Dal Venezuela: e ora rimaniamo uniti!
Da giorni scrivevo (in realtà lo scrivo da tempo non sospetto) che in Venezuela la situazione stava precipitando e che l’espressione “o la va o la spacca”, indirizzatami da una persona a me carissima e altamente attendibile per una professionale capacità di analisi geopolitica e culturale, nascondeva la vera disperazione di un intero popolo, spinto, costretto alla guerra civile. Dopo alcuni giorni in cui alcuni giovani patrioti avevano perduto la vita contro le milizie del chavista Nicolas Maduro, ieri ci sono stati ben 12 morti!
Speriamo ancora che la “vada” e che non la “spacchi”. Guardate con occhi solidali questi filmati e tenete conto che siamo solo all’inizio. Torno a dire: tanti, tantissimi italiani sono andati, nel secolo scorso, in Venezuela a lavorare. Ripeto: c’è tanta storia e tanto sangue della nostra gente, coraggiosa e laboriosa, che si disperderà esclusivamente in storie di tragedie, in racconto di occasioni perdute, di nostalgia dei bei tempi andati.
Per non parlare della diaspora venezuelana che, rientrata nei paesi d’origine familiare, deve assistere impotente a questo dissolversi della loro seconda patria.
Che succede su questo nostro Pianeta azzurro, ancora verde, bagnato da acque vitali, grande e fertile a sufficienza per farci vivere tutti sereni, ma necessariamente in equità e rispetto reciproco? Perché mai alcuni oligarchi, insediatisi a macchia di leopardo nel Mondo, devono ritenere di essere unti dal Signore e legittimati a tenere in schiavitù gli altri da se, godendosi, con avidità e cecità, le ricchezze che invece sono di tutti?
Verso cosa ci spingono questi despoti violenti, gente senza capacità di elaborazione dei possibili futuri di convivenza in pace? Solo pallottole e divise antisommossa, acquistate in tempo? Blindati, idranti, lacrimogeni, manganelli, scudi, caschi tutto materiale accuratamente scelto e comprato con bei ricarichi dagli uffici acquisti governativi, dominio dei corrotti e dei complici dei violenti. Questo lo sanno fare, ma misurarsi con la complessità è troppo faticoso! Vogliono solo “fottere” e non governare i grandi cambiamenti in divenire.
Non ci sono medicine in tutto il Venezuela, ma non manca “il soldo” per i “soldati”, “assoldati” per reprimere la Libertà del popolo!
Non c’è cibo, ma non mancano soldi per armare le milizie e mandarle ad uccidere i figli del popolo sovrano! Si fanno “re”, ma sono degli incapaci! Facile governare il Venezuela quando tutti gli compravano, al prezzo richiesto, il suo abbondante e di facile estrazione petrolio!
Ora la cruna dell’ago del bagno di sangue è rimasta l’unica via. Che il mondo non rimanga indifferente a questa ennesima tragedia.
Oreste Grani/Leo Rugens