Gina Haspel, la prima donna a capo della CIA, una scelta mozzafiato…

 Il primo quarto del prossimo secolo vedrà l’eliminazione dell’entità sionista e lo stabilimento dello Stato Palestinese su tutto il territorio della Palestina. Il forte non rimarrà forte per sempre e il debole non resterà debole per sempre. Le cose cambieranno. (Ahmed Yassin ad una conferenza del 1998)

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Ho perso il conto di quanti sono entrati ed usciti dalla Casa Bianca, pur ricoprendo ruoli di primissimo livello, scelti per il governo di quel democratico paese, da quando Trump è stato eletto capo della nazione dotata dell’esercito più potente del Mondo. Oggi, con il siluramento/licenziamento/dimissioni di Rex Tillerson, si conferma la personalità bizzarra di Donald Trump e, da questo ennesimo episodio, emerge, inoltre, un elemento di contrasto che potrebbe essere alla base della rottura che deve preoccupare tutti noi, per quello che quest’affanno possa valere.

Parliamo della visione contrapposta in seno all’esecutivo rispetto all’IRAN e la disputa con quel paese che, evidentemente, Trump vuole risolvere con la forza, portando il mondo vicino all’ipotesi di Terza Guerra Mondiale, vista la dimensione dei soggetti interessati all’eventuale scontro.

L’ennesima gravissima rottura (parliamo del responsabile della politica estera americana) ha obbligato ad una rotazione dove è uscito dalla CIA (per diventare il nuovo Segretario di Stato) Mike Pompeo, che ne aveva assunto la direzione solo il 24 gennaio 2017.

Per la prima volta nella sua storia, sulla poltrona di direttore della CIA, siede una donna, Gina Haspel. E che donna, dal punto di vista della rigidità di pensiero che le si è formato anche da “agente sul campo”. Come direttore, non può essere pesata in via ipotetica in quanto, in quella posizione, solo a cose fatte, si capisce chi fosse il tipo o, in questo caso, la tipa. Certamente alcuni, in Italia, si stanno rallegrando. Soprattutto quel mondo mai andato a casa a cui si attribuì (fu così) il sequestro di Abu Omar. La Haspel, per fare un esempio possibile tra i tanti, era il referente di quel tipo di operazioni e di attività definibili rudi che seguirono la paranoia, figlia a sua volta, del 11 settembre 2001. È una interna alla CIA (da sempre) ancora relativamente giovane (ha una sessantina d’anni) e ha fatto negli ultimi mesi esperienza di Direzione in quanto è stata la vice di Mike Pompeo.

A guardarla, con un po’ di superficialità, la terna che si è composta (Trump, Pompeo, Haspel) al vertice del Mondo, dovrebbe pensarla nello stesso modo.  Ma visto il pensiero ondivago di Trump ho volutamente usato il termine “superficialità”. Tecnicamente, si potrebbe dire: fin che dura, fa verdura! Un po’ poco per non prevedere il peggio, ma questo passa il convento fino a novembre 2018. Dopo, non basterà la Haspel e la sua coscienza all’amianto perché si aprirà il cielo e di acqua ne cadrà in abbondanza. Direte che la nuova capessa della CIA proprio di acqua (anche salata), somministrata a forza, è specialista. Ma per dirigere la CIA non credo che si debba solo saper condurre interrogatori con metodi spietati.

In più, a guardarla dall’altra parte dell’Oceano, penso che sia persona paradossalmente vulnerabile. Da temere, ma vulnerabile perché ne deve aver fatte di cotte e di crude (come è normale per chi si deve sporcare le mani) e avvicinandosi la resa dei conti (democratici ancora incerti contro degli affaticati repubblicani) di novembre p.v. si potrebbero aprire armadi fino ad oggi tenuti ben chiusi. Siamo in USA e se si decide di aprire gli archivi, è difficile tenerli chiusi anche se ti chiami Haspel.

Torno sul motivo (l’IRAN) dell’ennesima rottura tra Trump e “qualcuno di peso” del suo enturage.

L’IRAN quindi è un problema e per tanto, se posso aggiungere, lo è Israele. E quindi la situazione determinata dalle relazioni politico-finanziarie che hanno spinto Trump verso la decisione su “Gerusalemme Capitale”, questione mal posta che, anche in queste ore, ha generato, da quelle parti, ad esempio, anche il tentativo di Hamas di uccidere (o mafiosamente avvertire?), il premier della Palestina, Rami Hamdallah.

Comunque, dopo l’attacco a “quel convoglio”, nella Striscia di Gaza, la guerra fratricida tra Hamas e ANP, peggiorerà gravemente.

Certamente sapete tutti cosa sia Hamas ma io, petulantemente, vi riassumo un po’ di storia e alcuni riferimenti (in lingua, per comodità) su come questi signori “biricchini” (attenti all’episodio di ieri!) abbiano inaugurato le cattive abitudini degli attentati suicidi. E non solo quelli.

