Eugenio Scalfari, Silvio Berlusconi, De Benedetti: dio, prima li fa e poi, nel tempo, li accoppia
Figa-ro quà, figa-ro là, sono un barbiere-politico di qualità. Tutti mi cercano, tutti mi vogliono, aggiungo io, o come avversario, o come alleato, o come interlocutore, o come, paradossalmente, nemico artificioso. Stiamo scrivendo di Silvio Berlusconi. Questo è l’esito dell’operazione che, con abilità che va oltre quella notoria del già abile mestatore, qualcuno ha messo in atto. Questo è l’esito della lunga stagione che si è innescata quando il M5S ha fatto irruzione nella scena istituzionale del Paese, nella primavera del 2013, legittimato, nell’ambito di un quadro giuridico illegittimo (la legge elettorale che ha insediato il Parlamento che ha sgovernato per questi 5 anni come tale è sentenziata dalla Consulta), solo dalla generica volontà popolare di nove milioni di italiani che, giorno dopo giorno, ragionamento dopo ragionamento, avevano scelto la piazza a cinque stelle. La piazza e i valori di riferimento che, da anni, Beppe Grillo predicava nei teatri e nelle piazze. Nelle piazze, appunto. La fase si fa convulsa (per motivi interni e geopolitici mediterranei) e certamente ulteriormente bisognosa di una capacità di visione strategica che vediamo non proprio nelle corde dei bravi cittadini che la lotteria pentastellata aveva sorteggiato per andare a rifondare la politica italiana e, forse, non solo quella.
Dico oggi queste cose, forte di centinaia di post dedicati – in tempi non sospetti – a questo tema, e da semplice innamorato di questa ipotesi vivificatrice che aveva preso sostanza grazie alla decisione intelligente e lungimirante di milioni di compatrioti che avevano creduto possibile una nuova Repubblica più giusta e più pulita. La Repubblica vagheggiata è lungi da essere realizzata. Anzi, come tutti i fenomeni di restaurazione (anche violenta?) sono peggiori di quelli che hanno generato la reazione e la speranza di un cambiamento. I segni ci sono tutti, dentro e fuori il M5S. Anche vecchi cattivi come Eugenio Scalfari svelano da che parte sono stati, da sempre, perché nulla cambiasse. Non c’è bisogno di essere siciliani, per essere campioni del Gattopardismo. Cattivo e conservatore dei suoi privilegi, amorale senatore socialista, uomo di potere editoriale, ammantato nei suoi loden, demiurgo, mestatore e artefice (inizialmente perfino con la complicità di Lino Jannuzzi), di quanto è avvenuto durante questa interminabile notte che buia doveva rimanere, neanche flebilmente rischiarata da cinquestelle. Dio non esiste perché non avrebbe consentito a questo vecchio cattivo di arrivare a dichiarare di scegliere Silvio Berlusconi (ma con chi altri è sempre stato Scalfari per, insieme, puntellare, di fatto, questo sistema di malfattori quali, un nome fra i tanti, il suo finanziatore Carlo De Benedetti?), piuttosto che un cittadino onesto, con i suoi oggettivi limiti, come Luigi Di Maio. E lo ha fatto spacciandosi per un vecchio saggio, ormai in vista della morte, per dare maggiore rilievo alla sua indicazione di voto. Il mio amico e maestro di cose complesse Paolo Milano (critico letterario, per decenni, all’Espresso), mi aveva aperto gli occhi su chi fosse realmente Eugenio Scalfari, che pure poteva sembrare essergli amico. Ho vissuto a lungo per apprezzare, anche in questo caso, la raffinatezza di Milano che, nel definirlo un borghese, lo eleggeva campione del sentimento centrale della borghesia, cioè l’indifferenza alla sorte degli altri. Un borghese conservatore solo del proprio involucro. Da ieri, questo Di Maio pentastelalto, mi è decisamente più simpatico e, come si dice dalle mie parti, provo ad aggiungere, si vince quando si resiste un’ora di più del tuo nemico. Che Eugenio Scalfari muoia, quanto prima. Prima di poter fare altri danni al mio Paese che evidentemente non è il suo. Il suo è quello di Silvio Berlusconi.
Oreste Grani/Leo Rugens
QUALE DESTRA POTREBBE BATTERE IL M5S ?
A QUANDO UNA NUOVA REPUBBLICA LIBERA DI ESSERE MEDITERRANEOCENTRICA?
CARO PAPA FRANCESCO, EUGENIO SCALFARI PIÙ CHE UN ATEO È UN LADRO DI VERITÀ
SCALFARI CONTRO RODOTÀ, TRADISCE ANCORA UNA VOLTA LA VERITÀ
IDEE E O CACIOCAVALLI? FRANCESCO BUCCI, FA LE “BUCCE” SENZA PIETÀ A SCALFARI FILOSOFO
NON TUTTE LE MORTI PESANO UGUALI: A QUANDO QUELLA DI EUGENIO SCALFARI?
“EUGENIO SCALFARI E IL VIVAIO GIOVANILE FASCISTA” PFD’A E DB)
Siamo alla frutta?
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