Arrestato De Luca (quello siciliano) a urne chiuse. Ma in mano a chi state? In assenza dello Stato, agli sfondatori di setti nasali!
Ora, amici lettori, a cose fatte, vedrete accadere arresti, con prove inconfutabili, di chi è stato determinante (migliaia e migliaia di voti) per la truffa del “fascista per bene” Musumeci, foglia di fico con barbetta, messo a coprire accordi e voti comprati con promesse che la povera gente, tenuta appositamente disoccupata o sottoccupata in modo da svolgere funzione di serbatoio e di manovalanza, mai avrebbe potuto rifiutare, votando liberamente. L’arresto di De Luca e compagnia cantando è avvenuta “cronometricamente” a urne chiuse. Sarebbe interessante conoscere le manine in guanti bianchi che hanno rallentato la giustizia.
Come è sempre avvenuto. Sono poche le accelerazioni di cui sempre si parla. Sono infinitamente di più i “rallentamenti”. E non come si fa credere ai gonzi che questo avvenga a vantaggio dell’opposizione ai criminali berlusconiani. Si vedrà quanto le promesse del Ponte abbiano influenzato il risultato osceno di Messina. Messina, non solo città dei Genovese ma anche dei Franza Mondello, ad esempio. Città di traghettatori, convertitisi al Ponte sullo Stretto. La povera gente ha diritto ad avere speranza di lavorare. Non possiamo accollare a chi vive in “stato di bisogno” la debolezza di votare per i prepotenti. Uomini da niente, sono i “caporali” della politica locale, i cacicchi di un tempo, che li affamano prima e li lusingano dopo. Voto di scambio, quindi? No, voto di mafia. E si vedrà. Ma ormai sarà tardi per il futuro del Paese, nuovamente nelle “mani sporche” di politici cocainomani, a loro volta presi per il “naso” (in stretto significato del termine) dai criminali trafficanti di stupefacenti. Stupefacente è che, ancora una volta, nonostante fosse possibile ribellarsi nel segreto dell’urna, nessuno del “mondo degli onesti” sia riuscito a motivare il 15% di quel 52% di “indifferenti” per battere la la logica della conservazione di quel che si fa dalla lunga notte del 1943.
Questa incapacità a leggere la storia (ma per riuscirci, dei ragazzi troppo giovani e troppo ingenui, sia pur pentastellati ma non per questo sapienti a sufficienza, si sarebbero dovuti strutturare, per tempo, in vista del novembre del 2017, con un un gruppo di lavoro, appositamente insediato per mettere mano a quello che Max Weber diceva del mercato (quello politico, prima di tutto, aggiungiamo nella nostra marginalità ed ininfluenza), che, se lasciato alla sua autonormatività (sarebbe questa stronzata semplificatrice della rete che ci pensa lei), conosce soltanto una dignità delle cose e non una dignità della persona. E la mafia, con i suoi servi moderati come li chiama la Stella Polare dei criminali Silvio Berlusconi, non credo che tenga alla dignità delle persone dal momento che quando queste non fanno ciò che gli aggrada le scioglie nell’acido, donne, vecchi e bambini che siano. Nulla di rivoluzionario è accaduto nei cinque anni inutilmente trascorsi e i gattopardi hanno potuto, indisturbati, agire perché nulla cambiasse. Era invece, dopo la nuotata salvifica e metaforica, lasciato il luogo mentale della rappresentazione tragica, democratica, teatrale (che cosa doveva fare di più per amore del proprio Paese Giuseppe Grillo da Genova che pervenire a nuoto in Sicilia per dimostrare di volerla servire?), urgente mettere mano all’educazione e alla formazione di chi, anni dopo, doveva contrastare, con ogni mezzo lecito (state parlando di sconfiggere i servi dell’illecito per eccellenza), quanto i prevedibili e previsti Miccichè, Genovese, Cardinale, De Luca, Clemente, Giannuso, Lombardo, Cuffaro e i vicini/lontani fratelli Larussa (veramente pensate che Giorgia Meloni sapesse chi fosse Nello Musumeci e perché avrebbe potuto fare il “ponte” da criminalità e quella destra eversiva sempre pronta a tornare secondo i cicli storici prevedibili?) o, ultimo ma non certamente ultimo, Cesa, si preparavano ad attuare.