Il gruppo Hamas fu creato il 14 dicembre 1987 (cinque giorni dopo l’inizio della Prima Intifada) come ramificazione palestinese della Fratellanza Musulmana a sua volta, forse, la realtà più complessa di tutto il firmamento islamista.  La Fratellanza fondata nel 1928 in Egitto, è considerata il prototipo-matrice di tutti i moderni movimenti di osservanza sunnita. Per non trovarvi in difficoltà, a proposito di osservanza sunnita, mi permetto di citare un nostro post datato 26 febbraio 2016 “Sunniti e Sciiti sulla Via della Seta” a firma di Pompeo De Angelis che consiglio di tenere d’occhio per non smarrirvi in questo dedalo storico-culturale-operativo militare determinato dalla rivalità (irrisolta) tra sunniti e sciiti. Il blog ne ha dato una sua chiave interpretativa. A voi farne l’uso che riterrete opportuno. Sperando che gradiate e che consideriate di una qualche utilità il nostro lavoro.

Presente in tutto il Mondo, la Fratellanza Musulmana promuove formalmente un Islam riformista. Ma vallo a sapere come stiano le cose realmente. Tornando ad Hamas, l’obiettivo primario è di fondare uno stato palestinese islamico dove oggi c’è Israele. Punto. Il resto sono “chiacchiere” e questa è la sua attuale pericolosità. In questa visione strategica è ovviamente, da decenni, il principale rivale dell’OLP nei territori occupati da Israele. I suoi vertici, con sfumature diverse, considerano la guerra come l’unico mezzo per liberare i Territori occupati e per dare sostanza a quel nesso tra l’Islam (religione quindi e stile di vita) e liberazione che gli fa ritenere impossibile ogni compromesso. All’inizio dell’estate del 2014 sembrava che fossero disposti ad accettare le condizioni di un riconoscimento di Israele ma io, nella mia semplicità e scarsa conoscenza dell’argomento, soprattutto dopo l’episodio di ieri, eviterei di considerare sincero Hamas. a proposito della sincerità di Hamas mi andrei a rileggere il nostro post del 19/5/14 Perché Leo Rugens diffida di Hamas e di Massimo D’Alema? e così diamo anche il ben servito a Massimo D’Alema, fresco trombato alle elezioni del 4 marzo u.s.

A seguire qualche riferimento al tema degli attacchi suicidi organizzati da Hamas tratto da Wikipedia alla voce Hamas.

  1. ^ Best known for suicide bombings/attacks:
    • “Among the various organizations that emerged during the intifada were two that continue to challenge the dominance of the PLO over the Palestinian national movement: the Islamic Resistance Movement (better known by its acronym, Hamas) and its counterpart, Islamic Jihad. These organizations are best known for having injected a new lethality into the struggle between Israelis and Palestinians – the tactic of suicide bombings.” (James L. GelvinThe Israel-Palestine Conflict: One Hundred Years of War, Cambridge University Press, 2005, p. 221 ISBN 0-521-85289-7)
    • “Best known for the violence it launched against Israel through suicide bombings and rocket attacks… ” (Murphy, John. “Hamas aims for political might”, The Baltimore Sun, January 22, 2006)
    • “Hamas is best known abroad for the scores of suicide bombings it has carried out and its commitment to the destruction of Israel.” (Barzak, Ibrahim. “Israel blames Iran, Syria for bombings”, ABC News, January 20, 2006, p. 2)
    • “…the militant organization, best known abroad for its attacks against Israeli civilians…” (Musharbash, Yassin. “Could Victory be Undoing of Hamas”Der Spiegel, January 27, 2006)
    • “Although Hamas is best known for its suicide attacks…” (“Palestinian Political Organizations”PBSFRONTLINE, April 4, 2002)
    • “…it was best known in Israel and abroad for the suicide attacks it used…” (“After the Hamas earthquake”The Guardian, January 27, 2006).
    • “Hamas, an organisation best known for its suicide bombings but which also runs social services to recruit from the masses…” (Lynfield, Ben.“Shock result prompts calls to end policy of violence”The Scotsman, January 27, 2006).
    • “But the group is best known for its suicide bombing attacks.” (Levitt, Matthew. Hamas: Politics, Charity, and Terrorism in the Service of Jihad, Yale University Press, 2006, ISBN 0-300-12258-6, p. 17.)
    • “Best known for its suicide attacks, Hamas has won over the Palestinian public in its first run for the legislature by focusing on domestic concerns, halting government corruption and restoring law and order to the chaotic West Bank and Gaza Strip.” (““Israeli leaders brace for Hamas dominating Palestinian elections”Associated Press, January 22, 2006.)
    • “The armed faction, best known for sending suicide bombers to attack Israelis…” Verma, Sonia. (“Hamas win puts Mideast on edge”,Newsday, January 27, 2006.
    • “Hamas… was formed in 1987… The group, best known for its suicide bombings inside Israel, has both political and terrorist agendas.” Brookes, Peter. A devil’s triangle: terrorism, weapons of mass destruction, and rogue states, Rowman & Littlefield, 2005, p. 83. ISBN 0-7425-4953-4
 Oreste Grani