In Sicilia si gioca l’andata di una super partita vitale per la democrazia italiana

Il tour pentastellato in Sicilia va nel migliore dei modi. Cancellieri, Di Maio, Di Battista e tutti gli altri, sono partiti lunghi – come si deve fare – e, prendendo tanto sole, si stanno facendo voler bene e apprezzare. Ma bisognerà vigilare nella terra dei gattopardi. Anni addietro, ritengo primo ed ultimo nella storia dell’editoria, ho dato il nome “Piazza Armerina” ad una rivista mensile, house organ, di un gruppo che investiva in campo turistico. Scelsi quel nome per un omaggio non solo al comune di Piazza Armerina, ai suoi fantastici mosaici ma a tutta la Sicilia e al Mediterraneo che così bene è sintetizzato in quei capolavoro di edificio residenziale. Mosaici unici per la modernità dei suoi bikini, della cura del corpo che già si rappresentava e del suo approccio alla natura e all’utilizzo delle maestranze abili, confluite, per erigere la villa, dall’altra sponda del mare. Altri tempi o, forse, gli stessi. Dicevo che i nostri eroi si stanno battendo nella terra dove poco tempo addietro (non secoli) qualcuno ha “aperto” i crateri di Capaci e di via D’Amelio segnando il biennio 1992-93 con bombe, guerra psicologica, tentativi di golpe non tutti ideati in Sicilia ma certamente attuati con la complicità di ambienti siciliani e non solo nel ruolo di manovalanza criminale.

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Mi immagino come siano scandite e affollate le giornate dei nostri tre bravi ragazzi a cinque stelle e quindi dire loro che avrebbero dovuto portarsi dietro l’ultimo libro di Stefania Limiti (La strategia dell’inganno) e ogni sera, prima di crollare addormentati, leggersi qualche pagina, può addirittura sembrare un pensiero provocatorio. Eppure anche non ricordare loro in che situazione stiano operando poterebbe essere un atto vile. di indifferenza. Ma noi che non siamo né vigliacchi, né, tantomeno, indifferenti (soprattutto verso i nostri bravi ragazzi del MoVimento)  la consigliamo la lettura. Soprattutto se uno vuole aspirare a fare il Governatore di uno Stato complesso come la Sicilia, l’altro il Capo del Governo della Repubblica Italiana e l’altro certamente un ministro di peso. La partita (come già accaduto nella primavera del 2013) si gioca in Sicilia non dimenticando che il Presidente della Repubblica in carica è siciliano e che il Ministro degli Esteri altrettanto è di quelle terre. Così come, per attrezzarmi/difendermi, oltre a comprare e leggere il libro della Limiti, farei mente locale ad un pensiero di Sciascia che la stessa autrice mette in apertura del suo lavoro investigativo: Io credo che gli ingranaggi spionistici e le menti che li guidano si muovono sempre – allora come ora – in un gioco doppio, di informazioni false ritenute vere e di informazioni vere ritenute false, e insomma in una specie atroce nonsense. e tante prove noi italiani ne abbiamo avute in questi anni.

Forza ragazzi che in Sicilia si gioca l’andata di una super partita vitale per la democrazia italiana.

Oreste Grani/Leo Rugens