Le donne e gli uomini onesti a cinque stelle non dovevano essere lasciati liberi di sbagliare, condannandosi alla sconfitta e alla vanificazione del patrimonio rappresentato dai nove milioni di cittadini che, nel 2013, a loro avevano delegato la speranza di tornare liberi. Parlate di dittatura e di forme di schiavitù che si attuano contro milioni di vostri compatrioti. Forse era più giusto organizzare la vittoria (sono mancati solo i 100.000 voti che stavano dentro agli oltre 2.000.000 di indifferenti che si sono astenuti e che sono meno di 170.000 controllati, in modo certo e stretto, dai cacicchi delle cosche) dando vita ad un luogo di istruzione e formazione (la scuola politica e con-creta è mancata amici onesti a cinque stelle!) per rispondere alle sfide di una società complessa come è quella italiana ed in particolare quella siciliana. Tornate all’ovvio: senza la Sicilia criminale traghettata dai Fratelli Dell’Utri in quel di Arcore, quel chiacchierone imbonitore di Silvio Berlusconi non sarebbe mai diventato nessuno ma senza preparazione “scientifica” non si va ad affrontare l’esercito addestrato dell’intreccio del mondo eversivo nero, dei servizi neri, della nerissima e spietata criminalità internazionale, di una imprenditoria parassitari che è sempre vissuta di gabelle e sfruttamento degli ultimi.
Me ne vado lontano: è come se uno avesse ipotizzato la vittoria nella battaglia della Montagna Bianca a Praga nel 1621 delle forze creative e intellettualmente geniali che si erano radunate intorno all’Imperatore Ferdinando II e agli scienziati/maghi alla Keplero. Stravinsero i Cattolici in quanto organizzati, con le loro batterie di cannoni a lunga gittata battezzati con i nomi dei santi e degli apostoli e guidati dallo stendardo raffigurante la Madonna che ancora fa bella mostra di se nei locali di Santa Maria della Vittoria (appunto) a Roma. I creativi spontaneisti furono sbaragliati e mezzo mondo ha pagato, per secoli, quell’atteggiamento cazzafrullone dei tecnologici “senza scuola e formazione”. Scendere in campo aperto (questo erano le elezioni che sono state ora ora perse) senza strumenti culturali all’altezza della complessità siciliana, in assenza evidente di capacità di lettura delle interconnessioni tra i processi (non solo ma anche quelli nelle aule giudiziarie) e tra le parti e le poste stesse in gioco senza una visone sistemica e storica capace di portare ad interpretare, anche in simulazione, quanto si stava delineando non va ricondotta non semplicità “all’abbiamo fatto tutto quello che potevamo”: Sti’ cazzi. Non avete fatto tutto quello che potevate fare (non dico che non vi siete sbattuti, avanti e indietro, casa per casa, conversazione per conversazione) rimuovendo che il fare e il sapere fare senza il saper comunicare il sapere e il sapere fare, non serve a nulla. Dove è avvenuto, in che sedi certe il processo sociale di condivisione della conoscenza? A meno che veramente non vogliate sostenere che scrivere a quel luogo immateriale denominato piattaforma, unidirezionalmente, sempre lasciti nell’assenza assoluta di feedback, sia un processo di condivisione della conoscenza. Ma da chi vi siete fatti rubare soldi? La comunicazione è complessità e voi avete in questi anni confuso la comunicazione con i mezzi di comunicazione. Che come ho detto e testato personalmente non sapete neanche usare bene come dite di saper fare.
Mi fermo perché vi voglio ancora tropo bene e non voglio essere frainteso. Su una cosa sarò fermo: con le dovute differenze, evitate di considerare “cosa vostra” (e cioè di alcuni di voi) ciò che è della Repubblica italiana e di quello che avanza del suo popolo sovrano. Se non consentite reali contributi e non aprite sedi “materiali” per dialogo formativo e intelligente, il voto a voi perde qualunque significato di utilità. Così come incontri o messaggini telematici ve li potete tenere per poi mostrarli ai nipotini, raccontando che anche voi avete partecipato, colpevolmente, alla “sconfitta” impressaci dalle forze della conservazione sanguinaria e antidemocratica nella primavera imminente del 2018. Sempre se vi fanno arrivare a votare senza prima spaccarvi la faccia a testate come nella liberata a Cinque Stelle Ostia è accaduto ieri. O avevo vinto io le lezioni con il consenso plebiscitario di 770.000 romani che anche ad Ostia si erano fidati di voi? Di voi e non del deficiente Marra che, come massima ambizione nella vita, voleva “entrare ai servizi ” per di più raccomandato da un prelato. Marra che, per troppo tempo, senza controllo dal basso, ha ereditato l’anelito di libertà di milioni di persone che ora, viceversa, non solo vedono i violenti spadroneggiare a Roma ma se uno decidesse, per intelligente reazione chirurgica mirata (conoscete come agiva il mitico Mossad secondo il principio biblico di occhio per occhio, dente per dente, naso per naso?), di radere al suolo quel covo, passerebbe pure per un anti democratico.
Oreste Grani/Leo Rugens
E’ riapparso Miccichè! L’ ispiratore o l’ Aspiratore?
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