Mi chiamo Oreste e non sono cretese. Ma amico di Pilade e di Alberto Massari
Certamente tutti conoscete il paradosso di Epimenide di Creta. Tutti i cretesi, usava dire Epidemide, sono bugiardi. Ma se i cretesi sono bugiardi anche Epimenide cretese era bugiardo: e dicendo che i cretesi sono bugiardi diceva una bugia. Ma se non sono bugiardi i cretesi dicono la verità: ecco che allora Epidemide cretese diceva il vero e non mentiva dicendo che i cretesi dicevano la verità. E così fino alla fine del tempo. Questi ed altri paradossi mi hanno sempre indotto a leggere/ascoltare gli altri con queste griglie inrterpretative sul comodino. In particolare mi sono sempre posto il problema che non bastava avanzare dei dubbi sulla credibilità di una persona o di un fatto per rendere credibile la propria. E di questo pensiero che mi ha sempre accompagnato (e che mi ha consentito di fare qualche bella figura e di scansarmi non poche cazzate) ho deciso di interessarmi dopo aver letto e riletto il velenoso pensierino di Luciano Foschini a proposito dell’appassionato, onesto, coraggioso, pre-veggente, intelligente intervento di Alberto Massari la mattina del 21/7/2017 reso durante il convegno “Intelligence collettiva: I Servizi Segreti nel Mondo”, soprattutto mi sono chiesto perché Foschini non abbia deciso di accogliere e rendere pubblica la lettera di precisazione del presidente di HUT8. Mi è sembrato un atto aggressivo e unilaterale.
Mi voglio quindi, da quel pendaglio da forca che sono (avrei capito se il Foschini avesse siglato il pezzo dicendo “Massari non è credibile, Massari è un losco perché Grani lo stima”), porre il problema se sia anche in questo caso (Foschini contro Massari) vero che mettere in dubbio la vericidità della tesi di un’altro non rende automaticamente veridica la propria. Voglio, da quel marginale ed ininfluente animatore di blog, che sono,vedere, più da vicino, quale sia il grado di veridicità delle attività di Luciano Foschini. Tanto sono fortissimo che io sono notoriamente inaffidabile e bugiardo. Quasi come un cretese. E, chiamandomi Oreste (nome greco) tutto è possibile. Oreste notoriamente pronto a dare la vita per l’amico Pilade. Figurarsi se non sono pronto, molto più modestamente, a prendermi qualche schizzo/tonnellata di fango per l’amico Massari.
Oreste Grani/Leo Rugens