Se non è zuppa è pan bagnato: Vitrociset venduta a non si sa chi
ESPROPRIAMO LA VITROCISET! RIPRENDIAMOCI QUEL “DOLLARO”
L’attendibilità di una fonte è tutto: il 4 dicembre 2016, da questo marginale ed ininfluente blog, richiamavo l’attenzione su Vitrociset e sui magheggi intorno a quella delicatissima azienda. Il 13 settembre 2017, reiteravamo la segnalazione. Ora scoppia il caso sui giornaloni e sui media e si capisce cosa la rete, senza fabbricare fake news, può fare.
So quello che ho scritto, quando l’ho scritto e perché lo abbia fatto in quella forma, sottolineando principalmente la figura di quel doppiogiochista (con i fascisti prima e poi con i partiti antifascisti dopo) di Camillo Crociani a proposito di Vitrociset, realtà industriale figlia dei comportamenti tenuti non certo dalla signora Edy Vessel attuale proprietaria dell’azienda, ma da lui stesso, sempre al servizio di Paesi terzi e mai patriottico per un solo istante, fino al giorno della sua fuga e, sempre guidata da lui, da Città del Messico, fino al giorno in cui è passato a miglior vita o dove credeva di andare da morto. Ho scritto chi fosse Camillo Crociani e del paradosso che qualcuno ha lasciato nelle mani della vedova, l’ex bella attricetta, qualcosa che, nella visione del mondo di cui vado fiero, ho sempre sostenuto (e sempre sosterrò) che era ed è – invece – dello Stato Italiano. Come dovrebbero essere tutte le cose/strutture/industrie attive nel campo denominabile “Strategia di Sicurezza Nazionale”. Come, viceversa, in modo particolare da oggi, alle 15:30, su Rai News 24, si capirà cosa in realtà si sia trovato nei conti della Vitrociset, dove si sono accumulati, nel tempo, i risparmiucci dei titolari (500 milioni di dollari!!!!!!!!). Soprattutto perché la notizia che il controllo del pacchetto azionario si riconduceva al possesso di una “sola azione da un dollaro”, vi farà capire come l’architettura finanziaria di quella idrovora innestata nel tessuto connettivo intelligente del vostro Paese, in realtà fosse nella assoluta disponibilità di chissà chi.
Certamente quell’azione che controlla tutto è nelle mani di qualcuno (o di due?) ma vista la simbologia del dollaro (uno!) emblema di quella piramide tronca nota in tutto il pianeta come metafora massonica, direi che la dobbiamo smettere, seduta stante, di raccontare in giro che non esistono i complotti e le Ur-Lodes latomistiche che governano il Mondo. Smettetela di offendere l’intelligenza di chi, come noi, sa più di quanto vuole far capire ma che quando dice che c’è del marcio sotto ad un brand o ad un ambiente, c’è del marcio e, ormai diciamolo, questo marcio e quasi sempre dovuto alle scelte sanguinarie, avide, egocentriche di aristocratici massoni. Tutta quella ricchezza è stata sottratta ai nostri poveri, ai nostri anziani, alle nostre scuole, ai nostri ospedali. Per il vostro Dio, mentre a Roma nostra, 16.000 persone vivono sotto i ponti (quando li trovano), gente già straricca, tiene al calduccio, per un futuro incerto, 500 milioni di dollari, lucrati grazie all’intelligenza di nostri ricercatori, ingegneri, lavoratori, fino a chi puliva i cessi. Vitrociset, e tutto il magazzino delle sue intellettualità, dei suoi ordini, delle sue commesse, sono della Repubblica e quindi del popolo italiano. Sono decine di anni che Vitrociset vive solo di commesse delle nostre Forze Armate e quindi del bilancio dello Stato in senso stretto. Di quello stesso Stato a cui i furbi pseudoproprietari non volevano pagare le tasse. Va spezzato questo circuito perverso.
Da qui bisogna partire per entrare nel merito di questa losca vicenda e di cosa si debba fare perché, filantropicamente, nessuno venga lasciato indietro. Sarei quindi per aprire un’atipica vertenza in proposito, proponendo l’esproprio della Vitrociset o l’arresto di chi negli anni ha consentito l’osceno saccheggio.
