La F.U.C.I. si è riunita a Congresso per ragionare di Mediterraneo

Ma non esiste né l’oriente né l’occidente, nessun Confine, nessuna Razza, nessuna Origine, quando due uomini si trovano faccia a faccia,anche se giungono dai confini della terra!Rudyard Kipling
Dal 4 al 7 maggio u.s. si è tenuto, a Pavia-Vigevano, il 66° Congresso Nazionale della F.U.C.I.
Il titolo delle Tesi Congressuali (ci sono ancora persone che fanno congressi e che scrivono documenti per discuterli) “Mediterraneo, frontiere di speranza”, apre ad una qualche speranza di ragionevolezza e di lungimiranza. Il testo conferma questa prima sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di intelligente e utile alla lettura della fase convulsa.
Sulla “Questione Mediterranea” che in nessun modo doveva essere impostata (tantomeno risolta) con il concorso determinate di una visione italiana, viene tolto di mezzo il fucino, pensante e autorevole, Aldo Moro. Questo penso, da sempre, sia stato il vero movente di quel delitto politico. Mi sembra un modo opportuno di omaggiare lo statista italiano democristiano massacrato (lui e la sua scorta) pubblicare, a puntate, il documento prodotto dalla FUCI di oggi, struttura certamente più fragile dei tempi in cui Moro era universitario ma, a quanto leggo, ancora crogiolo di ragionamenti e di visione geopolitica di grande qualità. Negli anni più bui della FUCI (non avevano quasi soldi), intorno al 2005-2006, ho dato una mano a quella residua struttura politico-culturale agevolandola nei prezzi di stampa (era cosa che potevo fare e l’ho fatto fin che ho potuto) e aiutandola ad organizzare un suo interessantissimo Congresso che si tenne a Genova. Un giorno vado in archivio e cerco traccia di queste preziose frequentazioni che mi sono potuto permettere. E di questi contatti e contaminazioni culturali (io laico repubblicano e loro cattolici) ringrazio la vita che certamente non mi ha fatto mancare nulla.
Oreste Grani/Leo Rugens