In mano a chi siete stati, state, starete: ovvero la oscena saga degli eredi del ladro di Stato Camillo Crociani

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Leggere queste cose adesso che i buoi e vacche (giovani e vecchie) sono fuggite, non serve a niente, potreste dire voi. Anzi, crea ulteriore discredito e genera solo e inutilmente apatia, distacco dalle istituzioni, generica sfiducia. Tutte condizioni con cui i ladri di Stato prosperano. Non solo i ladri di Stato ma anche, se non soprattutto, gli agenti al servizio di Paesi terzi che, intelligentemente, beati loro, sanno usare, a loro vantaggio, tutte queste situazioni di gravissima debolezza che riguardano i luoghi dove prendono corpo le tecnologie che poi messe in campo e raccordate informaticamente, dovrebbero fare la sicurezza di quel che avanza del nostro Paese e di quelli alleati o, semplicemente, clienti della nostra industria. Forse avete ragione e forse, no. Emerge dalle carte inoppugnabili  non solo quindi un colabrodo (non parlo degli stabilimenti) questa Vitrociset, ma atteggiamenti oggettivamente complici a tutti gli effetti del malaffare e del tradimento che si determina intorno a questo schifo di lassismo e di grovigli familiari che puzzano lontano un chilometro di troppi Campari, Negroni, psicofarmaci. Immaginate in mano a chi sta la Sicurezza nazionale e i rizomi economici di tale settore vitale. Così è sempre stato evidentemente a dare retta ai resoconti e così sarà sempre di più. Non solo è urgentissimo che lo Stato (poi in altro post vedremo di capire chi e come) si riprenda ciò che è sempre stato suo (sono anni che dico che c’era del marcio intorno a Vitrociset e alla famiglia Crociani) e che non dovevamo accettare il principio di considerare Vitrociset un bene privato, diritto consolidato su tangenti e prezzi che gli italiani pagavano evidentemente in modo sproporzionato tanto da lasciare a dei prestanome (cosa sono d’altro una attrice che di elettronica non capiva niente e le sue mondane figlie altrettanto ignoranti?) dei margini che non assommavano, visti i beni rintracciati, a meno di 50.000,00 euro al giorno per gli oltre 14.000 giorni passati da quando Camillo se ne fuggì in Messico.

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Parlo di risparmiucci più le spese correnti di quelle signorine e delle loro corti. Direi che una sana epurazione con richiesta di danni erariali di dirigenti dello Stato che hanno fatto scientemente pippa su ciò che chiunque avrebbe capito essere contrario agli interessi della Nazione, va ipotizzata. Direte, che ormai non serve a niente in quanto tutto prescritto. Giusto. Direi che per quello serve l’idea di “sputtanare” la gente che invece pensa di passare sempre liscio il tradimento del Paese. Non li possiamo fucilare alla schiena, perché non è politicamente corretto, almeno portiamo le loro effigi nelle piazze elettroniche e massacriamoli metaforicamente. A questo serve la sacrosanta “gogna”, fisica e mentale, dei traditori. Il non volerlo fare o chiamare questo “giustizialismo e populismo”, corrisponde a farsi ancora oggi complici di quanto i predatori facevano a scapito di scuole che non venivano dotate di materiali didattici, di ospedali che non curavano le persone malate (16 milioni di italiani non hanno soldi per curarsi), di mezzi pubblici che non trasportavano in modo adeguato i cittadini. Per non parlare delle persone che sono letteralmente morte di fame, in quegli stessi anni o che si sono suicidate per dei dissesti nell’indifferenza delle banche troppo impegnate a registrare i bonifici delle signore Crociani. Qualcuno ha certamente fatto pagare “troppo” i radar e le altre tecnologie che la signora produceva se dobbiamo leggere ciò che trovate di seguito. Punto. Il non voler “fare luce su” è “alto tradimento” e non semplice tradimento.

Oreste Grani/Leo Rugens

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