Oreste Grani/Leo Rugens
La signora Edoarda Crociani che giustamente non si era accontentata dei “non soldi” di Chicco Testa, ha invece accettato quelli di non si sa bene chi. Perché, che ci si trovi di fronte ad un passaggio di mani delicatissimo, è evidente. Che il nuovo acquirente sia realmente Antonio Di Murro o lo stagionato d’ambiente fascistoide romano, Silvano Moffa, la verità è che cose di quella natura non si sarebbero dovuto lasciare in mano ad una signora che le aveva a sua volta ereditate da un marito (Camillo Crociani è deceduto da latitante all’estero) che le aveva portate via al Paese, con scaltrezze e tassi di corruzione imbarazzanti, anche per l’epoca. La verità che quelle cose che oggi passano di mano (e che chissà a chi saranno destinate) sarebbero dovute sempre rimanere nella disponibilità dello Stato. Questo è il fatto iniquo: oggi, per 50 milioni, la Edoarda Crociani disperde/mette a rischio un patrimonio di know how che, banalmente, non dovevano essere nelle sue disponibilità. Quanto oggi viene venduto è infatti frutto del lavoro di centinaia di intelligenze italiane, spesso mal pagate, che per decenni hanno accumulato opera dell’ingegno che ora la ex sexy attrice di serie B, tratta come se fosse il suo guardaroba personale da dismettere o vendere ad un mercatino. Queste cose gravissime stanno accadendo sotto il naso e gli occhi di chi prende soldi (pochi o tanti) dalla Repubblica perché anche questo tipo di cose vengano viceversa trattate preventivamente nell’interesse esclusivo della collettività. Non sono le scarpe Ferragamo o le borsette Fendi le cose che si facevano in Vitrociset. E anche quando era moda ci rodevano le tasche a vederci portare via la creatività italiana, figurarsi come stiamo questa sera. Comunque, diciamolo, ormai siete in troppi che dormite mentre ci portano via gli ultimi gioielli di famiglia. Siete in troppi per pensare che siate solo impreparati. Di seguito leggete quanto con tempestività Gianni Dragoni pubblica oggi sui retroscena del business e del tradimento degli interessi superiori della Nazione. E mentre lo scriviamo (interessi superiori della Nazione) ci facciamo tenerezza perché scriviamo cose che per nessuno ormai hanno senso.
Oreste Grani/Leo Rugens veramente incazzato perché l’allarme, questo marginale e ininfluente blog, lo avevo lanciato ma evidentemente a chi non ha avuto orecchie per intendere.
CHICCO TESTA, PERSONALITÀ PERICOLOSA, PER CONTO DI MATTEO RENZI, VUOLE FARSI RE DI VITROCISET. E INOLTRE VOTA SI!
Così, dopo che ricerca scientifica e tecnologica di primo livello attinente la sicurezza nazionale è stata per anni appannaggio, prima come CISET e poi Vitrociset, di Edy Vessel, la procace ex ballerina di fila di Wanda Osiris, in quanto vedova erede del ladro di stato Camillo Crociani, si passa a uno come Chicco Testa, ballerino virtuoso nel giro di valzer politico e valoriale. Passi (si fa per dire) per la bellissima e conturbante triestina Edoarda Vesselovsky, in arte appunto Edy Vessel, che dopo aver fatto l’indossatrice, la ballerina, l’attrice con Ugo Tognazzi, Johnny Dorelli, fino a una parte in un film di Fellini, passando per il notissimo “Guardatele ma non toccatele” di Mario Mattoli, atterra tra le braccia di Crociani che la guarda, la tocca giovanissima e la sposa (la ragazzotta aveva decine di anni di meno) da scapolo avendo pagato da alcuni anni l’annullamento del primo matrimonio davanti alla Sacra Rota per qualche motivo osceno ma non certamente per non aver consumato il matrimonio con Mirella Bogoglio da cui ebbe ben due figli. Questi erano gli orrori/errori che la Chiesa, per soldi, faceva e che oggi, se non li avesse fatti, non vi becchereste la vedova Crociani che pretende 200 milioni di euro, possedendo la Vitrociset dal 15 dicembre 1980, giorno in cui, latitante (!!!) a Città del Messico, tira le cuoia l’ex Presidente di Finmeccanica (oggi Leonardo) Camillo Crociani.
Camillo Crociani fugge in Messico al momento opportuno per non essere arrestato nel pieno dello scandalo Loockeed.
Robba forte su cui inciamparono in molti ma non Crociani e di conseguenza la bella Edy. Che oggi, dopo aver fatto una vita di lusso e di relazioni di primissimo livello mondiale (dopo che Camillo decede si sposa con il conte Pierluigi Vitalini) si può permettere di avere una figlia Camilla (che sensibilità!) andata in sposa a Carlo di Borbone, a sua volta pretendente ad un trono. E poi uno dice che si butta a “sinistra” e diventa repubblicano mazziniano!
Guai a dimenticare da dove arrivano le ricchezze, come sono state accumulate, chi ha chiuso due occhi perché fossero saccheggiate le casse della collettività e come possa essere che, dimenticando tutti tutto, 36 anni dopo ancora una si può permettere di vendere ciò che, in una situazione di giustizia giusta, non dovrebbe essere mai stato suo. Veniamo all’eventuale acquirente.
