L’astensionismo colpirà il M5S ancor più del resto della partitocrazia

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Il 2 giugno 2017, festa della Repubblica, sentivo il dovere di scrivere ciò che ho scritto, forte del bene che voglio, da sempre, al M5S, ed in particolare a Giuseppe Grillo da Genova. A sua insaputa ma non di alcuni esponenti del MoVimento. Oggi sento, rileggendomi, di non aver esagerato nella critica e nelle previsioni negative, tutte centrate. Anzi. si è perso ovunque avevo detto che si sarebbe perso. Passano i giorni da quel 2 giugno u.s., ma nulla accade che non faccia presagire un tracollo verticale, in numeri assoluti (non parlo di quella semplificazione sociopolitica che sono le percentuali) dei voti a favore del M5S. Se ne volevamo un indizio (se non una prova), l’irrisoria partecipazione di 37.000 votanti per decidere l’erede di Grillo, dopo che il blog, in questi anni, ha avuto centinaia di milioni di accessi e nelle piazze si sono riversati milioni di persone e i voti espressi, solo quattro anni addietro, sono stati quasi 9 milioni, si è mostrato ieri in tutta la sua drammaticità. L’apatia, pensata negli ambienti massonici statunitensi e indotta progressivamente in mezzo mondo, Italia compresa, avrà il sopravvento e lascerà, come ultima speranza, la guerra civile, lotta fratricida quindi, perché la cappa di piombo della restaurazione berlusconiana non si apponga sugli italiani ad esclusivo vantaggio di pochi contro l’interesse di molti?  Farneticazioni senza senso di un coetaneo di Beppe Grillo, altrettanto, in difficoltà ad allacciarsi le scarpe. Anche un’ esperto come Scanzi tratta oggi sul Il Fatto Quotidiano la vicenda del tracollo con una certa prudenza. Parla di astensione in futuro e di percentuali che, ad oggi, tengono. Ma queste sono cose che ormai non direbbe più neanche Angelino Alfano della sua banda/partito.  I cittadini italiani che voterebbero domani il M5S sono almeno 3/4 milioni in meno di quelli che si decisero nel 2013. Punto. L’astensionismo è già dilagante e le oligarchie partitocratiche, lasciate fare, con poca intelligenza e forse qualche complicità ormai evidente da parte dei nostri eroi, si preparano a stravincere. A loro interessano solo le percentuali e non il consenso dei numeri assoluti. Perché a clientes stanno messi molto bene. Che qualcuno (il M5S) prenda ancora il 28% di metà dell’elettorato non dovrebbe interessare i sinceri democratici, perché sempre del 14% degli aventi diritto al voto si tratterebbe.

Poco prima dello scoppio della guerra civile spagnola (cito quella perché la Spagna e Barcellona, in queste ore, sono al centro dell’attenzione europea) il francese André Malraux, disse parlando della fidanzata d’Europa (cioè la Spagna) dove ci si preparava a combattere per la libertà l’ultima delle guerre romantiche del continente e del secolo scorso: “I repubblicani sono ebbri d’una fraternità di cui soltanto sanno che non potrà durare e sono pronti a morire dopo pochi giorni di esaltazione in cui gli uomini avranno vissuto secondo i loro sogni.”

A combattere per la Repubblica e la Libertà in Spagna si arruolarono americani, intellettuali parigini e antifascisti italiani, tra cui il mio maestro di impegno civile e politico, Randolfo Pacciardi. Mi chiedo chi oggi, se dovessero degenerare le situazioni a Barcellona o in Italia, sarebbe pronto, dagli altri Paesi europei, a prendere le armi.

Che c’entra, direte? C’entra, c’entra.

Oreste Grani/Leo Rugens


FORSE, HANNO PAURA DI VINCERE

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La verace, onesta, senatrice romana, Paola Taverna (M5S), giustamente, intravede trappole e polpette avvelenate nella generosità del duo Berlusconi-Renzi. Non rimuovendo che in realtà di un trio si tratta: Denis Verdini, trama e supporta i gattopardi partitocratici con l’abilità di sempre.
Far tornare i conti in campo elettorale è una scienza e non ci si improvvisa in questa disciplina. Non so che fine abbia fatto Peppino Calderisi ma, se fosse di giro, potrebbe confermarvi la mia affermazione.
In una situazione in cui le carenze della sinistra e del variegato mondo pentastellato hanno consentito ad uno come Silvio Berlusconi, certamente condannato come imprenditore /politico facilitato dalla Mafia in quanto il suo vero braccio destro, Marcello Dell’Utri, a sua volta è andato condannato definitivo proprio in quanto appartenente alla criminalità siciliana, di tornare centrale nel panorama, sia pur depresso, del dibattito politico italiano, la situazione è veramente pericolosa. A giorni, nove, si vota in centinaia di comuni ma i risultati non aiuteranno a fare chiarezza ne saranno un vero trampolino di lancio per le politiche. Il M5S non vincerà a Palermo (e sarebbe stato importante farlo); non vincerà a Parma e non vi devo dire come sarebbe stato importante vincere. Non vincerà a Taranto, dove l’ILVA doveva diventare un macro test e invece è finita nelle mani della Famiglia Marcegaglia senza che un solo fiato sia stato emesso in modo consapevole su cosa questo stia a significare. Il M5S non vincerà a Genova, è questo, per mille motivi, altrettanto non doveva succedere. Comunque, tranne piccoli calcoli di nuovi sindaci e nuovi consiglieri comunali che ovviamente prima non c’erano, niente, dalle parti del cielo pentastellato, avverrà che assomigli ad una vigilia di vittoria nazionale.

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Perché questo stia succedendo ci sono gli addetti ai lavori per raccontarvelo.
Leo Rugens, ne prende atto e si dispiace di questo stato di cose diffuso che suona frutto di una paura di vincere o di una scelta (e sarebbe gravissima) mirata a non vincere. Capisco che assumere la guida dell’Italia in queste circostanze geopolitiche è una cosa cazzutissima, soprattutto dopo che uno si è andato a fare una passeggiata negli USA ma avere ora paura non è decoroso. Forse alle creature qualcuno gli doveva dire che se uno va per questi mari (il potere e la guida della Repubblica) questi pesci si doveva preparare a pescare.

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Non si possono tenere congelati oltre nove milioni di voti “rivoluzionari”, pompierando, da anni, ettolitri di camomilla, perché alla fine nulla cambi.

Il tutto nella terra dei Gattopardi.

Oreste Grani/Leo Rugens

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One thought on “L’astensionismo colpirà il M5S ancor più del resto della partitocrazia

  1. ilrisvegliodeldragone in ha detto:

    L’ha ribloggato su Leo Rugense ha commentato:

    La Partitocrazia ringrazia e passa all’incasso: il M5S in netto calo nei sondaggi!

    "Mi piace"

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