Gentiloni e l’India. Chissà se qualcuno lo ha reso edotto della origine di tutto il casino dei marò?
Ieri il Capo del Governo, l’onesto Paolo Gentiloni, è volato in India. Il diritto/dovere di questo marginale e ininfluente blogger è quello di ricordare alcune cose al primo ministro (a tempo determinato) del mio Paese. Al signorile/gentile Gentiloni, che mi appare circondato da personaggi che si sono formati alla scuola dei travisatori di fatti, dei doppiogiochisti, degli sleali custodi dei custodi della Repubblica, tengo a ricordare le tessere di un puzzle-scenario, fra loro solo apparentemente slegate, inducendolo a costruire un quadro interpretativo utilizzando “tessere informative” prese da fonti aperte di facile reperimento. La prima, e forse la più impegnativa, è il brano che segue:
“Contro i pirati del mare.
Come dimostrano i 500 attacchi del biennio 2009-2010 – un dato più che triplicato rispetto ai due anni precedenti – gli atti di pirateria marittima sono in preoccupante aumento in numerose acque internazionali. L’azienda di Finmeccanica (questo era il nome del Gruppo oggi Leonardo ndr O.G.), stiamo parlando di SELEX SISTEMI INTEGRATI, svolge un ruolo di primo piano nell’individuazione di soluzioni per arginare un fenomeno la cui soluzione richiede, insieme ai prodotti, una nuova visione sistemica”.
Questo era l’indice di un articolo (n° 20 Finmeccanica Magazine del luglio 2011) da non sottovalutare prima di pensare di aver capito tutto di quanto è accaduto 5 anni (!) e otto mesi (!) addietro nell’Oceano Indiano, quando, si dice, due marò italiani fucilarono due innocenti (si può dire innocenti senza essere denunciato da qualcuno?) pescatori indiani. Il contenuto dell’articolo, questo marginale e ininfluente blogger lo ha già riprodotto più volte ed è facile andare a rileggerselo scoprendo che tutto il casino successo (è costato un patrimonio) poteva non (ho scritto non) accadere se solo qualcuno, parlo di Ignazio La Russa, guitto in tuta mimetica, nel ruolo di ministro della Difesa, si fosse informato su cosa sapevamo fare nelle nostre aziende, note, per altro, all’epoca, in tutto il settore industriale, per l’ideazione di tecnologie atte ad impedire atti di pirateria. Parlo, ad esempio, di DESTO, una tecnologia non-lethal wepons in quanto la neutralizzazione di eventuali attacchi avviene senza causare danni alle persone (mi sembra che invece qualcuno abbia ucciso i due indiani!) che potrebbero essere a bordo o prossime al bersaglio da colpire, agendo di fatto solo su componenti elettroniche. Il Magazine, che cito, esce a luglio 2011 ed ha anche foto di La Russa (compiaciuto nel ruolo “fico” di ministro), Giuseppe Guarguaglini (defenestrato per altro) e Giuseppe Orsi, altrettanto mandato a pascere negli anni successivi. Guarderei, se fossi lo staff di Gentiloni, le date e comincerei a chiedere scusa, non solo al popolo indiano ma soprattutto al contribuente italiano. Tornerei dall’India incazzato nero e avvierei (in sogno, mi permetto di sognare) una richiesta di risarcimento per quel fratello d’Italia, che anche in questa vicenda dei marò è apparso tutto piuttosto che un buon italiano.
Letto?