Chicco Testa, basterebbe guardarlo con onesto occhio clinico e si capirebbe quanto grave è continuare a non voler vedere ciò che un medicunzolo di quarto ordine diagnosticherebbe a proposito di quel suo continuo sbattere di palpebre e di quella irrequietezza e aggressività verbale che manifesta in pubblico.
Personalità instabile e lacerata dagli esiti delle mille giravolte fatte intorno a valori e convinzioni su cui aveva basato la sua scalata alla notorietà e alla scena politica prima e di potere dopo, lo troviamo oggi al centro di possibili assetti proprietari di ciò che dovrebbe essere esclusivamente dello Stato sin dai tempi di Camillo Cruciani che invece, trattando quelle “cose nostre” come se fossero state realmente sue, se ne arricchì personalmente. Ecco ciò che insinuavo (insinuo, insinuo) a proposito dei se e dei ma che dovrebbero sempre essere utilizzati quando si tratta materia tanto delicata.
È vero che oggi esiste una anziana vedova (Edoarda Crociani) ma che ancora tratta materia e beni che dovrebbero essere stati – all’epoca ed oggi – esclusiva proprietà della Repubblica.
Perché, in un Paese serio, Camillo, latitante e morto all’estero, doveva essere spogliato di tutti i beni. Tranne, se l’aveva, un bicamere lasciatogli dagli zii perché, se ricordo bene, Camillo Cruciani, era orfano di entrambi i genitori quando ha cominciato a fare affari. E che affari, avendo lavorato, da spregiudicato nulla tenente, nel settore dei residuati bellici statunitensi abbandonati in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Ma la vogliamo smettere di prenderci per il culo? Crociani ha sempre fatto soldi in modo oscuro e ben protetto. Fascistone della Folgore (fu un mitico addestratore ai lanci) come era sempre stato, con i soldi del “contrabbando” di ex armi (o di armi?), fonda nel 1956 la Industrial Import che nel mitico 1968 diventa Ciset. E mentre organizza il suo strumento giuridico, qualcuno lo piazza, nello stesso anno, a fare il presidente e l’amministratore delegato della Finmare e dopo poco dell’intera Finmeccanica. Quella di allora e coeva di Andreotti, Forlani, Rumor. Avete capito come si accumulano ricchezze e in accordo con chi? Io, nella mia invidiosa semplicità, dico che, se oggi si consentisse ai parenti di Escobar di godersi le ricchezze procuratesi con la droga e con il Cartello di Medein, si commetterebbe una ingiustizia sostanziale.
Crociani non era Pablo ma certamente un ladro di Stato.
Vedo che continuo a dire la mia sulla attuale proprietà della Vitrociset che nella mia testa bacata dovrebbe essere azienda della Repubblica Italiana, in quanto a suo tempo andava confiscata e mai più rimessa nelle disponibilità degli eredi.
Continua a parlare della ex bella Edy Vessel e mi distraggo rispetto all’acquirente. Torniamo a Chicchetto.
Chicco Testa è persona doppia, tormentato da una emi-crania (che ne soffra già o meno), che ne rivela il turbamento interiore rispetto ai compromessi a cui si è prestato pur di arrivare a possedere fama (!?), ricchezza, potere(?!).
Ricchezza, certamente; fama, solo cattiva; potere, fino a quando non gli daranno un calcio in culo non considerandolo più affidabile con quegli strizzamenti continui di occhi.
Eppure, intorno ad uno scisso voltagabbana come lui, si vuol far ruotare una realtà imprenditoriale (più la ricerca scientifica che la sostanzia) quale Vitrociset. Come si vede quindi, dopo l’assalto guidato da Marco Carrai all’Intelligence cibernetica, il tentativo di rapinare la “diligenza” dei gioielli residui, continua. E sempre ad opera degli stessi organizzatisi intorno al vanesio (questa volta è Matteo Renzi) di turno. Se parlo dei soliti è perché proverei a non dimenticare che, sempre per continuare a parlare dell’indimenticabile interprete di “Il raccomandato di ferro”, “Un dollaro di fifa”, “Il ladro di Bagdad”, “La guerra di Troia”, “Rocambole”, la straricca vedova si dichiarò pronta, con altri, a seguire Berlusconi che il 7 giugno 2008, a Santa Margherita Ligure, aveva lanciato il tentativo “nazionalista” (mi vergogno per loro) di salvare l’Alitalia. In prima fila all’epoca per tirarci la “sola” Alitalia, c’era pure l’anzianotta signora milionaria ma, quella volta, con altri. Oggi è sola a volere centinaia di milioni per vendere qualcosa che continuo a dire – moralmente – non essere suo.
Vi riportiamo per intero il labirintico articolo del Il Fatto Quotidiano che mi ha spinto a questi ricordi e a queste considerazioni sul diritto alla proprietà. Ci vuole il filo di Arianna (o di Edoarda?) per non perdersi!!!!!!! Il pezzo va letto e, da quel momento, tenuto a memoria, sia che vinca il SI (a proposito, Testa vota SI) che l’augurabile NO.
