Ritengo di non sbagliarmi a diffidare di chi dichiara che sono stati fatti buoni accordi con i libici
Migliaia di bambini affidati alle onde del mare da genitori che li hanno amati tanto da decidere di dargli una speranza di vita ad alto tasso di rischio “perdendoli”. Cazzate su cazzate quelle intorno agli accordi con il libico di turno che si fa credere abbiano un qualche valore. Gli accordi temo servano ad altro e chi afferma, con enfasi, il contrario potrebbe essere un vero ladro di verità e un sabotatore del futuro del Paese. Addirittura non si deve escludere che dietro a questi accordi non raccontati e non raccontabili, un giorno si debba scoprire esserci lo sport nazionale: te li do (tanto sono soldi dello Stato che tradisco), ma una parte me li ridai. Che fosse un tempo la sponsorizzazione o gli acquisti di petrolio di petrolio ancora oggi, o qualunque cosa potesse essere barattato, a nome e per conto della Repubblica.
Nel nostro Paese c’è gente che si prendeva stecche sulle ricostruzioni dopo i terremoti con i morti ancora caldi da seppellire, figurarsi se non troviamo gente che si fa scrupoli sul fermo fasullo delle ondate immigratorie. L’immigrazione non si potrà fermare con questi pensieri da cretinetti (accordi con i predoni libici!) degni dei metaforici svuotatori di oceani con cucchiaini o se ci facciamo ancora guidare dai rappresentanti della razza predatrice che guida il Paese da decenni. Dovremmo invece sospettare quelli che ci continuano a raccontare questa cazzaratona degli accordi e sospettarli di cosa ci stiano in realtà rifilando. Perché i lupi dovrebbe perdere il vizio senza che si intraveda alcun Francesco d’Assisi capace di cambiargli la natura? Questi sono gli eredi (se non in alcuni casi i pupi) di gente che ha favorito la vendita di armi ai poveri illusi argentini che speravano con quelle tecnologie distruttive di contrastare gli inglesi quando si misero a contendergli le iole Maldive/Faukland.
Questa è gente che ha il DNA dei “fondi neri” dell’IRI, o che si era arricchita con le carceri d’oro, non disdegnando le lenzuola d’oro o le mine d’oro. Questa è gente che ha i cromosomi dell’Irpiniagate dove sparirono, nel nulla, 50 mila miliardi di lire sui 70 mila stanziati per il dopo terremoto. Questa è gente che ha fatto pippa davanti ad anni di cannibalizzazione dei fondi pubblici che vi dovessero amministrare opportunamente nelle Ferrovie o per i nostri porti, facendo poi sostanzialmente finta di niente quando qualcuno rovesciò, il 27 agosto 1989, 26 colpi nel corpo di Ludovico Ligato che si preparava a “salire” a Roma con dossier sufficienti per scatenare una guerra nella DC che già era in subbuglio per suo conto. Questi sono gli eredi di gentaccia che ha voluto fare per forza i Mondiali di calcio nel ’90 solo per affondare le zanne nel budget: le cifre sono da capogiro e molti che oggi ancora vi sembrano dei signori ricchi che si sono meritati il loro benessere in realtà sono dei ladri di Stato che fecero girare la bellezza di 7 mila e 320 miliardi per l’evento e, solo per gli stadi, 1.248. I lavori previsti per gli stadi hanno fatto registrare un aumento medio dei costi dell’83% rispetto alle previsioni. Mi sono rotto il cazzo di continuare a sentir parlare di gente che si è beccata in quei frangenti appalti affidati per il 90 per cento a trattativa privata come se fossero degli imprenditori abili. Abili un cazzo, lo ripeto: ladri e complici di ladri. Gente che si è fatta trovare negli scandali della BNL di Atlanta Usa complice di sparizione nei bilanci di centinaia e centinaia di miliardi serviti per pagare armi da destinare all’Iraq di Saddam Hussein perché fermasse l’Iran. Anni dopo, le vedove che si poterono contare in Iraq, erano circa 1.000.000!
Questi hanno il DNA partitocratico che gli ha consentito paradossalmente di uscire rafforzati dai periodi in cui la criminalità dilagava. Questi sono dei veri criminali organici alle mafie. Figurarsi che cosa possono provare di fronte al dramma di piccolini/adolescenti baciati, stretti al petto e poi imbarcati. Quello che non voglio più sentire e che i nostri uomini di Governo hanno fatto patti risolutivi con qualcuno. Hanno steccato con qualcuno. Punto. E, a volte, si può steccare anche con materia prima diversa dal denaro. La buona fama o la buona immagine, ad esempio. Ma sempre di stecca si tratta.
Oreste Grani/Leo Rugens