Cosa nasconde la lotta spietata per il Lotto n° 10? Ovvero, non c’è solo Romeo in questa vicenda
“Chi si loda, si imbroda”, dicevano i nostri vecchi.
“E chi se ne frega”, direbbe il simpatico e bravo Alessandro Milan, di Radio 24.
E così faccio e non per me che sono un marginale e ininfluente vecchio blogger. Mi imbrodo, quindi, per amore di verità e, per farlo, vi rifilo un post del 14 ottobre 2014, messo in rete “solo” 913 giorni addietro e sulla base di quanto scritto, lontano/vicinissimo nel tempo ora che tutti sapete della centralità di CONSIP, vi prego/invito a fare una onesta riflessione.
Vogliamo sapere (ma non c’è bisogno che ce lo diciate) se ci sbagliavamo sul fatto che CONSIP e le sue macro gare sono vicende attinenti la Sicurezza Nazionale? Vedrete (perché il vero vaso di Pandora non è stato ancora rotto) che le questioni attinenti il Lotto 10 della Gara Fm4 sono, a nostro modesto avviso, questioni di Sicurezza Nazionale, come stiamo affermando. Riguardano infatti non solo le sedi delle più sensibili Istituzioni repubblicane ma perfino laboratori di ricerca e sedi dove si preparano i bandi per i fondi europei e dove, a volte potrebbero essere incubate pratiche attinenti brevetti legati a quel poco che avanza dell’innovazione tecnologica. Tanto per fare un primo esempio di “indotto” legato alle pulizie. Vedrete, affezionati lettori (è la prima volta che vi chiedo la cortesia di divulgare quanto più potete un nostro post) che voler pulire a tutti i costi degli edifici, non corrispondeva solo ad una volontà imprenditoriale ma potrebbe (è certamente così!) aver celato un disegno finalizzato a forme sofisticate di penetrazione e di controllo dei comportamenti che si tengono in quelle stanze, prima e dopo le pulizie. Sistemi di areazione compresi, servizi igienici compresi, stanze formalmente classificate comprese. Ad esempio, tutte le scrivanie direzionali di tutti i capi di gabinetto, delle segreterie dei capi di gabinetto e, in particolare, tutti i cestini di tutte le segreterie dei capi di gabinetto.
Ma veramente pensate che gente con frequentazione (certe) per altri versi inspiegabili per dei pulitori di cessi e con un passato nel settore specifico delle intercettazioni telefoniche ed ambientali (Ezio Bigotti è uno di questi), convertitisi a fare i netta pavimenti e i manutentori di lampadine, si sono battuti, fino all’ultimo respiro, per vincere quel lotto di Roma Centro (Quirinale compreso) se non seguendo un disegno pericoloso per la sicurezza nazionale? Un disegno pericolosissimo, se non addirittura eversivo.
Ma veramente pensate che non fosse possibile immaginare un’attenzione dei servizi su un groviglio bituminoso di questa portata?
Guardarsi le spalle, era il minimo, da parte dei CC del NOE che investigavano. Ma presi come erano dalla complessità in cui si trovavano (vi ci vorrei vedere a voi scoprire legami di alcuni su cui investigate con i vostri comandanti o con ambenti riconducibili ai vertici delle Agenzie di Intelligence?) errori possono essere stati commessi. Se non sono errori, allora vuol dire che l’ora della grande epurazione è giunta perché le fogne stanno rigurgitando.
Torniamo alla Gara Consip.
Oltre alla Volpe di Posillipo (che basta leggerci con onestà di intenti non possiamo essere sospettati di avere in simpatia), forse è opportuno/indispensabile, se non vogliamo ancora una volta far finta di non capire cosa sia “intelligence economica” e come si faccia a controllare un Paese già di per se incline a non badare molto alla sua sovranità, rovesciare – come calzini – tutti i protagonisti di questa vicenda, \non fermandosi ai semplici aspetti (sia pur gravissimi) di corruzione e di danno erariale. Direi che, in particolare, si devono sondare/percorrere/monitorare tutti i rizomi che, partendo dai protagonisti della gara Fm4, possono portare a frequentazioni di ambienti che non hanno giustificazione che si intreccino con queste soggetti se non dentro un disegno che, qualora esistesse, andrà spiegato alle autorità competenti.
