Servire la verità nell’interesse della gioventù e della Repubblica
Trovo, in bella evidenza sull’inserto Popotus del quotidiano della Conferenza episcopale Italiana “Avvenire” un pezzullo che mi attira per contenuti e modi. Lo riporto integralmente senza altro commento sperando di fare cosa gradita e di affidare alla rete uno spunto, sia pur semplice, di ulteriore riflessione sul tema a me caro di ciò che è vero, falso, autentico.
“Gli studenti universitari italiani guardano sempre meno la televisione e passano più di quattro ore al giorno su internet – con lo smartphone -per consultare motori di ricerca, mandare e ricevere messaggi, usare i social network. I pochi che decidono di informarsi sui fatti del giorno (il 7%) lo fanno soprattutto in rete. Quasi un terzo di questi segue i telegiornali e appena l’1,7% ascolta la radio. E la carta stampata? La legge soltanto il 2,2%. Prevale quindi l’aggiornamento veloce e in tempo reale. È quanto risulta dalla ricerca “L’élite dei giovani (dis)informati” svolta dall’Istituto di statistica Ipsos e da Pubblicità Progresso, la società che promuove campagne su temi civili, morali ed educativi. Un quadro preoccupante: vista la scarsa attitudine degli universitari all’approfondimento, come faranno a formarsi le capacità critiche necessarie a prendere le redini delle loro vite e – in futuro -anche quelle del Paese? Ma le conseguenze di questa pessima dieta mediatica – molte informazioni approssimative, poche verifiche – sono anche altre. Stare molto tempo su internet da l’illusione di essere più informati: le notizie sono un’infinità, si trova di tutto. In una tale abbondanza, finisce che molti utenti cercano e assimilano solo le notizie con cui si trovano concordi, che confermano quel che già pensano, che li gratificano. E ignorano quel che non piace loro, che li disturba, che è in contrasto con la loro visione del mondo. Le emozioni hanno il sopravvento sulla razionalità. Il verosimile viene preferito al vero, non si è in grado di distinguere – e forse non importa a nessuno – le notizie false da quelle vere. La buona notizia è che i giovani sono giovani: hanno tutto il tempo per cambiare.”
Poche righe ma estremamente centrate sul macrotema della disinformazione e del livello di consapevolezza individuale dei cittadini, unica arma strategica per garantire la sicurezza dello Stato, motivo primo per cui ho dato vita a questo marginale ed ininfluente blog, paradossalmente, da qualche tempo, attenzionato dalla magistratura e dalle Forze dell’ordine su sollecitazione di cittadini che ritengono che io affidi alla rete cose inesatte su di loro.
Sto cercando di rispondere con la massima trasparenza alle convocazioni rimanendo a disposizione della magistratura per ogni chiarimento. Spero che nessuno mi chieda di arrivare ad offendere l’amica “verità” e la mia compagna di vita “memoria” che, sia pur vecchio e malato, dicono sia ancora ottima.
Oreste Grani/Leo Rugens
A quanto scritto manca un accenno altrettanto importante al tempo.
L’informazione veloce e verosimile favorisce uno scarso impiego del tempo che è invece fondamentale per operare riflessioni, critiche e apprendere in modo profondo.
Di conseguenza avremo iperattività con deficit di attenzione, scarsa capacità di analisi e lettura tra le righe.
A quanto scritto manca un accenno altrettanto importante al gruppo.
Le informazioni, oltre che essere in linea con le proprie aspettative, sono raccolte tra social network o microblog nel cerchio delle “conoscenze” e spesso vengono proposte e non cercate. Il principio di appiattimento verso il basso della conoscenza prima e della competenza dopo si produce anche in questo modo, creando uno strato che rende quanto più omogenei i principi su cui riflettere in maniera semplice.
Perché il complesso richiederebbe tempo e singolarità.
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Se devo basarmi sul mio vissuto, questa superficialità nell’informazione non è esclusiva dei giovani, ma è diffusa a macchia d’olio a tutte le fasce d’età.
Messa così, mi sembra il solito discorso di vecchio (bello) contro nuovo (brutto) quando c’è un motivo, se alcuni decidono di abbandonare i vecchi modi di informarsi. Questo motivo non è sempre velocità o facilità di fruizione: penso a quante volte ho letto articoli, su carta stampata, scritti da giornalisti sgrammaticati e dall’etica discutibile, di parte politica evidente e con un’altrettanto evidente desiderio di manipolazione, per tacere di tutte le volte che non si trovava notizia di certi fatti evidentemente scomodi (come quando, tanti anni fa, la popolazione islandese si è riappropriata pacificamente del proprio stato).
Non è che i nuovi sistemi di informazione siano automaticamente migliori (e i social, al massimo, li vedo come un modo per segnalare fonti di informazioni reale. Sennò, come un modo per passare tempo senza fare nulla) ma oggi c’è la possibilità di ottenere informazioni che un tempo ci si sarebbe sognati.
Che distinguere grano e loglio non sia scontato è poi tutta un’altra faccenda…
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L’ informazione corre sul filo o wirelwss; il problema è saper discernere, il grano dal loietto. ma il problema esiste sia per la carta che per il web, dove le quantità aumentano esponenzialmente. E’ quindi necessaria maggior professionalità per saper discernere il sacro dal profano, per cui le sinapsi devono essere più allenate e capaci. Il problema è il medesimo, è la velocità che cambia.
Stiamo parlando comunque di archeologia del pensiero, fossilizzata dai “fossili”, l’ ultima scoperta vera dell’ umanità. Abbandonata nelle mani di quattro mandriani che si sparavano per abbeverare il bestiame, non pensavano di costruire canali. I mandriani condizionano e fossilizzano l’ economia Mondiale governata da armi, sangue, petrolio e conseguenti finanze in bianco e nero. Ogni tanto spunta un fiore sul catrame tipo Guglielmo/William Porta.
Applichiamo oggi idee del ‘800 come avveniristiche, come quelle di Tesla, che non si sono potute applicare fino ad ora, causa la ingordigia dei mandriani dell’ oro nero che mettono le corna sul cofano e dirigono l’ economia col sangue.
Parliamo oggi di “nuova” via della Seta? che esiste da migliaia di Anni, come evento che ridurrà i tempi dei viaggi di oltre il 50%?
Facciamo ancora le elezioni con la matita e la carta, dicendo che è più difficile imbrogliare, mentre sappiamo tutti ce è esattamente il contrario.
Siamo quelli che “zittiscono Carlo RUBIA” che si era permesso di affermare che le centrali nucleari erano il passato, archeologia, che l’ energia solare aveva un rendimento ed efficienza superiori alla fusione.
Tutto ciò che ci sembra futuro è ormai vecchio, e restiamo nel vecchio, grazie ai mandriani trasformatisi da bovari, che ai canali di abbeveraggio prediligono il piombo, in imprenditori in pontiac con le corna.
Quando potremo applicare le “vecchie ” teorie di Tesla che sfruttano il campo magnetico terrestre e delle galassie, per gli spostamenti di merci, persone, pensieri e notizie, non servirà più saper discernere il grano dal miglio; il buono dal cattivo sarà selezionato automaticamente, le guerre saranno dei “cervelli” e non del piombo. La lotta sarà orientata all’ accaparramento di Teste pensanti, evviva gli “immigrati” alla faccia di salvini.
Tornando alla archeologia, quelli del “sole 24 ore”, Benedini/Treu/Napoletano, cosa avranno mai spedito su 900 bancali in 30 containers da 40 piedi? Ora capisco perché il giornale è in perdita. Le notizie via containers, velocissimi…
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