero fatta saccheggiando informazioni provenienti dagli USA e ragionate, con mesi d’anticipo, da Stefania Limiti che non dovremo mai dimenticare che questa cosa della pericolosità di Trump l’aveva detta, per prima e con modalità che non potevano lasciare equivoci di sorta.


SE SONO QUELLO CHE IL 16 MAGGIO 2016 HA PREVISTO L’ELEZIONE DI DONALD TRUMP…

Forte dell’essere stato (così sembra) l’unico blogger d’Italia ad aver formulato, sin dal 16 maggio 2016, la previsione della vittoria (a quella data mi appariva ormai certa alla luce di quanto stava avvenendo nel Partito democratico) di “Pannocchia Donald Trump”, riprendo il ragionamento solo accennato nel post “HA STRAVINTO TRUMP: NEW YORK NON È L’AMERICA ED EVIDENTEMENTE GLI “EVANGELICI” CHE SI ERANO SCHIERATI DIETRO A LUI LO SAPEVANO – DAVANTI ALLA TRUMP TOWER, A NEW YORK, GLI USA MOSTRANO LA COMPLESSITÀ IMPLICITA NEL DOPO-VOTO “DEMOCRATICAMENTE” ESPRESSO” su cosa sarebbe opportuno riflettere e lo faccio soprattutto alla luce dei grandi cambiamenti che aspettano gli umani che vivono oggi di qua e di là dell’Oceano Atlantico.

Scrivevo quindi, a maggio 2016, che Donald Trump sarebbe divenuto il 45° presidente degli Stati Uniti e sulla base di questa inaspettata (ma meritata) autorevolezza mi permetto di dare altri consigli. A un vecchietto cosa altro può rimanere di “divertente” e “gratificante”? Anche se hanno la forma di bottiglie lanciate disperatamente nell’immenso mare della rete. Dove, appunto, si naviga a vista.  Dico questo perché nessuno si era accorto della mia previsione mentre io, a mia volta, mi ero basato su una segnalazione di allerta formulata dalla specialista di cose complesse Stefania Limiti che, fresca di studi sui Kennedy e la CIA onnipresente, aveva evidentemente squarciato il futuro. Lei per prima, a Gennaio 2016, poi questo marginale e ininfluente blog, a Maggio. Pochi ma buoni, mi permetterei di dire.

Come si sono messe le cose dalle parti dell’etilista Junker direi che non ci sbagliamo se diciamo che, a meno di un miracolo che può avvenire solo in quel Gran laboratorio politico del Mondo (passatemi l’esagerazione consolatoria) che è l’Italia ad opera del M5S, l’Europa uscirà dalla Storia e dovrà affidare la garanzia della propria sicurezza alla eventuale benevolenza americana.

L’evoluzione interna agli USA che si è messa in azione con la cacciata dei Clinton e dei loro pupari, urlogisti, antidemocratici, sanguinari sommata alla decadenza dell’Europa monetocentrica costituiranno i parametri essenziali per ogni analisi e previsione sulla geopolitica del XXI secolo. La Cina è un’altra cosa come nei prossimi giorni proverò a dire da vero e maniacale Barone di  Munchausen!!!

Se infatti a Washington si dovesse decidere che tutti gli sforzi di comprensione della complessità dovessero essere indirizzati verso il Pacifico e che l’ex Europa se la possono cuccare i russi e il Mediterraneo gli israeliani e i turchi, in Italia difficilmente sapremmo declinare i verbi difettivi che una tale situazione comporterebbe, popolati di opportunisti e di cacasotto come siamo. Fine dell’Europa quindi; fine della Nato, così come la conosciamo; scioglimento di fatto dell’ONU, FAO e compagnia cantando. Tenete conto che, a differenza della Società delle Nazioni che aveva fatto sognare il trionfo del Diritto, le Nazioni Unite sono un baraccone dispendioso e basta.

Anzi è proprio il luogo dove la recita è portata ad essere ridicolmente esasperata senza nessuna possibilità di azioni concrete.

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I mondialisti (massoni democratici-progressisti o con aspirazioni alla tirannide oligarchica) stanno arretrando e si stanno preparando a ridefinire le loro reciproche strategie politiche e culturali, prima dello “scazzo” finale previsto tra loro. La frammentazione e i populismi (così li chiamano i profani ignorantissimi) si stanno, in questo brodo di cultura caotico, viceversa, spontaneamente, generando, Paese per Paese, area per area e così, distribuendosi inconsapevolmente quasi ovunque, stanno organizzano di fatto una qualche forma di resistenza alla omologazione del Mondo Intero.

Questa cosa di difficile comprensione (La rivolta) alcuni dicono sia ormai in essere, sia pure osservata, con qualche fastidio, dai potentissimi oligarchi trascontinentali che pensavano che ormai i giochi fossero fatti.

Fastidio e, nei più avveduti, con qualche robusta preoccupazione. Con particolare riferimento a cose tipo il Movimento a Cinque Stelle in Italia (M5S). Movimento che ha resistito a tutte le violenze architettate da Giorgio Napolitano compreso il loden di Monti o gli occhialetti di Letta nipote. Occhialetti insufficienti a salvare “Vedrò” figurarsi se potevano consentire di vedere il sentiero scosceso lungo il quale inerpicarsi con gli italiani fiduciosi alle spalle.

Oggi, esaltato dal successo di previsione sulla “Pannocchia Trump” mi va di affermare che il Vertice Massonico Antidemocratico Sanguinario Ur-logista che aspira alla privatizzazione del Mondo (e un organo che non esiste state tranquilli da me inventato di sana pianta), sembra incredibile (e certamente lo è), teme solo che insorgano ovunque strutture organizzative politico-culturali, dal basso, tipo M5S. Cazzate degne di questo marginale ed ininfluente blog. Ma se sono quello che il 16 maggio 2016 dava per certa la vittoria di Donald Trump, io un pensierino sulle mie “cazzarate” lo farei lo stesso. Cazzarate come quando mi permisi di dire che Bersani in questo Paese non avrebbe mai vinto (e in quel momento sembrava trionfare), o come quando tutti davano per stabile la Tunisia, la Libia, l’Egitto ed io, con pochi altri, avvertivamo che l’apocalisse era imminente.

Oreste Grani/Leo Rugens


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