Vediamo di capirci su cosa si nasconde dietro la cortina fumogena di una campagna elettorale interminabile e distraente per l’opinione pubblica che ormai è narcotizzata e resa semi apatica da mille altri barbatrucchi, quando filtrano notizie del genere.
Il SI non è niente rispetto a quello che vi stanno quotidianamente facendo. Solo che, con il SI, si assicurano l’impunità per loro, le loro vedove, i loro figli.
Vediamo in ultimo quanto (visto l’oggi, dobbiamo dire, inutilmente) è comparso sulla stampa (all’epoca perfino autorevole trattandosi del Corriere della Sera) in relazione al potere delle donne della Famiglia Crociani.
CORRIERECONOMIA. STORIE ITALIANE / DALLO STATO LE COMMESSE ALL’AZIENDA DI FAMIGLIA
Crociani: la fortuna cade sempre dal cielo
La Vitrociset gestisce la manutenzione dei radar di tutti gli aeroporti. Nel 1975 lo scandalo Lockheed
—————————————————————– Corriereeconomia.Storie italiane / Dallo Stato le commesse all’azienda di famiglia Crociani: la fortuna cade sempre dal cielo La Vitrociset gestisce la manutenzione dei radar di tutti gli aeroporti Lei e’ soprannominata Miss Duemila miliardi e nel suo Dna familiare scorre la storia della Prima repubblica, quella lunga stagione di intrighi, politica e affari che plasmo’ l’Italia degli anni Settanta. Lui non ha bisogno di soprannomi, perche’ al secolo fa principe Carlo di Borbone, duca di Calabria, 37 anni, Gran prefetto del Sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio e – soprattutto – erede al trono delle Due Sicilie. Il sangue che gli scorre nelle vene e’ quello della Storia con la “s” maiuscola, anche se si mormora che il suo conto in banca sia intonato alle minuscole. Ma al cuor non si comanda. Cosi’ Camilla Crociani, 27 anni, bionda, occhi verde – azzurri, fisico da indossatrice, sabato prossimo sara’ protagonista del matrimonio dell’anno. La figlia di Camillo Crociani, l’ex presidente e amministratore delegato della Finmeccanica protagonista dello scandalo Lockheed morto in esilio in Messico nel 1980, va in sposa al rampollo di una famiglia reale che, anche se rimasta senza trono, resta tra i piu’ bei nomi dell’aristocrazia europea. Lei porta in dote non solo il patrimonio di famiglia, ma anche il suo ruolo di manager di una societa’, la Ciset International, sconosciuta al grande pubblico ma molto nota a chi si occupa di aviazione civile e militare. Una gallina dalle uova d’oro, come e’ stata definita, che rappresenta il vero gioiello della dinastia Crociani. E’ grazie all’impero economico cresciuto intorno alla Ciset International di Redu (in Belgio) e alla sua casa madre, la Vitrociset di Roma, che sara’ possibile celebrare con il dovuto decoro le nozze tra il principe e la manager: la cerimonia avverra’ nella cattedrale del Principato di Monaco (dopo che Caserta ha negato l’uso della Reggia), con ricevimento offerto dal principe Ranieri. La partecipazione di nozze arrivata ai 600 invitati e’ lunga quattro pagine, a causa dei molti cognomi degli sposi, ma anche a causa dei tanti appuntamenti di una kermesse mondana che durera’ tre giorni. Ma dietro i luccichii di un evento da settimanale rosa c’e’ la straordinaria vicenda di una famiglia che, in silenzio, e’ riuscita a superare indenne una Tangentopoli ante litteram. E che si ritrova nella Seconda repubblica piu’ ricca che mai, grazie ad amicizie mai troncate con lo Stato committente. E pensare che la fortuna dei Crociani sembrava incrinata per sempre quando l’ex insegnante di educazione fisica divenuto fiduciario dei politici democristiani venne accusato di aver pagato tangenti sugli acquisti di aerei Lockheed. L’ingegner Crociani (in realta’ la laurea era ad honorem), nel 1976 fuggi’ in Svizzera. Poco dopo vennero messi sotto sequestro i beni del suo patrimonio italiano: una lussuosa palazzina ai Parioli, a Roma; la famosa Torre Cervia, villa saracena affacciata sul mare del Circeo, con porto privato ed eliporto; una tenuta in campagna, gioielli per miliardi regalati alla signora Crociani, la bella Edoarda Vesselovsky, ex attricetta conosciuta come Edy Vessel. Se i Crociani potevano permettersi questi lussi era anche grazie alla Ciset, che produceva utili a palate grazie proprio alle commesse che venivano dall’aviazione militare e civile. Proprio per evitarne il sequestro, Camillo Crociani decise di cedere il controllo nominale del capitale della sua societa’ a un suo uomo di fiducia, Girolamo Cartia. Forti di conti svizzeri da milioni e milioni di dollari, Crociani, la seconda moglie e i figli emigrarono a Citta’ del Messico, dove contavano amici potenti. Condannato a due anni e quattro mesi di reclusione, Crociani mori’ il 15 dicembre 1980 dopo che il Messico aveva rifiutato la richiesta di