Alcuni “misteri” del Caso Moro, non lo sono proprio
Sabbia e bitume venivano trasportati, usualmente e prima dell’uso che i brigatisti ne fecero, nella Renault 4 Rossa in cui venne ritrovato Aldo Moro a via Caetani, il nove maggio 1978. L’automobile, con i sedili posteriori ribaltati, diveniva un furgoncino atipico e il proprietario, durante la settimana lavorativa, la usava per il trasporto delle materie prime che utilizzava per la sua attività imprenditoriale in edilizia. La vettura, con modalità tipiche delle BR, venne rubata con largo anticipo prima di essere usata e tenuta pronta per l’eventuale necessità. Non entro nel merito di dove fu custodita, questione investigativa che non è certo nelle mie corde. Sono sicuro, viceversa, di sapere interpretare la sincerità/affidabilità/spontaneità del racconto che il signor Filippo Bartoli fece dell’uso del mezzo in oggetto: trasportava, da mesi, materiali tutti compatibili con quanto fu trovato sotto le suole delle scarpe di Aldo Moro, sui suoi abiti, fino ai risvolti, indizi che, a mio giudizio, furono erroneamente interpretati, a ritrovamento avvenuto o nelle ricostruzioni giornalistiche e letterarie successive. Il Bartoli puliva diligentemente la vettura per usarla il fine settimana con la famiglia, ma mai avrebbe potuto rimuovere da quel retro-vano, sistematicamente utilizzato, ciò che rimaneva sparso o negli interstizi metallici, tipici della Renault.

9 maggio 1978 La Renault 4 con il corpo di Aldo Moro in via Caetani. ANSA
Lo dico non per contraddire nessuno (a che pro?) e in modo particolare l’intelligente, scrupoloso e abile Paolo Cucchiarelli, autore di volumi di grandissimo pregio e caratterizzati da rigore investigativo (“Lo Stato Parallelo: l’Italia oscura“; “L’Iraq: la guerra senza volto“; “L’Anello della Repubblica“; “Il Segreto di Piazza Fontana“, “La Strage con i capelli bianchi” e, in questo caso, “Morte di un Presidente” dedicato ad Aldo Moro e alla sua fine ancora da chiarire) ma solo e unicamente per amore di verità. I misteri del Caso Moro non credo stiano scritti “sulla sabbia”, o con il nero bitume. Sono altri e quasi tutti – con acume – elencati da Cucchiarelli che, giustamente, non li considera segreti in quanto risolti nelle carte, se uno le volesse leggere con onestà di intenti.
La sabbia e il “catrame/bitume” erano già nella Renault Rossa.
Oreste Grani/Leo Rugens
Buongiorno grazie per l’attenzione. Noto una cosa anzi due. La sabbia che usava Bartoli come lo stesso scrive a verbale era di fiume utile per le malte quella cui mi riferisco era di mare di Palo laziale e di Fregene. Il bitume sotto le scarpe di Moro è sulla frizione della R4 era gommoso fresco molto recente e soprattuttoolool non era bitume da asfalto ma marino frutto del lavaggio delle petroliere. Lo dicono le perizie.
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Gentile Paolo,
prioritariamente un saluto. Lei è persona competente e documentata come poche in questo Paese di pressappochisti e quindi accetto, senza ribattere, le puntualizzazioni. A volte la penso e sono tentato di scriverle per parlare, se lo volesse, di Enzo Maria Dantini e dell’arte mineraria dell’ingegnere. E di altro. Pensiamoci. Grazie ancora per l’intervento e per il suo permanente impegno civile alla ricerca dell’amica verità.
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