E non parlo solo dei magistrati. Ad esempio, questa vicenda CONSIP, potrebbe rivelarsi un’occasione di verifica di quanto sia stato penetrato il tessuto imprenditoriale del Paese in funzione di interessi antinazionali. È ora di attivare occhi (se esistono) che sappiano scorgere, in questo caos caratterizzato apparentemente solo da malandrini avidi, un’intelligenza delle cose scrutando e interpretando frammenti senza senso apparente.
Bisogna leggere i segni di questo presente CONSIP per capire dove questi figuri (tali sono quando saranno svelati fino i fondo i loro stili di vita e le loro complicità) erano penetrati e con che finalità. Dove ci porta il valore aggiunto cercato (oltre il semplice appalto destinato a pulire le scrivanie degli uomini potentissimi di cui sempre si vagheggia?
Potremmo cominciare da qui, cerchio concentrico dopo cerchio concentrico, per avere finalmente un’endoscopia di chi parassitariamente si preparava a spiarci con il vantaggio paradossale di farlo a nostre spese. Parlo dei parlamentari che devono sentire la gravità dell’ora e che devo pretendere che si avviino approfondimenti senza guardare in faccia nessuno. Se ci sono pranzi, se ci sono cene, se ci sono incarichi a familiari è ora che tutto venga a galla. All’Antitrust si stanno attivando non solo su quei 143 milioni destinati al territorio del Primo Municipio e in particolare alla pulizie della Camera, del Senato, di Palazzo Chigi. Del Quirinale ho già detto.
Vedete, se non vivessimo nello stesso Paese dove, prendendo lo stipendio dalla Telecom, utilizzando le tecnologie della stessa azienda e il proprio passato nei corpi armati dello Stato per suggestionare gli interlocutori, alcuni impiegati infedeli, anni addietro, si facevano i cazzi propri e vendevano dossier e informazioni carpite su chiunque capitasse a tiro, e lo facevano forti di quella posizione privilegiata e con i NOS di sicurezza a proteggerli, non dovremmo preoccuparci. Ma siccome viviamo in un Paese dove l’ibrido tra gargarozzoni e servizi ha già fatto troppi danni, pensare male, può solo che fare bene.
Dietro alla guerra spietata per chi si beccava il Lotto (non Lotti) n°10 ci potrebbe (c’è) ben altro. E come non ci siamo sbagliati 913 giorni addietro, vediamo di non aspettarne altrettanti per mettere il sale sulla coda dei furbacchioni, agenti traditori, pronti a servire chiunque, sotto tutte le bandiere, tranne, ovviamente, il Tricolore.
Oreste Grani/Leo Rugens
P.S.
Come vedete (e come vi aveva detto bene il vostro avvocato), Leo Rugens potrebbe solo che rincarare la dose. Ed è quello che sta facendo e continuerà a fare. Se volevate abbatterlo, dovevate farlo in tempo utile. Ormai, non solo è troppo tardi, ma per come si stanno mettendo le cose, più che vedere lui reso inoffensivo, sarà lui a vedervi arrestati.
Arrestati? Ma va là!
Sognare, come è notorio, non è reato. E, a volte, prefigura il futuro.
Oreste Grani/Leo Rugens
CARO STATERA, LA CACCIA ALLA VOLPE (DI POSILLIPO) È UN PROBLEMA DI SICUREZZA NAZIONALE E NON SOLO DI BUON GIORNALISMO DI DENUNCIA!
Come forse sapete, in questo blog, citiamo spesso, in quanto fonte attendibile sui misfatti affaristici italiani, il giornalista Alberto Statera. Abbiamo evidenziato, più volte, che il colto e ironico Alberto, non si è sbagliato di un “punto” su molte delle vicende accadute nel “Termitaio” (così si intitola un suo libro di successo) avendo, ad esempio, con largo anticipo (sei anni), descritto le avidità di Giancarlo Galan e compagnia cantando, raccontando tutto l’intreccio, partiti e imprenditori, strutturato intorno al MOSE e non solo all’opera faraonica veneziana! Alla fine, il “povero” calunniato Galan, ha ammesso tutto!