estradizine. Poco dopo la Ciset torno’ sotto il controllo della vedova Crociani, risposatasi al conte Pierluigi Vitalini, torinese residente a Montecarlo. Nel 1992 la vecchia Ciset si e’ fusa con una societa’ del gruppo Finmeccanica e ora si chiama Vitrociset. Oggi e’ un’azienda con duemila dipendenti, un fatturato consolidato di 320 miliardi, filiali in Belgio, Francia, Libano, Guyana Francese, Germania, Olanda e Stati Uniti. E’ controllata dalla Ciset Finanziaria, a sua volta controllata da una finanziaria delle Antille Olandesi. Le signore Crociani posseggono il 90 % del capitale. L’altro 10 % e’ di Finmeccanica, la stessa holding pubblica che e’ stata alla base della fortuna dei Crociani. Fino a poco tempo fa Finmeccanica possedeva il 20 % , poi ha deciso di dimezzare la propria quota. La creatura dell’uomo che aveva come padrini politici Giulio Andreotti, Arnaldo Forlani e Mariano Rumor continua a prosperare grazie allo Stato. La Vitrociset, infatti, ha in appalto la manutenzione e il supporto logistico dei sistemi di comunicazione, dei sistemi di radio – assistenza al volo e di radar assistenza dei 39 aeroporti civili italiani, da Malpensa a Pantelleria. Il contratto, formalmente scaduto un anno e mezzo fa e prorogato “in attesa di riesaminarne il capitolato tecnico”, vale tra i 100 e i 150 miliardi all’anno. Ma la societa’ dei Crociani, guidata dai tecnici Domenico Tatangelo e Antonio Iozzino, e’ in ottimi rapporti anche con le forze armate: gestisce i computer e i sistemi di navigazione del poligono interforze del Salto di Quirra, in provincia di Cagliari, un grande centro dell’Aeronautica italiana dove l’Alenia e altre industrie militari internazionali sperimentano (a pagamento) i propri missili. In Sardegna, quindi, la Vitrociset ha piu’ di 300 dipendenti, ma ne ha una trentina anche a Kourou, nella lontana Guyana Francese, la base spaziale dalla quale vengono lanciati i razzi Ariane. Sono gestiti dalla societa’ dei Crociani, infatti, i computer che garantiscono il successo dell’industria europea dei satelliti. Un’altra societa’, la Ciset International, gestisce la tecnologia del centro spaziale europeo di Redu. Altre controllate si occupano di meteorologia e telecomunicazioni. Grazie alla solidita’ rappresentata dal contratto con l’Enav (Ente nazionale per l’assistenza al volo), la Vitrociset ha potuto quindi espandersi fino a diventare una delle prime aziende europee nel settore della tecnologia per l’aviazione e l’aeronautica. Gli aerei restano la passione dei Crociani, tanto che la futura duchessa di Calabria siede nel consiglio d’amministrazione della controllata belga. E anche la vedova Crociani partecipa attivamente alle decisioni strategiche dell’azienda. Ora il contratto con la Vitrociset e’ una delle patate bollenti che il nuovo ministro dei Trasporti Tiziano Treu (che per legge vigila sull’Enav) dovra’ risolvere. Verra’ rinnovato? L’anno scorso Forza Italia e’ intervenuta mettendolo in discussione. Il motivo? Una societa’ che gestisce problemi strategici per la sicurezza italiana – ha detto il deputato Paolo Mammola – non puo’ far capo a una holding con sede all’estero. Riccardo Orizio
—————————————————————– Corriereeconomia. Nel 1975 lo scandalo Lockheed Il caso Lockheed nasce nel 1975, quando in Italia giunge la notizia di una commissione d’inchiesta formata nel Congresso Usa. Al centro c’e’ l’industria aeronautica Lockheed, che ammette di aver pagato dal 1971 al 1974 ai politici italiani (ma anche a quelli di molti altri Paesi) tangenti per miliardi di lire. I soldi servivano per incoraggiare l’acquisto di aerei da trasporto a lungo raggio Hercules C – 130. In Italia e’ l’epoca della solidarieta’ nazionale. Nella vicenda restano coinvolti i fratelli Antonio e Ovidio Lefebvre d’Ovidio, avvocati d’affari e amici del presidente della Repubblica, Giovanni Leone. Finiscono nei guai anche gli ex ministri della Difesa Luigi Gui (Dc) e Mario Tanassi (Psdi). La vicenda si chiude nel 1979, dopo cento udienze di processo, con una sentenza inedita per l’Italia: Tanassi viene condannato a due anni e quattro mesi per corruzione, Gui assolto per non aver commesso il fatto. Condannati anche Camillo Crociani, i Lefebvre e l’ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, il generale Duilio Fanali. Resta un mistero l’identita’ del misterioso Antelope Cobbler, individuato nelle carte solo come il politico piu’ in vista in Italia tra quelli implicati nello scandalo. Il caso Lockheed ha ripercussioni anche in Olanda, dove il principe ereditario, Bernardo, lascia tutte le cariche. In Giappone il primo ministro Tanaka viene arrestato a processato. Un terremoto politico si verifica anche in Germania, Turchia, Colombia e Canada.
