Benvenuti in un mondo senza confini/Welcome to a world without borders

Il termine che meglio definisce la condizione geopolitica in cui si sta consumando il maxi ricatto è liquiescenza.
Solo in un “non luogo” dove si custodiscono miliardi di segni elettronici che svolgono il ruolo della moneta (immaginate solo le carte di credito o le forme di borsellino elettronico che si stanno sviluppando!) poteva accadere questa rapina/ricatto i cui ideatori/esecutori si preparano a tracciare una strada che altri, nei tempi prossimi, potrebbero ripercorrere per finalità criminali/eversive o, semplice, imitazione trasgressiva. Si hanno notizie (tenute ben coperte) di altri circoscritti episodi che hanno preceduto l’attacco degli attacchi ma quello in corso, a prescindere da come andrà a finire dal punto di vista investigativo, è una pietra miliare dei modi in cui i criminali stanno “affrontando” l’autorità e il potere in un mondo fondato sull’informazione. Chi sta mettendo in atto l’azione lo sta facendo con capacità adeguate alla situazione. I criminali stanno dimostrando che con l’azione elettronica si può fare, in un momento (e si presume in pochissimi), quel che molti non potrebbero fare in un lungo periodo di tempio. Rapidi, immateriali e invisibili come il vento e, nelle scelte, testimoni del cambio dei paradigmi culturali che regolano le guerre, la disobbedienza, l’antagonismo.
Con questo attacco si chiarisce che la forza del numero, che poteva avere efficacia nel capitalismo e negli assetti del potere originari, è messa fortemente in discussione. Le regole del gioco (lasciate perdere che la richiesta in bit coin potrebbe farli ritenere solo dei criminali si pur intelligentissimi) da ieri, sono cambiate. La disobbedienza (civile, politica, militare, economica) non sarà mai più come un tempo.
A nessuno verrà concesso di rimanere nel bunker delle sicurezze.
Da ieri si gioca al gioco della insicurezza e i giocatori/avversari sono difficili da rintracciare, da controllare e da eliminare. Difficile capire come si vince a questo gioco in cui “gli anarchici/eversori/terroristi cybernetici”, di fatto, per raggiungere i loro scopi (ma quali sono?) sabotano il neo costituito/insediato “ordine virtuale”. Ordine Virtuale che certamente tende a rubare (badiamo ai verbi, signori di questo blog) la sovranità dell’individuo dando un cattivo esempio di espropriazione continua di brandelli di vita, di piccoli o grandi segreti che vengono sottratti agli abitanti dell’infosfera.
La situazione in cui i sostenitori dell’Ordine Virtuale ritengono di controllare/alimentare il sovraccarico informativo, paradossalmente creando le migliori condizioni – per loro stessi – di selezione all’accesso delle informazioni qualitative, ha generato il “brodo di cultura” di quello che vediamo accadere, sia pur (per ora) sotto forma di maxi rapina/ricatto. E l’azione criminale non poteva non avere l’intero Pianeta come “banca da assaltare”. Un mondo dove alcuni (le oligarchie massoniche sanguinarie sono tra loro?) detengono, istante per istante, le informazioni sui criteri di spesa, sulle associazioni culturali e politiche, sulle storie bancarie degli individui, l’educazione, i vizi o quanto altro potete immaginare, come poteva non generare un conflitto complesso come quello in corso?
Perché che questa azione criminale sia una storia cazzutissima penso che lo stiate capendo tutti. La partita si è già giocata ed è stata persa quando si è pensato che la vicenda della privacy fosse la fissa di pochi.
Perché che questa azione criminale sia una storia cazzutissima penso che lo stiate capendo tutti. La partita si è già giocata ed è stata persa quando si è pensato che la vicenda della privacy fosse la fissa di pochi.
Qualcuno ha ritenuto che far vivere l’umanità (in realtà una parte), in una tormenta di neve informativa in aumento di intensità, li avrebbe messi al sicuro dagli esiti del gioco della democrazia che – evidentemente – non era di loro gradimento. Hanno seminato tempeste di neve e raccolgono questa glaciazione che difficilmente porterà alla felicità.
Comunque, questa cosa del riscatto in bit coin è veramente divertente.
Altro che conchigliette raccolte, tra il silicio della spiaggia, in riva al mare.
