Viva la Repubblica di Catalogna. Questo volevo scrivere e questo scrivo

 

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Abbasso l’ipocrita Mariano Rajoy, spergiuro plurimo in quanto, paradossalmente, neanche fedele al “suo re” in quanto massone che per prima autorità riconosce il suo Venerabile Maestro e i vertici della loggia di appartenenza. Tenendo conto che il nostro “signore per bene”, con barba e baffi ben curati, risulta essere affiliato non solo alla più nota Pan-Europa, di cui vi abbiamo altre volte parlato, ma non contento del potere protettivo derivante da quella super loggia, si è andato ad organizzare altri scudi massonici, giurando a destra e a manca, cioè sotto il nome di Parsifal/Perceval/Percival/ Parzival/Perlesvaus/Percivalle o facendo riferimento al Valhalla, luogo mitico della leggenda nordica ma che, addirittura, ha una realizzazione tangibile proprio sotto forma di tempio in Ratisbona, lungo il Danubio.

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Il vasto complesso fu voluto dal re Ludovico I di Baviera, che volle incarnare in un’architettura la tradizione nordica del Valhalla, ovvero del luogo in cui si riunivano le anime degli eroi deceduti in guerra.

L’edificio, che doveva servire per ospitare busti e tavole commemorative di personaggi importanti della storia e della cultura della Germania, fu progettato da Leo von Klenze sulla base di un concorso indetto nel 1814. I primi progetti furono rielaborati tra il 1819 ed il 1821, mentre i lavori furono portati a termine tra il 1830 ed il 1842.

Tra le tavole commemorative ed i busti collocati al suo interno si ricordano ad esempio quelli di uomini di stato, come Otto von Bismarck, scienziati, come Albert Einstein e Carl Friedrich Gauss, musicisti, come Johann Sebastian Bach, Wolfgang Amadeus Mozart, Richard Strauss, Ludwig van Beethoven e Richard Wagner, poeti, come Johann Wolfgang von Goethe, artisti, come Hans Holbein, Peter Vischer il Vecchio, nonché di altre personalità, come Martin Lutero, Sophie Scholl, Immanuel Kant, Josef Radetzky ed altri.

Dal punto di vista architettonico, il monumento è costituito da un tempio periptero in stile dorico, ispirato al Partenone e posto su un possente basamento al quale si accede mediante ampie scalinate. La costruzione richiama in maniera straordinaria al monumento ideato da Friedrich Gilly per Federico il Grande, ma von Klenze conferisce all’opera un’impronta più romantica per la presenza al suo interno dei suddetti busti e di un bassorilievo che illustra la storia della Germania.

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Parsifal quindi, perché nessuno abbia dubbi di chi siano i veri padroni di Mariano Rajoy (oltre gli psichiatri che lo dovrebbero tenere in cura), è venerato da questi cialtroni sanguinari guidati, a loro volta da paraculi ciarlatani e imbonitori cagliostrini, va ricordato banalmente riportando ciò nella voce wikipidia si può leggere di lui e per quanto riguarda l’altisonante altro nome della super loggia Valhalla quasi-quasi c’è di che essere ancora più preoccupati. Questo buffone raggirato da scaltri manipolatori di coscienze che ha venduto l’anima (e non solo quella) ora ci vorrebbe parlare di legalità e di chi viola la legge. Gli uomini e le donne di Catalogna hanno diritto a vivere in Repubblica, in Libertà, in Uguaglianza, in Fraternità, condizioni mentali e giuridiche che non hanno certo bisogno di pagliacci sorveglianti per essere godute. Sta per scorrere il sangue a Barcellona e io sentivo il dovere, fossi solo io a dirlo, che Mariano Rajoy è un pagliaccio violento che crede agli asini che volano. E non in senso romantico e ingenuo della frase. Ci crede perché è un povero mentecatto filodiretto. Ma uno così, come altri prima di lui nella storia, si sono sentiti in diritto di mandare a morte gli altri che viceversa avevano il sacro diritto di non vedersi condizionare la vita da gentaccia.

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Parsifal, conosciuto anche come Perceval, Percival, Parzival, Perlesvaus, Percivalle e altre varianti, è un popolare personaggio del ciclo arturiano, appartenente ai Cavalieri della Tavola Rotonda, e, in particolare, colui che riesce a vedere il Graal.

Le versioni medievali di questa leggenda variano l’una dall’altra, ma pressoché tutte raccontano di un ragazzo nato e cresciuto nella foresta. Si reca alla corte di Re Artù e diventa uno dei Cavalieri della Tavola Rotonda. È ammesso alla vista del Santo Graal perché il suo cuore è puro.

La notorietà di Percival è dovuta ad una versione secondo cui egli sarebbe il cavaliere alla ricerca del Graal che più è arrivato prossimo alla conquista. Egli avrebbe infatti trovato il Re Pescatore, discendente di Giuseppe di Arimatea, e, banchettando alla sua mensa, avrebbe visto il Sacro Graal e la Lancia di Longino, da questi custodite. Tuttavia, non avrebbe bevuto alla sacra coppa per non aver chiesto di più sul loro conto o sulla natura del male che affligge il Re Pescatore, contravvenendo al precetto evangelico: “chiedete e vi sarà dato”.
Nel romanzo medievale tedesco Parzival di Wolfram von Eschenbach, Parsifal è il padre di Lohengrin che è uno dei custodi del Santo Graal, il cavaliere del cigno caro alle leggende medievali dei Paesi Bassi (il Brabante) che scende sulla terra per difendere i deboli e per cercare una donna – Elsa – che sappia apprezzarlo semplicemente per la sua umanità. Parsifal compare inoltre in numerose opere sia in versi sia in prosa, databili tra il XII e il XIII secolo, tra cui il perduto Perceval di Robert de Boron, le continuazioni dell’incompiuto Racconto del Graal di Chrétien ad opera di Waucher de Denain (attribuzione dubbia), Gerbert de Montreuil e Manessier, e il Perlesvaus. Tra le opere successive si ricorda soprattutto La morte di Artù di Malory, pubblicata nel 1485, in cui, nel libro VI, il cavaliere parte alla ricerca del Graal assieme a Lancillotto, Bors e Galahad.

Parole dure, parole chiare di cui mi assumo l’intera responsabilità. Tanto di qualche cosa bisogna morire.

Oreste Grani/Leo Rugens