Orizio Riccardo
Pagina 3
(26 ottobre 1998) – Corriere della Sera
Cose che con la povera gente che sempre di più affolla il nostro Paese non hanno nulla a che fare, tantomeno con la sua sicurezza, con la difesa dei suoi interessi strategici, con quella moralità pubblica che se non dovesse essere ritrovata, democraticamente, dal 5 dicembre, ci obbligherebbe ad altre opzioni.
Oreste Grani/ Leo Rugens che si ricorda molto bene la vergognosa corruzione di una classe dirigente che sbavava dietro alla Lockeed e i suoi listini taroccati. Corruzione pagata a vostre spese. Listini taroccati, come oggi lo sono quelli degli F35, di cui – come vedete – nessuno fiata più.
Ma il Chicco Testa di cui si parla, è lo stesso che da Presidente di ENEL ha acquistato la rete Gas di Camuzzi SpA della coppia Jannuzelli Ruggiero e Garrilli Fabrizio, il secondo da Piacenza ed il primo di Montesegale (PV) ex mio vicino di casa di origini Partenopee, che mi veniva spesso nominato da tale Agente CIA JR JAMES, pilota Americano di aerei presentatomi da Annamaria Fontana, nonché responsabile dei vari fallimenti di Finarte, Semenzato, telemarket, Cantieri di Pisa, Baglietto (ceduta a Gavio), e da ultima Moto Morini.
Il Testa pare abbia acquistato da Camuzzi SpA per conto di ENEL la rete gas per oltre Un Miliardo di € e successivamente pare che la stessa Camuzzi sia fallita poco dopo per 1.150 milioni di €, mentre Garilli ha spostato le sue attività, sempre nel settore gas in Sud America.
Alquanto sconcertante è leggere il nome di tiziano Treu (collegato al sottoscritto attraverso la sua amante, di Treu, Mariella Magnani, sostituta di Marco Biagi, ucciso, al Ministero del Lavoro, l’ avvocato andrea Nobili, e Giuseppe BIANCO, facente funzioni di Marcello dell’ Utri nella zona di Pavia per i circoli del buon governo), come operativo presso ENAV di cui mi parlava sempre la dama in nero portandomi al cospetto dell’ ex ministro ora defunto Carlo BERNINI nella sua abitazione di ASOLO per parlare della sua fallita ALPI EAGLES. Mi sono sempre domandato cosa mi portasse a fare la Fontana a parlare di trasporto aereo, ora capisco.
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Certo ma questa volta qualcuno come lui, o peggio, o forse un po’ meglio ha comprato la VITROCISET. Approfitto: quale è stato il rapporto tra la Fontana e la FINARTE, se lei, caro Garagista, ne ricorda qualcosa? Perché FINARTE, se ben ricordo …
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Buon Giorno! La connessione con Finarte tra Fontana e Finarte stessa, è Il sedicente romano Americano della CIA (?) JR JAMES, così mi è stato presentato dalla Fontana, in una abitazione dietro villa Torlonia residenza di una figlia illegittima di Reza Pahlavi (?), piena di strani personaggi compreso JR JAMES, CEO della società Romana CROWN INTERNATIONAL CONSULTING figlia della Americana CROWN INT. GROUP (tutte coperture). So direttamente da JR JAMES che le acquisizioni di tale Ruggiero JANNUZZELLI Napoletano di pura Camorra ed ex vicino di casa, circa 40 Anni fa, erano “controllate” da questo Americano;
ivi compresa l’ ultima loro acquisizione della Moto Morini della cui acquisizione lo stesso Americano mi chiede un parere (negativo). Il fatto strano è che tutte le società da loro acquisite presto o tardi falliscono nel silenzio assoluto di cui la più eclatante per 1150 M€ (finiti dove?) la Camuzzi SpA. L’ unica società che non è fallita, di cui detenevano il 6,8% è la MITTEL SpA di Milano, cosiddetto salotto buono e precedentemente presieduta da Giampiero PESENTI, (verifichi i successori e share societario con relativi passaggi di quote degli ultimi 30 Anni, se si vuole divertire con i nomi). Quanto affermo, è facile controllarlo dal WEB, come il board attuale e le relative transazioni di quote societarie. Dalla MITTEL SPA ritengo siano stati estromessi e costretti a spogliarsi dello 6,8% (se non ricordo male), gli JANNUZZELLI, della cui famiglia si occupa ora il figlio cocainomane Ruggieromassimo.