Oreste Grani/Leo Rugens che non ha pudori a dire che non sa da che parte stare assistendo a questo film di fantacriminalità. Oramai non più tanto fanta.

Il problema sono proprio le intelligence di mezzo pianeta, che pensando di essere forbi, hanno infiltrato agenti in software house, personale che si occupa di programmi free e open source per rendere vunnerabile qualunque piattaforma e spiare i propri cittadini….
I tiranni del passato facevano cosi’ in maniera meno invasiva.
Queste sono le conseguenze della loro stupidita’ ..
Per fortuna non tutti sono stati cosi’ sciocchi.
Questo caso, sara’ la falsa flag (costuita e voluta) per mettere a freno le liberta’ digitali. Dopo gli interventi fisici in iraq, afganistan, libia e somalia (scaturite da false flag e accuse voluttuarie) ne sorbiremo una addirittura peggiore: la beffa che sara’ finanziata con tasse e togliendo risorse ad altri campi dagli stessi cittadini.
Verranno richiesti “sacrifici”… ancora; questi che si credono dei non ne hanno mai abbastanza…
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Tesi ardita e vagamente complottistica (ma questo – in fin dei conti – è il lettore SC) ma interessante. Direi, molto interessante.
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il problema delle informazioni che viaggiano attraverso strutture telematiche,che per comodità potremmo chiamare big data quando sono piu’ o meno in open source e cripto data quando sono transazioni con un certo grado di tutela,è esclusivamente legato al serpeggiante strapotere delle grandi lobbies dell’informatica.Lobbies che dovremmo ipotizzare a monte, piuttosto che infiltrate, collaboranti con certi servizi? Non è un caso che le rivoluzioni colorate senza le piattaforme virtuali perdono molto fascino, soprattutto tra le menti “giovani” particolarmente programmabili e plasmabili,come la captology ci insegna. I big data dei gusti emotivo-cognitivi di un dato segmento di popolazione vengono analizzati e distillati a dovere per estrarre la quintessenza di rivoluzione-disobbedienza adatta a un certo schema geopolitico.Quindi gli attacchi cyber di certa rilevanza dubito che siano fenomeno romantico-banditesco di reazione al potere precostituito,ma pura e semplice traslazione su piani più sfumati di guerra tra governi o ancora peggio dell’attività corsara di lobbies per conto di governi?
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Gennariello come spesso accade potrebbe avere ragione. O. G.
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Circuiti nazionali di pagamento con carte di credito,motori di ricerca come estensione delle acque territoriali di uno stato, registro-anagrafico dei blog, commento certificato per chi voglia interagire sul web, tassazione adeguata alla mole di big datas processati dai social networks,non sono una soluzione al problema ma quanto meno si incomincerebbe a sensibilizzare l’inconscio del popolo su come relazionarsi col mondo virtuale.Ovviamente simili proposte sono mero buon senso se non addirittura scoperta dell’acqua calda, ma le lobbies informatiche ormai hanno peso politico quanto quelle del petrolio ed è con questo nuovo ingresso che si voleva volutamente rendere ancora piu’ complessi i rapporti di forza sul piano geopolitico.Contemporaneamente si dava l’illusione al popolino di avere il mondo a portata di click ignorando che era proprio la mente dell’individuo(che possiamo chiamare mente del topo), con il mouse ironicamente a monito di tale sberleffo,ad essere mappata ad usum lobbies.Altro che rivoluzione industriale,altro che scoperta della ruota o la rivoluzione francese,che almeno non passarono inosservate…la rivoluzione cibernetica doveva essere silenziosa e cosi è stato.
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Io ho conosciuto personalmente il filosofo dell’informatica Luciano Floridi e con lui abbiamo provato (e ancora provo in altra dede) a non far passare troppo sotto silenzio le implicazioni della rivoluzione cibernetica. O ,almeno, ci provo.
Buona serata.
O.G.
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Buongiorno,grazie per ispirare approfondimenti,sempre graditi, citando esperti del settore di cui personalmente non avevo cognizione.Approfitto dell’assist filosofico per sottolineare, come correttamente Lei suggerisce,che la questione cibernetica apre scenari piu’ inquietanti di quelli che potrebbero essere troppo semplicemente inquadrati come solo politici.Il mondo virtuale potrebbe paradossalmente catapultarci in un medioevo interiore,in una sorta di catarismo cibernetico dove mente e corpo progressivamente si separano,una endura cognitiva molto pericolosa.Non a caso nell’informatica troviamo echi di manicheismo rappresentati-nascosti nel codice binario.Sarebbe questo un fenomeno non previsto o potremmo addirittura intravederne un progetto di pedagogia gnostica un po’ troppo ardito?
