Se non basta: “MA QUESTO STEFANO BISI COME SI PERMETTE DI MINACCIARE LA REPUBBLICA ITALIANA?”…leggetevi questo!
“Faceva il palo nella Banda dell’Ortica…”, cantava Jannacci, ai tempi della mia giovinezza.
Veniamo alle cose meno serie.
Questo marginale ed ininfluente blog ha ricevuto, nelle ultime 48 ore, un tale numero (migliaia) di accessi indirizzati verso il post dedicato a Stefano Bisi (figura minore del mondo paralatomistico), che – ribadiamo – non può essere considerato un massone in quanto la consorteria che guida (il GOI) non è riconosciuta da nessuna autorità competente in materia, da far schizzare, al primissimo posto in Google, l’articolo (MA QUESTO STEFANO BISI COME SI PERMETTE DI MINACCIARE LA REPUBBLICA ITALIANA?) che, poche ore addietro, abbiamo deciso di pubblicare, indispettiti dalle modalità con cui uno dei complici oggettivi del dissesto della gloriosa società sportiva Mens Sana di Siena, minacciava la Repubblica Italiana. Quel richiamo a sentirsi un “massone calabrese” cosa altro è se non una guappesca sfida alla richiesta legittima di chiarire i suoi rapporti con alcune logge calabresi? Ci aspettiamo che oltre noi, che non siamo nessuno, altri reagiscano a tanta protervia. Stiamo parlando dell’uomo/giornalista che per anni ha tenuto, in Siena, la coda ai personaggi che, anni dopo, si è capito avevano malversato, fino all’inverosimile, il MPS e il Comune, per tacere dell’Ospedale e l’Università di quella città.
Viceversa, mente accadeva di tutto, per il giornale che il nostro dirigeva, andava tutto bene. Bisi nulla vedeva di quanto, in città e in provincia, veniva consumato (i reati si consumano) e, consumandosi, maturavano le precondizioni per la fine del Monte. E, con la fine del Monte, di tutte le attività partecipate e sostenute dalla banca. La fine di Siena è dovuta certamente alla Banda Mussari e alle termiti partitocratiche ma senza il silenzio giornalistico di Bisi, nulla sarebbe potuto accadere. Concorso morale, si sarebbe detto, anni addietro. Erano altri che saccheggiavano (come ormai è certo) ma Bisi, come minimo, era cieco, muto e sordo. O cretino, direte voi. E perché mai uno così dovrebbe permettersi di minacciare la Repubblica o chi la rappresenta senza almeno che qualcuno ne ricordi i comportamenti illegittimi. Ed io questo ho ritenuto di dover fare: Stefano Bisi non si deve permettere di spacciarsi per una persona per bene (è come se io lo dicessi di me), per un erede del pensiero risorgimentale, repubblicano, mazziniano perché, come minimo, nella vicenda senese (MPS e Mens Sana) è stato un “palo”. Cieco, muto e sordo. Ma se un “palo” è cieco, muto e sordo, che palo è?
Oreste Grani/Leo Rugens che rifirma
un palo della “luce”.
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