So per certo, dalle mie frequentazioni del clan Massonico (ma NON ne faccio parte) Pavese, che aveva la sede della P2 direttamente all’ interno della “Pellicceria Annabella” (cfr Arrigo MOLINARI tessera P2 767 o 676), che due degli esponenti massoni Pavesi, sapevano in anticipo del fallimento di Telemarket e dell’ arresto del suo titolare Giorgio Corbelli ex presidente del Napoli calcio. Come potete verificare telemarket possedeva la galleria d’ arte Semenzato (fallita); e tutte le proprietà, ivi compresa FINARTE, fallita, erano di Ruggiero JANNUZZELLI.
Odore di fogna massonica P2 comunque si sente sempre, ivi compresi certi rapimenti pavesi degli Anni ’80, sui quali i pettegolezzi sono morti sul nascere, specie quelli in merito ai basisti ed a dove ed a CHI siano finiti i pagamenti dei riscatti, tipo qualche futuro Generale di San Luca…
Un altro fatto strano è la “conoscenza” dell’ Americano di Salvatore RUGGERI, Vogherese di Patti e titolare di Valvitalia spa multinazionale che opera, guarda caso, nel settore petrolifero (Valvole per oleodotti), maritato con tale COPPOLA di Carini…
In pratica, rimestando il pentolone, affiora sempre la stessa roba.
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Una ultima Cosa: devo precisare che il sottoscritto, non è uno specializzato a farsi i fatti altrui, di cui non importa un beato NULLA, considerando che ognuno è artefice del proprio destino.
Il mio interessamento, inizia nel momento in cui QUALCUNO si interessa dei FATTI MIEI, a MIA Insaputa, spesso con atteggiamenti volti a farmi credere alla Amicizia dei miei diversi interlocutori (esempi noti ad entrambe, la Bolici e la Fontana).
Sono stato costretto ad addentrarmi nei meandri fognari che ho conosciuto personalmente e descritto, perché sono stato abituato a capire dove Ho sbagliato nelle mie mosse imprenditoriali se ne emerge un errore.
L’ ultimo mio errore è stato il fallimento della mia Società EUROPEA SpA; che siccome godeva di ottima salute commerciale, strutturale e finanziaria, mi ha COSTRETTO a muovermi interpretando i diversi ruoli, dal “coglione” allo “Ndranghetista”, per CAPIRE le cause del mio fallimento progettuale ed industriale.
Siccome ero un “osso duro” da fottere, le mosse sono state molteplici e variegate con una “leggera” infarcitura di ExP2 e loro derivati, che si sono dispiegate nella loro massima potenza a partire dal “salto della Quaglia” del vecchio partito di Mastella ex Ministro di Giustizia del Governo Prodi costretto a cedere il potere al pompetta di arcore; periodo in cui mi sono fatto “il segno della Croce”.
La “paranoia persecutoria” di questa fogna massonica ha dato il massimo dopo una mia fase provocatoria detta agli Amici Massoni Pavesi volutamente, modificando una frase di Raul GARDINI ” La Chimica sono IO”… in ” Il RISO sono IO”!
Da qui i vari passaggi alla Bolici conosciuta proprio tramite lo studio DE VITTORI di Lugano (il manovratore maxi tangente ENI), così come la Annamaria FONTANA.
Mi avranno tutti pur spaccato il deretano, ma anche tutti loro una bella fine non la hanno fatta. Proprio da solo contro tutti, fatto è che comunque sono una povera mandria di IGNORANTI. E Comunque, Io, sono uno che si è sempre fatto i fatti suoi ed in silenzio, ma che ha imparato ad usare le stesse armi con cui lo attaccano, fino a mettermi alla berlina sui quotidiani in compagnia di Ndranghetisti, di cui sbagliano persino il nome della Ndrina…
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Bel personaggino….anche un nessuno come me lo conosce da anni….:
Fonte Wikipedia
(Dal 2004 al 2012 è stato Managing Director di Rothschild Italia)
Dal 1994 al 1996 è stato Presidente del Consiglio di Amministrazione di ACEA, Azienda Comunale Energia e Ambiente del Comune di Roma.
Nello stesso periodo è stato membro del CNEL (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro) e Presidente CISPEL (Confederazione Italiana dei Servizi Pubblici).
