Trump, il piazzista d’Arabia

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Una volta una rana vide un bue in un prato. Presa dall’invidia per quell’imponenza prese a gonfiare la sua pelle rugosa. Chiese poi ai suoi piccoli se era diventata più grande del bue. Essi risposero di no. Subito riprese a gonfiarsi con maggiore sforzo e di nuovo chiese chi fosse più grande.
Quelli risposero: – Il bue.
Sdegnata, volendo gonfiarsi sempre più, scoppiò e mori.
Quando gli uomini piccoli vogliono imitare i grandi, finiscono male.

È facile immaginare che la spropositata fornitura di armi che Trump ha firmato con l’Arabia Saudita, negli anni si arriverà a 350 mld di dollari, significhi una guerra imminente all’Iran, così come l’acquisto di solo 6 mld di dollari avvenuto alcuni anni fa ha aperto il conflitto, dimenticato, nello Yemen.

Che sia l’Iran l’obiettivo non ci dovrebbero essere dubbi, altrettanto che tale fornitura renderà l’Arabia il vero gendarme dell’area, con l’approvazione, a quanto pare, di Israele; contenti loro.

Eppure, mi interrogo sullo spropositato potere che i generali sauditi avranno, potendo contare su un arsenale gigantesco e mi chiedo se tanta roba nella pancia non farà scoppiare il paese, svegliando appetiti di potere in una realtà politica delirante. Chi avesse visto il padiglione saudita al Salone internazionale del libro di Torino nel 2015 sarebbe rimasto sbalordito dalla quasi assenza di libri a fronte di uno spazio esibitivo molto vasto, segno che, le università e i centri di ricerca del paese saranno pure di eccellenza ma che di libri o di letterati non ve ne sono molti. E pensare che nel 2016 l’Arabia avrebbe dovuto essere il paese ospite…

A mio modestissimo modo di vedere, il bue Iran, per storia, cultura e tradizioni è un gigante rispetto alla rana saudita, che potrà gonfiarsi quanto vuole con tecnologie e armi, ma sempre un microbo, intellettualmente parlando, rimane.

Che sia una mossa del Grand gioco il viaggio di Trump nessuno lo potrà negare, che l’effetto sia una pistola puntata sulla regione altrettanto, che l’esito sia scontato non ci metterei la mano sul fuoco. Voglio ricordare che la letteratura e la storia ci insegna che nei palazzi dei re, parenti e sudditi passano il loro tempo a tramare tramare tramare e tramare, sicché, una bella congiura potrebbe essere già in atto; nel caso vediamo chi se ne farà bello.

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Sarà vero che Trump e le monarchie del golfo vogliano creare una NATO delle sabbie, ma di cosa ne debba sentirsi rassicurato Israele davvero mi sfugge.

Sono lontani i tempi in cui Obama, tramite Hollywood – vedi il film Oscar “Argo” di Ben Affleck –, chiedeva scusa all’Iran per la dissennata politica USA a cominciare dal colpo di stato che portò lo scià al potere… se son bombe scoppieranno.

In ultimo, se il disegno di militarizzare l’Arabia Saudita significhi aprire una via della seta meridionale, antagonista a quella che i cinesi stanno finanziando attraverso il Kazakhstan non saprei dire, altrettanto se lo scopo sia quello di impedire ai cinesi l’accesso al petrolio iraniano, è una gioco troppo grande per una come me.

Dionisia

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