Ora fate mente locale alle traversie umane, giuridiche, diplomatiche elencate e considerate che tutte, dico tutte, sono state innescate da un losco/insulso (si può chiamare losco/insulso alla luce di quanto scrivo senza essere convocati alla Procura della Repubblica?) accordo che il Ministro della Difesa Ignazio La Russa volle sancire con l’Associazione degli armatori italiani, accordo di cui ancora oggi non si capiscono le ragioni se a quella data esistevano DESTRO e un’altro prodotto denominato POMPEIUS che, oltre il sottoscritto, qualcuno dovrebbe conoscere. Mistero misterioso: POMPEIUS era stato già sperimentato (con successo), nel Golfo di Aden, a bordo, udite udite, di una nave dell’armatore D’Amico. D’Amico? Ma non è quello dell’accordo/convenzione firmato con la Difesa per imbarcare i marò? Sogno o son desto? E veniamo al cuore del problema dell’informazione e della disinformazione: io queste cose sui giornaloni non le ho mai trovate scritte durante tutta la crisi dei marò, bravi diavoli per cui tutti si strappavano le vesti. Mi dite dove avete letto, con toni critici, che POMPEIUS ci sarebbe costato proprio poco metterlo a bordo e che avrebbe anzi fatto guadagnare immagine e ordini alla disastrata Finmeccanica? Vi immaginate se alla Difesa c’era un 5 Stelle, cosa sarebbero stati capaci di scrivere Repubblica, Corriere della sera, Libero, Il Giornale? Mi dite dove avete letto che POMPEIUS è costituito (ma è mai esistita questa tecnologia visto che nessuno ne ha mai parlato?) da altri gioiellini italianissimi come il LYRA (oggi non so se sono obsoleti ma parlo di anni addietro quando erano il top del campo nel mondo) o come l’elettro-ottico MEDUSA MK4/B NATO proprio ideato per contrastare incursioni di piccole imbarcazioni? E, mi sembra, che i due sfortunati indianini fossero a bordo di una imbarcazione classificabile “piccola”. Mi dite se io, come al solito sono abituato a fare, questa volta, semel in anno, non sto costruendo false notizie per screditare un eroe della partitocrazia come il vigliacchissimo scalciatore (ricordate?) La Russa, che cazzo c’è sotto una cappellata come questa dei marò a bordo delle navi commerciali, frittata (o altro?) da cui non si è mai riusciti ad uscire per anni ed anni? Forse è ora di leggere, alla vigilia delle elezioni delicatissime di Primavera 2018, questi avvenimenti per capire chi “corre” per guidare il Paese. Forse a La Russa soldatino dovete abbinare nei vostri ricordi gentaccia come Gianfranco Fini che prima di essere scoperto essere un malandrino, era considerato la faccia pulita della destra alla destra di Berlusconi. E forse bisognerebbe, in un quadro sinottico ideale, guardare chi aveva incarichi alla Farnesina a fianco a Fini, chi stava al DIS, chi all’AISE, chi all’AISI. Questo sì che è pane per i denti delle italianissime Iene, piuttosto che i danni (meno gravi) provocati da “cuore di papà” Domenico Rossi! Mi piacerebbe vederle impegnate, per rimanere nel comparto della difesa, su questa dritta, le nostre tenaci iene: esisteva una diavoleria tecnologica che si chiama DESTRO e che un politico di “destra” come Ignazio La Russa, ha ignorato, innescando un caso che ancora perdura. Tanto che, in queste ore, Paolo Gentiloni, dovrà parlarne a Delhi.
Ma chi cazzo istruisce i dossier in questo Paese? Ma chi cazzo vigilava sulla sicurezza della Repubblica mentre un La Russa diventa Ministro degli armamenti e mentre un mascalzone colluso con criminali internazionali come Fini diveniva Ministro degli Esteri? E pensare che, non contento di come nessuno lo attenzionasse a dovere per impedirgli di fare supercazzate di questa dimensione, il nostro rauco Ignazio, in tuta mimetica, aveva deciso di farsi una suo super servizio segreto militare, quasi fosse stato un Giulio Andreotti qualunque, dotandosi di un suo Anello personale.
Fermatemi o questa volta scatta l’arresto. Mio, ovviamente.
Oreste Grani/Leo Rugens
hi
buona sera
"Mi piace""Mi piace"
Hi, tank you for appreciation.
"Mi piace""Mi piace"
Grazie. Se vuole dirmi altro, leggo volentieri. E mi scuso del ritardo per l’approvazione.
O.G.
"Mi piace""Mi piace"