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Gentile e competente Fieramosca,quando decisero (“chi” sarebbe interessante un giorno saperlo) che fosse opportuno che interrompessi il mio esperimento indirizzato a dotare la Repubblica di un luogo di pensiero transdisciplinare, capace di affrontare le problematiche relative alla sicurezza e all’autonomia dello Stato, dei Governi e delle istituzioni minacciate costantemente da fenomeni di dimensione internazionale, quali il crimine organizzato, la proliferazione di armi convenzionali e non, la criminalità finanziaria e, non ultima, la corruzione, fenomeni tutti che chiamano in causa il ruolo dell’Intelligence, ma anche dell’Etica sociale, economica, politica, avevo individuato proprio nel prof. Luciano Floridi uno dei promotori del team che mi preparavo a suggerire poter essere il motore pensante di tale ambizioso progetto.
Oltre a lui avevo sClezionato l’ing. Alessandro Zanasi, in quel momento Security Research Advisor presso la commissione Europea, membro ESRAB e ESRIF,il prof. Liviu Muresan Presidente esecutivo dela fondazione EURISC, il rav Scialom Bahout , in quel momento Rabbino Capo di Napoli e dell’Italia Meridionale, la dottoressa Laura Caserta, Analista e Revisore Richieste di Finanziamento presso la Commissione Europea e la mia più stretta collaboratrice dottoressa Emanuela Bambara, responsabile per anni delle attività di coordinamento delle strategie direzionali delle “fabbriche di idee” che alla bisogna venivano ciclicamente attrezzate.
Questo gruppo si presento compatto il 23 marzo del 2012 con un convegno dedicato allo Stato Intelligente e ai finanziamenti europei per l’innovazione e per la sicurezza. L’intendimento era, da quel momento in poi, di coordinare altre decine di specialisti individuati tra i migliori che si interessavano di caos e complessità e di intelligence con approccio che per semplicità chiamammo culturale. La dottoressa Bambara ad esempio era stata scelta in quanto filosofa transdisciplinare e così Floridi e molti altri. Il rabbino che ho citato è anche laureato in fisica. E Zanasi – per chi lo conosce – sa che è un dei migliori nel suo campo.
Il secondo convegno (che non mi arrivarono mai a far fare) era dedicato all’alleanza tra pubblico e privato, tra mondo civile e militare per garantire e rafforzare le condizioni della sicurezza nazionale e internazionale e, quindi, al ruolo delle aziende (piccole e medie) operanti nel settore delle tecnologie avanzate. Era la “mossa” per liberare il denaro e metterlo realmente al servizio del potenziamento delle attività di intelligence,con il sostegno (!!!) finanziario dell’Unione Europea. Provandoci anche un po’ di gusto! Un terzo convegno doveva essere incentrato su un progetto di costituzione di una scuola di formazione all’Intelligence culturale nell’epoca della quarta rivoluzione industriale/cibernetica. Mi hanno lettePalazzo Cenci dove prima stavo.
Comunque grazie per le parole che ha saputo affidarmi perché, come vede, sono evocative. E
non solo. Come forse un giorno capirà meglio. O forse comincia già a capire.
Oreste Grani
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Grazie per la pazienza nel dialogare su tematiche cosi avanzate.Molto interessante e molto all’avanguardia quello che Lei descrive.Personalmente anche solo alcuni anni fa non credo immaginassi neanche lontanamente la profondità di certi argomenti,mi dedicavo a sfogliare per hobby i primi libri di storia e niente di piu’.
La saluto e Le rinnovo i complimenti per il valore circa le tematiche trattate nel blog.
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Caro a me Fieramosca, il blog è una parte di un tutto. E perché il tutto non esistesse che hanno cercato di fermarmi. Dico “cercato” volutamente, perché non ci sono riusciti. Dialogare con lei mi stimola anche se oggettivamente, senza conoscerla personalmente, qualche difficoltà la incontro.
Se decidesse di consentirmi di incontrarla….
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