Altro caso.
Il vecchio “Fior di Loto”, Giancarlo Elia Valori, per Statera, è come un libro aperto. Sarà una questione di nomi propri: Giancarlo (Galan e Valori si chiamano entrambi Giancarlo) evidentemente, porta sfiga e, Alfredo, viceversa, porta bene. Per un napoletano abile e scaramantico, come risulta essere Romeo (il grande accaparratore di appalti pubblici), la buona sorte è tutto. Prendiamo atto infatti che il valente giornalista non riesce ad avere la soddisfazione (che si meriterebbe) su quanto (non) accade intorno alla figura dell’avvocato Alfredo Romeo: Statera, infatti, racconta, da anni, con dovizie di particolari, le abilità della “Volpe di Posillipo” ma più lo cita, più svela intrecci e metodologie, più a quello gli va tutto dritto, gara per gara, appalto per appalto. L’ultima speranza per Statera, per vedere confermati i suoi vaticini giudiziari, è affidata all’ipotesi che si accendano le luci (anche quelle a led) su CONSIP e, così facendo, veder chiarite, finalmente, troppe incongruenze e troppi prezzi pazzi legati alla “cosa pubblica”. Possibile che quanto finalmente leggiamo su PANORAMA (Tagli Bluff) di questa settimana non sia sufficiente per azzerare la situazione CONSIP avviando un vero risanamento della spesa pubblica senza il quale “sono tutte chiacchiere” quelle che si sentono fare? Andate a vedere da quanti anni diciamo che CONSIP è il cuore del problema. Andate a vedere da quanto tempo, altrettanto, suggeriamo di dare al Copasir un valore strategico e non solo di facciata. Fate due più due e troverete la soluzione che ancora manca al problema di quelli che, alla fine, vincono sempre loro gli appalti e le commesse pubbliche. Ad Alberto Statera, pur nel vero ed intelligentissimo quale è, manca questo calcolo aritmetico semplice: 2+2 = 4. COPASIR + CONSIP e, giustizia giusta, sarà fatta. Ma la professoressa di matematica (la mitica Cossu), che avevamo in comune, al Liceo (Alberto ed io), avrebbe detto: “Statera, scrivi molto bene ma di matematica con capirai mai niente”. Non è andata così come la Cossu profetizzava perché Statera è diventato una delle migliori firme “economiche” del Paese evidentemente avendo imparato a leggere i numeri dei bilanci come pochi. È di Sicurezza Nazionale e di come dovrebbe funzionare l’Intelligence in un paese serio che, evidentemente, Alberto Statera non se ne intende. Altrimenti chiederebbe chiarezza alle nostre “Agenzie” sulla mancanza di Caccia alla Volpe. Di Posillipo o meno che sia. Perché gli appalti non trasparenti sono un problema di Sicurezza Nazionale. Così la pensiamo da queste parti, senza timore reverenziale verso nessuno dei troppi bulli che abitano il nostro Paese.
Oreste Grani/Leo Rugens
Ma come si fa ad uscire da questa melma?
"Mi piace""Mi piace"
Questo noi facciamo, da mane a sera. Da sera a mane. Se ci riusciremo sta nella mente degli Dei. o di Dio , che dir si voglia.
Buona pasqua di resurrezione e di … prossima Libertà!.
O.G.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Buona Pasqua anche a lei ed a Tutti i Suoi collaboratori; certo è, che un comune mortale che finisce li dentro, o si ammazza, o va a chiedere l’ elemosina, se gli va bene; comunque complimenti. E che l’ Ulivo ci porti bene!
"Mi piace""Mi piace"
L’ha ribloggato su Leo Rugense ha commentato:
Pronto ad essere arrestato. O a veder arrestati i pulitori di cessi, traditori della Repubblica.
"Mi piace""Mi piace"