Dal 1996 al 2002 è stato Presidente del Consiglio di Amministrazione di Enel e membro del Consiglio di Amministrazione di Wind. Durante la sua presidenza, Enel è stata parzialmente privatizzata con un IPO del valore di 15 miliardi di euro ed è stata fondata Wind, il terzo operatore mobile italiano. È stato inoltre membro dell’Expert Advisory Committee dello European Carbon Fund e Presidente del Comitato Organizzativo del 20º Congresso Mondiale dell’Energia, promosso dal WEC-World Energy Council e che si è svolto a Roma dall’11 al 15 novembre 2007.
È stato membro del Consiglio di Amministrazione del gruppo Riello (leader italiano nei sistemi di riscaldamento) dal 2002 al 2004. Dal 2002 al 2005 è stato membro dello European Advisory Board di The Carlyle Group (Private Equity), Presidente del Consiglio di Amministrazione di S.T.A. S.p.A. (Agenzia per la Mobilità del Comune di Roma) e Presidente del Kyoto Club. È stato inoltre Presidente, fino al 2008, della società Roma Metropolitane, appartenente al Comune di Roma, volta allo sviluppo della rete metropolitana.
Dal 2004 al 2012 è stato Managing Director di Rothschild Italia.
Chicco Testa è Presidente di Telit Communications Plc; AD di Telit Communication SPA; Presidente di Sorgenia; Presidente di E.VA Energie Valsabbia; Vice Presidente di Idea Capital Funds SGR. Dal 5 luglio 2012 al 13 maggio 2016 è stato Presidente di Assoelettrica[5][6].
Nel 2008 ha scritto il libro Tornare al nucleare? L’Italia, l’energia, l’ambiente in cui ripercorre vent’anni di discussione pubblica italiana sulle politiche ambientali ed energetiche e non esclude l’uso del nucleare come fonte energetica. Dal 27 luglio 2010 e fino al termine della sua attività, è stato Presidente del Forum Nucleare Italiano, associazione fondata da Enel ed EDF per promuovere un ritorno all’impiego dell’energia nucleare in Italia[7]. Durante questa sua attività, particolare clamore mediatico ha avuto una diretta di una trasmissione Rai, quando viene udito minacciare di violenza fisica il geologo Mario Tozzi, reo di aver evidenziato i possibili interessi economici che sarebbero implicati dietro ad una campagna pro-nuclearista.[8]
L’11 marzo 2011, definisce sciacallaggio politico l’allarmismo di chi, su posizioni critiche verso l’attuale tecnologia nucleare, riferisce di incidenti molto gravi che avvengono alla centrale nucleare di Fukushima in seguito al terremoto di Sendai.
Nel 2014 ha scritto con Patrizia Feletig il saggio Contro (la) natura. Perché la natura non è né buona, né giusta, né bella in cui capovolge la prospettiva e, approfondendo alcuni dei temi più controversi degli ultimi tempi – dal rapporto con le tecnologie ai paradossi del cibo a km zero e delle terapie naturali, fino alla nascita dell'”ambientalista collettivo” – invita a riflettere su cosa si intende oggi per natura.
Dopo che la riforma Renzi-Boschi è stata bocciata al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, Testa ha postato su Twitter un tweet in cui paragonava sfavorevolmente il miglior risultato del “Sì”, propugnato da lui e dal PD, a Milano, Bologna e Firenze, rispetto a quanto accaduto a Napoli, Bari, Cagliari. Il tweet ha ricevuto vivaci risposte ma non è stato cancellato da Testa, che non è però riuscito ad evitare accuse di razzismo, più o meno velato e sottinteso, verso gli abitanti del Mezzogiorno.[9]
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Si con quella faccia da santerellino! Mi ha colpito la sua partecipazione nel CdA di Riello! Ho vissuto la acquisizione della Ghibli SpA da riello, a cifre astronomiche. Smpre grazie agli pseudo-amici; ma la puzza massonica si sente sempre.
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Chicco Testa massone non ci avevo mai pensato! Pensavo fosse semplicemente cocainomane!
Io l’ho conosciuto quando era ambientalista in Legambiente e se la faceva col cugino della Melandri Edoardo Zanchini.
Poi quando, passato in ACEA, dava incarichi di progettazione di inutili fontane ad incapaci (e, infatti, l’acqua da lì non è mai uscita perché eta sbagliato l’impianto!!) Anche quando stava nella grande mangiatoia di S.T.A. Servizi per la Mobilità ha elargito a destra e a manca.
Chi ha campato su di lui per anni è poi finito a mungere Ercolino Sempre In Piedi e le varie strutture tecniche di missione, quindi forse c’è un collegamento tra l’uomo dai molti tic e il ras del ministero.
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Per Ministero, intendi quello dell’ Ambiente?
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Più che Massone, direi Mafioso Camorrista, specie se mi dici , abbia vizi “tiratorii”!
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