Il formaggio e i vermi… che costruiscono bombe, le vendono e le tirano
Una donna sarda mi regalò una mezza forma di casu marzu. Franca, così si chiama, mi raccontò che quel formaggio rappresentava il pagamento che il pastore aveva corrisposto al proprietario delle terre sulle quali aveva avuto il permesso di far pascolare il gregge. Franca meriterebbe che la sua vita fosse narrata da un grande scrittore o che le sue fatiche venissero ricordate a tanti stronzi che discettano di contratti e di lavoro.
In Sardegna esiste ancora una economia del baratto che convive con il peggio dell’umanità, dai trafficanti d’armi russi al finto imprenditore di Arcore, per non parlare dei Briatore e feccia similare.
Mentre nelle arse campagne dell’interno ci si muoveva con carretti trainati da asini, yacht megagalattici incrociavano sommergibili nucleari che emergevano innanzi alle spiagge nelle quali si era ritirato Garibaldi.
Oggi, dopo che le miniere sono state chiuse e tonnellate di veleni impregnano il sottosuolo, vengono prodotti sull’isola ordigni micidiali, tanto da impensierire perfino il New York Times, bombe che stanno uccidendo a migliaia di chilometri di distanza civili inermi mentre i poveri vermi, in realtà larve di una moschina gentile e golosa solo di formaggio, sono trattati alla stregua di una gas nervino.
A proposito, se vi chiedete il perché della presenza delle larve, ve lo racconto.
Il pecorino che si ricava dal latte di quelle pecore è duro come un sasso e amaro, sicché si consente alle moschine di depositavi le uova, da cui fuoriescono le larve che iniziano a digerire il formaggio. Giorno dopo giorno, le larve si nutrono, evacuano, si allontanano compiendo balzi prodigiosi date le loro dimensioni (credo che l’equivalente per un essere umano sarebbe di balzare oltre un condominio di cinque piani o dieci, non saprei), compiono la metamorfosi e tornano al lavoro. Alla fine del processo, quando tutto il pecorino è stato digerito, il buongustaio abbrustolisce del pane e vi spalma la crema addolcita ottenuta dal piacevole lavoro delle larve.
Gli impazienti non aspettano che il processo sia compiuto e sprezzanti delle vite che distruggono si mangiano via via il “formaggio” già digerito.
Dionisia
Mi scuso per l’off topic ma mi permetto di rettificare-informare che il Casu Martzu non è illegale, in quanto la legislazione lo inserisce nel P.A.T.(Prodotti Agroalimentari Italiani) grazie al quale ne è permessa cosi la commercializzazione.
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Lo ammetto, non ero aggiornata; il fatto narrato si riferisce al 1997 o 1998 quindi in piena era di clandestinità del prodotto. Grazie per la segnalazione.
http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2008/11/23/SL3PO_SL301.html
Dionisia
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