Bruciato un clochard a Torino: vediamo cosa in quella città ricca si sta facendo per gli ultimi

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Più che i paginoni sul cretino di turno che, impreparato (senza scuola di formazione, amici del M5S, siete destinati a fare la fine dei sorci anche se doveste stravincere, sia in Sicilia che alle Elezioni di Primavera 2018), si fa beccare a segnalare una multa da “togliere” ad uno che andava multato (parlo del capo di gabinetto della sindaca Appendino di Torino), vorrei leggere di cosa, nella ricca ex capitale del capitalismo italiano, si fa o non si fa per difendere la dignità degli ultimi.

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Se uno vive in strada in una città abitata da troppi indifferenti e da sufficienti violenti pervertiti assassini che ritengono normale dare fuoco all’altro da se (questo lo dico anche se si dovesse scoprire come responsabile della crudeltà un’altro poveraccio), un cittadino non è solo povero ma esposto alle nevrosi di chiunque sia affetto da bisogno di fare il male sugli altri esseri viventi. Chiunque sia stato, ripeto fosse stato anche un altro clochard) il fatto gravissimo torinese odierno è questo della combustione di uno come voi/noi. E su questo vorrei capire cosa vuole fare la sindaco e come la pensa realmente. Su questo indice di civiltà (la difesa degli ultimi) vorrei capire se sta facendo qualcosa di strategico per Torino. Qualcosa di strategico è fare scelte che facilitino l’equità che è amica della sicurezza e dello sviluppo di una società culturalmente solida oltre che economicamente. Che viceversa sarebbe solo apparentemente florida. Il resto è viltà ed imbellettamento ipocrita. Nella città delle ville in collina, nella città dove ogni pietra è stata messa una sull’altra, prima con i soldi del resto di Italia (a cominciare da cosa i Savoia si sono portati via dal Sud quando per unificare il Regno hanno pensato che fosse legittimo rapinare/espropriare Napoli delle sue ricchezze) e poi con il sudore dei lavoratori di tutta Italia non dimenticando il sangue dei caduti delle due guerre che hanno arricchito chi dei torinesi, in Fiat e non solo, produceva armi, vorrei che i borghesi (si diceva così un tempo prima fine delle ideologie) ci dicessero cosa hanno intenzione di fare perché anche gli ultimi siano protetti almeno nella vita stentata che già sono destinati a vivere. Si può chiedere alla Curia, alla massoneria torinese, agli avanzi dei compagnucci, come possa accadere che uno che già vive su una panchina debba anche arrostire per il divertimento o il sadismo o per il gesto folle di un’altro che sta peggio di lui?

Lo so che non mi dovete risposte.

Oreste Grani/Leo Rugens